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Targa nuova per tutti i motorini

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CODICE DELLA STRADA

Targa nuova per tutti i motorini

  • –di Maurizio Caprino

Se n'è parlato poco, finora. Così c'è chi rischia di arrivare tardi all'appuntamento di lunedì 13 febbraio. Da quel giorno, chi circolerà col targhino per motorini rischia una multa di 519,67 euro, anche se il calcolo dei termini è controverso e alla fine le sanzioni potrebbero scattare dal 14. Il contrassegno di circolazione (più noto come targhino) e il certificato d'idoneità tecnica vanno sostituiti – come previsto un anno e mezzo fa dalla riforma del Codice della strada (legge 120/10) – con una vera e propria targa e un certificato di circolazione, abbinati univocamente al veicolo. Finisce quindi l'era dei ciclomotori "non targati", cioè su cui chiunque – anche un ladro – può apporre il proprio targhino personale.

La ritargatura mette fine al doppio regime instaurato dal 14 luglio 2006, quando per tutti i nuovi ciclomotori è stata introdotta l'immatricolazione: si registra l'abbinamento veicolo-proprietario, ottenendo il certificato di circolazione (che, oltre alle caratteristiche tecniche del mezzo previste dal vecchio documento, riporta il numero di targa e le generalità dell'intestatario) e una targa di nuovo tipo (più grande e leggibile), che resta fissa su quell'esemplare (può essere rimossa solo in caso di rivendita o di demolizione). È personale anche la nuova targa, ma non può mai essere abbinata a più di un mezzo.

Il nuovo sistema dà più sicurezza. Sia sui furti e sul conseguente riciclaggio sia sull'individuazione del proprietario (che ha tutti i diritti sul veicolo, ma è pure responsabile, ad esempio, su bollo, incidenti e corretta demolizione). Tutto ciò a prezzo di qualche adempimento in più, sgradito soprattutto a chi approfittava del regime blando per compravendite disinvolte, abbandoni in campagna del mezzo a fine vita eccetera. Ma in qualche caso c'è una nuova opportunità: poter trasportare un passeggero. Ecco i dettagli.

Chi deve adeguarsi
La ritargatura riguarda ciclomotori e quadricicli leggeri (le microcar di categoria L6e, che sono equiparate ai motorini, hanno massa complessiva fino a 350 chili e motore fino a 50 centimetri cubici se a benzina e di potenza fino a 4 kiloWatt se alimentati in altro modo). Sono chiamati all'appello solo gli esemplari che hanno ancora il vecchio certificato d'idoneità tecnica, che li identifica solo col numero di telaio.

Le sanzioni
Nessuno può essere ancora multato, anche se già il 28 novembre 2011 è scaduto l'ultimo dei termini assegnati dal ministero delle Infrastrutture (Dm 2 febbraio 2011) per mettersi in regola. Il Dm cadenzava in quattro scaglioni le operazioni, ma solo per evitare affollamenti alla scadenza, che fissava al 12 febbraio 2012 (mentre la legge sembra individuare il giorno successivo). Peraltro, il 12 cade di domenica e non è ancora chiaro se già il 13 mattina rischierà la multa chi circolerà per recarsi a espletare la pratica contando sul rinvio al giorno lavorativo successivo che per principio generale dovrebbe scattare in questi casi. Comunque la pratica si potrà fare anche in futuro, senza costi aggiuntivi allo sportello.
Se però si circola mentre non si è ancora in regola, dal 13 (o dal 14) febbraio su strada scatta la multa. Non quella pesante prevista per chi non ha mai immatricolato il ciclomotore (da 146 a 584 euro – valuta il prefetto – e confisca), ma quella specifica prevista dalla legge 120/10, che non l'ha inserita nel Codice. Perciò valgono le regole generali sulle sanzioni amministrative, che rispetto a quelle stradali hanno due particolarità: non si possono pagare con l'importo minimo (389 euro, in questo caso), ma un terzo del massimo (quindi si sale a 519,67 euro), a meno che non si presenti ricorso; si versa con modello F23.

La pratica
Per ottenere la ritargatura in tempo reale, si va alla Motorizzazione o in un'agenzia ad essa connessa telematicamente (chiamata Centro servizi Motorizzazione); gli altri operatori privati possono solo andare a loro volta allo sportello pubblico, il che per il cliente comporta un'attesa. Va compilato un modulo di richiesta dei nuovi documenti, in cui ci si dichiara proprietari del veicolo e si autocertifica la residenza.
Bisogna allegare il certificato di idoneità tecnica e le ricevute di tre versamenti (vedere l'ultima risposta alle domande sulla destra). Chi si rivolge alle agenzie pagherà anche il relativo, legittimo compenso.
Nessun adempimento va svolto invece al Pra: la riforma non ha cambiato lo status giuridico dei ciclomotori, che restano dei comuni beni mobili (quindi non registrati).

Gli adempimenti successivi
Ottenuti i documenti, si è inseriti nell'Anv (Anagrafe nazionale dei veicoli, tenuta dalla Motorizzazione). Ciò comporta l'obbligo di comunicare gli aggiornamenti: cambi di residenza (tramite il Comune), passaggi di proprietà e sospensioni della circolazione. Quando si vende il ciclomotore, la targa va staccata e conservata per un eventuale acquisto successivo o distrutta (comunicandolo alla Motorizzazione o a un Centro servizi).

Il passeggero
Dal 1999, alcuni ciclomotori (omologati secondo la direttiva europea 97/24) possono trasportare un passeggero. Ma si può approfittarne solo se ciò risulta dal certificato di circolazione. Quindi alcuni vecchi ciclomotori, col cambio dei documenti, si riveleranno idonei. In ogni caso, il passeggero può salire solo se il conducente è maggiorenne.

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