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Dai Panda un futuro più pulito per l'auto

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Mobilità e Tech

Dai Panda un futuro più pulito per l'auto

  • –di Paolo Magliocco

La via più efficiente per produrre biocarburanti potrebbe essere nascosta negli escrementi del Panda. Un gruppo di ricercatori statunitensi, infatti, è riuscito ad isolare alcuni dei batteri che popolano l'intestino di questo orso e che potrebbero essere estremamente utili all'uomo. Il Panda, come si sa, si nutre quasi esclusivamente di bambù, una fibra durissima e difficile da digerire che invece viene trasformata in zuccheri dall'apparato digerente dell'animale grazie proprio all'aiuto di molti tipi diversi di batteri.

Gli Scienziati della Mississippi State University hanno analizzato per oltre un anno le feci di una coppia di Panda dello zoo di Menphis, fino a trovare i microorganismi che riescono, insieme, a ridurre il 95% delle fibre in zuccheri, da poter poi facilmente trasformare con la fermentazione in bioetanolo o altri carburanti in grado di sostituire la benzina. Alcuni batteri, tra l'altro, sono assai simili a quelli presenti nelle termiti, altra specie notoriamente ghiotta di lignocellulosa. Ma i batteri del Panda sarebbero ancora più efficienti.

Sfruttare questi organismi avrebbe un gran numero di vantaggi. Il primo è quello di poter ricavare biocarburanti da qualunque fibra vegetale: residui di legno, erba, scarti della mietitura. Significherebbe porre fine al problema della sostituzione di colture destinate all'alimentazione con quelle per la produzione di biocarburanti, che oggi vengono prodotti da mais e soia. Dedicare grandi fette di territorio a produrre materie prime per i biocarburanti può provocare, e pare che stia già provocando, un aumento del costo delle materie prime alimentari. Il secondo grosso vantaggio, come ha ricordato Ashli Brown, una degli autori della ricerca, è che il processo che avviene nell'intestino dei Panda sfrutta basse temperature, non richiede alte pressioni né l'aggiunta di altre sostanze chimiche e quindi può essere realizzato in modo estremamente pulito ed economico, anche dal punto di vista del consumo di energia necessario.

In realtà i ricercatori, che hanno presentato i risultati al meeting annuale della American Chemical Society, stanno già pensando di individuare i geni dei batteri che producono gli enzimi coinvolti nella reazione per poi ingegnerizzare dei lieviti, molto più facili e maneggevoli da usare per realizzare la reazione a livello industriale.

Proprio i lieviti sembrano una delle frontiere più promettenti: alla University of Illinois il gruppo di Yong-Su Jin, dell'Insititute for Genomic Biology ha appena ingegnerizzato un nuovo tipo di lievito in grado di dimezzare il tempo per trasformare alghe marine in biocarburanti, grazie alla capacità di digerire i due zuccheri contenuti nelle alghe contemporaneamente anziché uno alla volta.

Invece al dipartimento di biologia cellulare e molecolare della Tulane University di New Orleans hanno individuato un batterio, chiamato TU-103, che sarebbe in grado di trasformare la cellulosa direttamente in butanolo, che è un combustibile che potrebbe facilmente sostituire la benzina. E i ricercatori stanno utilizzando vecchie copie di giornali, visto che la carta è ricca di cellulosa, per i loro esperimenti.

"La nostra scoperta è un altro monito sull'importanza della conservazione delle specie", conclude Ashli Brown, "Pensate che cosa ci saremmo persi se il Panda gigante, di cui comunque restano solo 2500 esemplari in natura e 200 negli zoo, si fosse estinto. Ma pensate anche al fatto che piante e animali producono un gran numero di sostanze, compresi farmaci, da cui noi dipendiamo"

paolo.magliocco@videoscienza.it

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