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Cent'anni fa nasceva Juan Manuel Fangio, il campione dei campioni

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ANNIVERSARI

Cent'anni fa nasceva Juan Manuel Fangio, il campione dei campioni

  • –di Vittorio Falzoni Gallerani

Juan Manuel Fangio, detto "il chueco" (lo storto) per via delle gambe arcuate da calciatore, nasce a San José de Balcarce (Argentina) il 24 Giugno 1911 da Loreto, un immigrato dalla provincia di Chieti, ed Erminia Deramo anche lei figlia di immigrati italiani.
E' destinato a diventare uno dei più grandi piloti di tutti i tempi vincendo, tra il 1951 ed il 1957, cinque campionati mondiali di Formula 1 con quattro marche diverse: due titoli con la Maserati ed uno ciascuno con l'Alfa romeo, la Mercedes Benz e la Ferrari (in ordine cronologico).

Occorrerà attendere fino al 1994 perchè un altro pilota, Michael Schumacher, si accinga a battere questo suo record vincendo sette titoli mondiali in un decennio (l'ultimo, finora, è del 2004) correndo prima con la Benetton (due titoli) poi con la Ferrari (cinque titoli).
Crediamo di poter affermare che la seconda parte di questa impresa di Schumi, probabilmente imbattibile, è stata favorita dalla progressiva crescita di tutto l'insieme "pilota, vettura, squadra" con tutte le componenti affinatesi in sinergia tra loro.
Non così si può dire, come abbiamo visto, per Fangio, il quale deve la sua straordinaria carriera anche ad una elevatissima capacità di adattamento a vari tipi di vettura, magari sviluppate da altri.

Questa qualità gli è derivata dai suoi inizi pionieristici, in un'Argentina alle prese con una delle sue ricorrenti crisi economiche; per dare una mano alla famiglia, Juan Manuel inizia a fare il meccanico in un'officina dove si aggiusta di tutto, anche le trattrici agricole e, per arrotondare, accetta anche di eseguire lavori di aratura o quant'altro potesse essergli richiesto dalle tante fattorie della zona.
Raccontiamo anche questo particolare per spiegare come "il chueco" avesse sviluppato la sua notevolissima resistenza fisica che comincia subito ad essergli di grande aiuto nelle prime gare disputate in casa propria: lunghissime maratone (anche 10.000 km in tredici giorni) disputate spesso su strade sterrate che gli donano grande capacità di improvvisazione e grande sensibilità di guida.
La svolta nella sua carriera comincia però nel 1947 quando i migliori piloti europei vengono invitati a disputare il Gran Premio di Buenos Aires; in quella occasione Fangio disputa una gara di contorno ma approfitta anche per stringere amicizia e per assorbire avidamente qualsiasi consiglio possa essergli elargito da questi mostri sacri.

Particolare feeling si instaura con Achille Varzi, probabilmente favorito dall'analogia dei loro stili di guida puliti ed efficaci, che continuerà a seguirlo anche in occasione delle sue prime gare in Europa nel 1949; inizia poco dopo e dura a lungo l'incredibile sequela di successi di Fangio; riportiamo solo i più importanti: Campione del Mondo 1951 su Alfetta 159, 1954 su Maserati 250F e Mercedes W196 carenata (allora si poteva cambiare squadra a campionato in corso), 1955 su Mercedes W196, 1956 su Ferrari (ex Lancia D50) ed infine 1957 su Maserati 250F.
Impressionante!: ci si domanda cosa sarebbe potuto accadere in assenza della battuta d'arresto del 1952 e 1953 dovuta all'unico grave incidente di Fangio occorsogli sulla pista di Monza dove si incrina due vertebre cervicali e rischia la paralisi in seguito all'imperizia dei soccorritori.

E' nella stagione dell'ultimo titolo, il 1957, che Fangio viene definitivamente consegnato alla leggenda: accade al GP di Germania svoltosi sul circuito lungo (oltre 22 km) del Nurburgring; fermatosi ai box quando era in testa con ventotto secondi di vantaggio sulle Ferrari di Hawthorn e Collins per la prevista sostituzione degli pneumatici, ne riparte, causa smarrimento di un gallettone di fissaggio di una ruota, al terzo posto con quarantacinque secondi di ritardo dai due Ferraristi. Rimangono solo dieci giri per recuperare e Fangio compie una delle più epiche imprese della storia dell'automobilismo sportivo: con un largo sorriso (ci fu chi lo definì "satanico") stampato sul volto si mise a girare costantemente sotto ai tempi di qualifica anche di otto secondi al giro; dai box Ferrari cominciarono a spronare concitatamente i propri piloti ma non ci fu nulla da fare: una forza sovrumana guidava Fangio alla caccia del suo quinto titolo e, all'ultimo giro, ambedue i piloti britannici dovettero alzare bandiera bianca. Sul podio lo guardarono come un alieno ed ancora non sapevano che la sua Maserati, oltretutto, aveva le sospensioni anteriori grippate nello sforzo.
Consigliamo ai più appassionati di guardare il video di questa gara su YouTube: commovente!!

L'anno successivo, 1958, appagato ed ormai quarantasettenne, Fangio rinuncia alle corse e si dedica alla sua concessionaria della Mercedes Benz; il suo rapporto con questa Casa è privilegiato e nel corso degli anni ne diventa addirittura Presidente della Filiale Argentina.
Da qui nasce una pagina poco nota che però fa sì che il ricordo di questo immenso campione sia ancora vivo non solo nella memoria di tutti gli appassionati ma anche in carbonio ed alluminio.

Dovete sapere che Fangio era molto amico di Horacio Pagani, il Costruttore argentino delle omonime supercars prodotte a San Cesario in provincia di Modena, e, se queste vetture sono nate con motori Mercedes Benz AMG appositamente assemblati per la Pagani, una grossa parte del merito va al "chueco" che ha fatto da intermediario tra la severa Casa tedesca, poco incline solitamente a fornire motori a chicchessia, ed il suo pupillo.
Quindi onore al merito di Horacio Pagani, senza dubbio, per le sue magnifiche creazioni ma anche giusto omaggio a chi ha grandemente contribuito alla loro nascita nella forma che conosciamo.

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