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La sicurezza stradale passa da un libro

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Mobilità e Tech

La sicurezza stradale passa da un libro

  • –di Marina Terpolilli

La presentazione del libro "La Sicurezza stradale in tasca" di Vincenzo Borgomeo, giornalista di Repubblica, edito dalla Newton Compton, è stata l'occasione per approfondire il tema con diversi attori che quotidianamente si dedicano a questo importante tema che tocca la vita di tutti, automobilisti e altri utenti della strada.
È ancora lunga la via da percorrere tuttavia Mario Valducci, presidente della Commissione Trasporti della Camera è abbastanza ottimista: "I numeri delle statistiche degli incidenti dall'introduzione del nuovo codice della strada ad oggi sono confortanti e indicano che non siamo lontano dall'obiettivo della riduzione del 50% dell'incidentalità in 10 anni come indicato dalla Unione Europea".
Tanto si è fatto finora, dal nuovo Codice della Strada introdotto recentemente alla patente a punti partita sette anni fa, dal controllo del tasso alcolemico (zero per neopatentati e professionisti della guida) all'introduzione del Tutor, dalla destinazione del 50% delle multe rilevate dagli autovelox per la manutenzione e sicurezza delle strade ai progetti per l'educazione stradale.

Il prossimo passo, conferma Valducci, è l'introduzione di un nuovo reato, l'omicidio e la strage stradale con pene di 15 e 25 anni, in luogo dell'omicidio colposo che non viene considerato di rilevanza sociale ma solo ai fini del risarcimento.
Una spinta verso comportamenti virtuosi la suggerisce Enrico Gelpi, presidente dell'Aci. "Dobbiamo puntare sulla formazione per diminuire gli incidenti" dice Gelpi "come Aci abbiamo proposto la guida accompagnata a 17 anni e proposto i corsi di guida sicura per i neo patentati entro 3 anni".
Anche la Polizia Stradale, come ha riferito Roberto Sgalla, direttore del servizio, ha intensificato i controlli e portato avanti il progetto di sicurezza Icaro di importanza europea.

Tuttavia un importante contributo per la sicurezza attiva, ma anche passiva se l'incidente non è evitabile, lo danno i costruttori di veicoli, tramite i fornitori di sistemi di sicurezza.

"Siamo in prima linea su questo fronte" illustra Gabriele Allievi AD di Bosch Italia, uno dei maggiori fornitori di sistemi al mondo "il nosto compito è quello di rendere i veicoli sempre più sicuri tanto più che nell'80% dei casi l'incidente è dovuto all'errore umano". E questo indica quanto possano essere importanti i dispositivi come l'Abs, ormai obbligatorio sulle automobili o l'Esp che lo diverrà tra breve in Europa, ma anche negli Usa e in Australia. Allievi ha evidenziato pure la tipologia degli incidenti suddividendoli in tre categorie: perdita di controllo, tamponamento e cambio di corsia. Per la prima c'è l'Esp e nelle sue evoluzioni, mentre per i tamponamenti, dovuti nel 30% dei casi al fatto che il guidatore non frena, e nel 20% lo fa troppo tardi o per il resto con poca intensità, si può fare molto di più, come pure per il cambio di corsia.

Sono disponibili sistemi di frenatura semi automatica che intervengono quando non lo fa il guidatore, in grado di intensificare la frenata per evitare l'incidente, a tutto vantaggio del singolo ma anche della comunità che non deve sobbarcarsi dei costi sanitari. Per il cambio di corsia ci sono i dispositivi che avvertono della presenza di un'auto non visibile nell'angolo morto dello specchio retrovisore, o altri che allarmano il guidatore quando l'auto sta spostendosi pericolosamente oltre la linea di corsia, o peggio si muove dalla retta via per un colpo di sonno.

"Per le auto abbiamo soluzioni di avanguardia che speriamo possano diffondersi con rapidità anche sulle vetture di classe media e medio-piccola, ma il nostro obiettivo parallelo è quello di diffondere questi sistemi anche sulle moto dove le conseguenze sono ben peggiori" continua Allevi "c'è una legge europea che auspichiamo venga approvata a breve e recepita dagli Stati membri, nella quale è previsto l'impiego dell'Abs su tutti i motocicli. Questo potrebbe portare ad una riduzione importante dell'incidentalità che vede coinvolti i veicoli a due ruote". In attesa delle decisioni del legislatore le Case motociclistiche più virtuose potrebbero comunque iniziare a proporre di serie questo importante dispositivo salvavita per adesso presente come optional sui veicoli più grandi e costosi.

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