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Lombardo: i piani di Rossignolo e di Cimino non sono incompatibili

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TERMINI IMERESE

Lombardo: i piani di Rossignolo e di Cimino non sono incompatibili

  • –di Mario Cianflone

Non è un via libera, ma di sicuro è una speranza in più per il futuro dello stabilimento Fiat di Termini Imerese destinato alla chiusura a fine 2011.

Secondo Raffaele Lombardo, presidente della regione Sicilia, i progetti degli imprenditori Gian Mario Rossignolo e Simone Cimino «non sono incompatibili e permetterebbero di giungere a una soluzione per il sito industriale siciliano».

Le parole di Lombardo, sono giunte ieri al termine di un incontro con Paolo Romani, ministro dello Sviluppo economico, al quale hanno preso parte i rappresentanti di due dei 7 progetti selezionati per la riconversione industriale del sito Fiat. Il calendario dei lavori, vista la volontà del ministro di definire quanto prima una nuova configurazione per Termini – e in funzione del tavolo di confronto con azienda e parti sociali – si concluderà entro i prossimi giorni.

Il piano di Rossignolo verte sulla produzione di auto con marchio De Tomaso e assorbirebbe tutti i lavoratori Fiat, mentre, quello di Cimino (fondatore dei fondi di private equity Cape Natixis) punta sulla produzione di componenti e auto elettriche insieme allo specialista Reva, controllato dall'indiana Mahindra. Per Lombardo i piani rappresentano «una forte spinta in termini di innovazione e sviluppo».

Rossignolo, ex presidente di Telecom, un anno fa rilevò il marchio De Tomaso, con l'obiettivo di far rinascere lo storico brand dopo il fallimento del 2004. Il rilancio prevede la produzione di una compatta di fascia premium (un'anti Mini, per intenderci) e un suv di lusso, nome in codice «Tosca» che dovrebbe vedere la luce come prototipo a marzo, al salone dell'auto di Ginevra.

La conquista di Termini significherebbe per Rossignolo,manager con l'auto nel Dna (classe 1930, entrò in Fiat nel 1957), una terza fabbrica da mettere in moto, dopo l'impianto Pininfarina di Grugliasco, acquistato con tutti i macchinari, e quello di Livorno appartenuto a Delphi, colosso dei componenti Usa.

Analisti e osservatori sono cauti: è difficile che un Suv da oltre 80mila euro, e una city car d'impostazione modaiola, pur con un marchio storico, possano rappresentare una minaccia per Audi, Porsche e Bmw.

La produzione sarebbe limitata: circa 8mila suv e 30mila compatte all'anno e il progetto, come ha rivelato Quattroruote in una recente intervista a Rossignolo, sfrutterebbe un sistema brevettato e denominato Univis, che permetterebbe risparmi di costi e di tempi. Il brevetto risale al 1984 e fu depositato da Giuliano Malvino, amico di Rossignolo, fondatore della Rayton Fissore: è stato utilizzato per produrre il Magnum: fuoristrada del 1985, riscosse successo come veicolo della Polizia.

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