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50 anni della Triumph TR4

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ANNIVERSARI

50 anni della Triumph TR4

  • –di Vittorio Falzoni Gallerani

Tutto ciò che si vede è nuovo sulla Triumph TR4 e, anche se la meccanica rimane piuttosto tradizionale, il salto generazionale rispetto alla progenitrice c'è tutto tanto che non sembra, a prima vista, che questa vettura sia stata presentata già cinquanta anni fa; è infatti il1961 quando la Casa inglese decide che la TR3 ha fatto il suo tempo e, in Settembre, ad essa affianca la nuovissima TR4 che presto ne prenderà il posto.

Indubbiamente è una scelta felice perchè ormai le scomodità tipiche dei classici roadsters inglesi con cristalli laterali amovibili sono tollerate da sempre meno automobilisti.
Anche meccanicamente le migliorie ci sono: motore da 2,1 litri, cambio interamente sincronizzato e sterzo a cremagliera costituiscono un trio nuovo e vincente nell'ottica della fluidità e comodità di guida.

Come accennato, però, ciò che cambia radicalmente è la carrozzeria, per quanto sempre imbullonata al telaio sottostante: si tratta di un'opera del grandissimo Giovanni Michelotti, in quel periodo già coinvolto con la Triumph nella creazione della piccola berlina Herald; oggi la TR4, secondo noi, appare bellissima con quegli occhi enfatizzati dalle caratteristiche palpebre e le eleganti codine posteriori, non esagerate e perfettamente coerenti al periodo.

Senza contare la praticità: finalmente anche chi è "over size" entra ed esce con facilità da una Triumph spider e riesce a viaggiare con essa piuttosto comodamente; anche il bagagliaio diventa effettivo e non simbolico per rendere spesso superfluo il montaggio del portapacchi esterno.

Sotto, il telaio rimane quello della TR3A in quanto risorse per aggiornarla non ve ne sono; per la verità non è che ce ne sia un gran bisogno visto che il peso rimane uguale, le prestazioni restano quindi soddisfacenti ed anche la frenata di conseguenza, pur con i soliti tamburi al retrotreno, rimane sufficientemente efficace.

Il successo di critica è molto buono e quello di pubblico ancora superiore con liste di attesa che, ad un anno dal debutto, raggiungono i diciotto mesi; solo due sono le cause di lamentela: la capote di azionamento troppo macchinoso (è ancora separata dal proprio telaio) e le sospensioni posteriori ancora a ponte rigido.

Da tempo la Triumph studia le sospensioni indipendenti anche per il retrotreno tanto che anche la citata piccola Herald ne è già equipaggiata; anche sulla Spider si montano così bracci oscillanti e molle elicoidali dando luogo, ad inizio 1965, alla versione TR4A dotata anche della molto più comoda capote ripiegabile.
Il motore è aggiornato con modifiche alla testata, al collettore di aspirazione ed alla linea di scarico che elevano la potenza a 104 CV dai precedenti 100 con contemporaneo lieve aumento della coppia motrice.

Esteticamente il disegno della calandra diventa più lineare e piacevole mentre sulla fiancata spunta un profilo cromato che, partendo all'altezza della maniglia della porta si conclude anteriormente con le luci di direzione; il rimpicciolimento dei rostri al paraurti anteriore ed il loro spostamento più ai margini dello stesso è invece quasi impercettibile.

Parliamo ora dell'abitacolo per segnalare che si tratta di un posto molto piacevole in cui stare: spazioso all'altezza delle spalle, presenta un comodo ripiano posteriore ed una bella plancia in puro stile inglese dotata di abbondante e ben disposta strumentazione. Solo la posizione delle braccia sempre piuttosto rannicchiate non è completamente soddisfacente come peraltro l'eccessivo diametro del volante; molto strana (e brutta, secondo noi) appare poi la colorazione bianca della plancia indipendentemente dal colore della vettura.

Sulla "A" essa viene rivestita in legno come dovrebbero fare sempre gli inglesi quando non sanno esattamente cosa fare onde evitare ricorrenti passi falsi.
A questo punto la nostra protagonista, in particolare se dotata dell'overdrive sulle tre marce superiori ottenibile a richiesta, è diventata un'auto molto godibile anche in lunghi viaggi autostradali ed adatta anche all'uso quotidiano (purchè si decisamente anglofili e molto appassionati).

In questo caso è utile sapere che è possibile chiudere la propria TR4 nei mesi piovosi con un particolare tetto rigido a lei dedicato chiamato "Surrey Top" dalla configurazione simile a quello della Porsche Targa con una sezione posteriore imbullonata e con lunotto in cristallo ed una centrale amovibile che può essere rigida od in vinile ripiegabile e stivabile così sulla vettura.

Oggi l'acquisto di una Triumph TR4 ci pare altamente raccomandabile sia per i motivi su esposti che per la sua valutazione oggi ancora molto appetibile: reperibile in ottime condizioni anche a meno di 25.000 Euro, barriera che oggi sconsigliamo di oltrepassare, è candidata a nostro avviso a raggiungere in breve (e forse superare)l e quotazioni della TR3A attualmente ben oltre i trentamila.
Per concludere precisiamo che, vista l'identica quotazione tra le due versioni, noi opteremmo per la TR4 A ma anche se vi imbattete in una delle prime TR4 va bene lo stesso.

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