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Su Termini Imerese la Dr è in pole position. Mercoledì la decisione dello Sviluppo sull'ex sito Fiat

  • –di Mario Cianflone

Il rilancio in chiave automobilistica di Termini Imerese, il dismesso impianto Fiat dove veniva costruita la penultima Lancia Ypsilon e dal quale sono uscite stelle di prima grandezza dell'auto italiana come la 500, la 126 e la Punto, avrà, quasi certamente, un futuro come fabbrica Dr. La sigla indica l'azienda molisana di Macchia di Isernia dove vengono assemblate due city car - la Dr1 e la Dr2 - nonché il suv Dr5 che hanno dato origine, quasi sei anni fa, all'avventura di Massimo Di Risio come costruttore di automobili. Auto non realizzate completamente in proprio bensì sulla base di scocche e grandi parti finite provenienti dal partner cinese Chery.

La decisione di affidare a Dr l'impianto di Termini sarà ufficializzata il prossimo 7 settembre dal Ministro dello sviluppo economico. La notizia proviene, come si usa dire, da "fonti vicine al dossier". Si tratta di informazioni che contrastano però con la sicurezza ostentata dall'altro contendente "auto" per Termini Imerese, ovvero la resuscitata De Tomaso di Gian Mario Rossignolo, ex presidente di Telecom, che più di un anno fa rilevò lo storico brand dopo il fallimento del 2004. Certo è che il piano industriale di Dr, per quanto parecchio ambizioso, appare realistico e per questo ha riscosso l'apprezzamento dei sindacati e – a quanto risulta al Sole 24 Ore - dello stesso ministro dello sviluppo economico Paolo Romani.

La "sostanza" del programma Dr si fonda su quattro modelli la cui costruzione, con una cadenza stimata a regime nel 2016 di 60mila unità, comporta l'utilizzazione dell'intero stabilimento di Termini Imerese ed il riassorbimento di 1.300 dipendenti su 1.700 sempre entro quattro anni. Dr prevede di costituire una struttura dedicata al manufactring di Termini, che battezzata «Industrial» affiancherà le attuali divisioni vendite, logista e ricerca. Se l'operazione andrà in porto, in Sicilia vedrà la luce la Dr3, berlina 5 porte appartenente al combattuto segmento B, nel quale potrebbe rappresentare una proposta di prezzo abbordabile (si stimano prezzi tra gli 11 e i 13 mila euro) e alternative alle varie Fiat Punto, Ford Fiesta e a vetture nuovissime come l'appena nata Kia Rio, con la quale i coreani puntano sul mercato strategico delle city car. Settore nel quale è davvero difficile competere con i grandi nomi ma dove, con una buona dose di inventiva commerciale e prezzi allettanti, Dr potrebbe conquistare una quota di mercato, magari piccola, ma forse sufficiente a dare ossigeno a Termini, alla sua fabbrica e alle famiglie dei lavoratori. Il piano De Tomaso-Rossignolo verte, invece, sul segmento premium con un'offerta che partirà da un mega suv che dovrebbe andare a competere con campioni di tecnologia e qualità come Audi Q7 e Bmw X5, un campo ostico dove il brand e il fattore moda sono decisivi. L'azienda è tanto sicura di vincere la "gara" (e ottenere lo stanziamento di 178 milioni di euro, tra tra contributi e finanziamenti agevolati, per ricovertire l'impianto) che ha già pensato di realizzare una versione speciale del nuovo modello, che sarà battezzata T.I. ovvero con le iniziale dello storico stabilimento "acceso" nel lontano 1970.

A Termini saranno inoltre costruite le nuove edizioni della Dr1 e della Dr2 nonché il restlying della Dr5. Un programma del genere implica sostanzialmente lo spostamento della produzione da Macchia di Isernia a Termini Imerese, senza però alcun pregiudizio per gli oltre cento lavoratori impiegati in Molise. Attualmente Dr vanta quattro prototipi di nuovi modelli che hanno terminato la fase di sviluppo e testing (2 di questi interessano fin da principio lo stabilimento di Termini Imerese) e altri due prototipi sono in fase di sviluppo.

A pesare in favore della casa molisana ci sarebbe non solo il fatto che è una realtà concreta (12mila unità vendute dal 2008) e non "in divenire" ma anche la presenza di una rete di vendita capillare e in continua evoluzione, composta da 90 concessionari affiancati da 250 centri di assistenza. Il 7 settembre si conoscerà il verdetto, e il destino di 1.300 persone.

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