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Spitfire, una cabriolet ancora moderna

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Epoca

Spitfire, una cabriolet ancora moderna

  • –di Vittorio Falzoni Gallerani

Presto o tardi arriverà la stagione adatta a circolare a capote aperta ma in questa occasione vogliamo parlare della Triumph Spitfire, come proposta per l'uso quotidiano, facendo riferimento alla qualità del suo tetto rigido; si può dire che, soprattutto a partire dalla Mk IV del 1970, la Spit sia la prima spider inglese a sfoggiare un hard top veramente degno di questo nome.

Quella che consigliamo, però, è la versione successiva: la 1500 in particolare post 1976 quando gli appoggiatesta ai sedili vengono montati di serie ed il motore riceve due ulteriori cavallini per un totale di 72, sufficienti a muovere questa leggera Triumph con leggiadria; niente di eccezionale, intendiamoci, anche perché il motore ha il tipico comportamento delle unità inglesi di quel periodo: scatto piacevole grazie ai buoni valori di coppia motrice, ma scarsissima propensione all'allungo.

Se pensate che un piccolo spider ben isolato durante tutto l'anno è quello che vi serve per le vostre necessità di giovane ancora senza figli o con figli già grandi (la gioventù è un luogo dell'anima...non lo sapevate!?) allora siete arrivati alla meta.

Innanzitutto una Spitfire vi offre un ritorno in termini di stile che solo un'auto inglese può dare, per quanto il disegno della carrozzeria sia di un italiano: il mai abbastanza lodato Giovanni Michelotti, compreso il "mitico" hard top che sembra nato lì per partenogenesi tanto è ben integrato nella linea sottostante; anche tanti altri particolari come il volante, la spessa moquette sul pianale, il tessuto "pied de poule" dei sedili, il tappo cromato del serbatoio, la plancia in vero legno sono di un'eleganza che non ha riscontri in questa categoria di vetture.

E che dire dei colori!? Scordatevi bianco, nero e grigio metallizzato: la scelta è tra verde, giallo, rosso scuro, marrone, blu e tutti in tonalità particolari e personalissime.
Il rapporto peso/potenza simile a quello di un' Autobianchi A112 Abarth 70 HP vi conferisce poi una dinamica di rispetto in ogni frangente con il solo limite dei trasferimenti autostradali dove una quinta marcia sarebbe necessaria per mantenere confortevolmente i 130 orari che il motore sopporterebbe indefinitamente senza problemi; i consumi nell'uso normale casa-ufficio sono nell'ordine dei tredici chilometri per litro.

Tutti i ricambi (ripetiamo: tutti) sono disponibili a prezzi super competitivi anche in rete con consegna direttamente a casa vostra e la meccanica di francescana semplicità aiuta anche lei molto a contenere i costi; addirittura chi possiede discreta manualità e conoscenza basica della meccanica può eseguire personalmente molti lavori di manutenzione enormemente aiutato in questo dalla perfetta accessibilità al motore ottenuta grazie al cofano totalmente apribile (come sulla Jaguar E: ci si può così pavoneggiare un po' anche con questa particolarità).

I carburatori inglesi SU che alimentano questa macchina hanno già dato prova di lavorare molto bene con il gpl: siete quindi in grado, volendo, di equipaggiare la vostra Spit con uno di questi impianti e di aggirare così le limitazioni di traffico nei grandi centri urbani: è una possibilità che non ci sentiamo di sconsigliare anche se vi costerà quasi completamente la capacità del bagagliaio.
Rimane però una comodissima panchetta dietro i sedili e la possibilità di montare uno di quei portapacchi sul coperchio del bagagliaio che, mai come sulle auto inglesi, stanno d'incanto.

E qui si apre un altro capitolo interessante che è quello della personalizzazione che, su queste auto, offre possibilità infinite: si va dal terminale di scarico a due uscite centrali alle ruote a raggi, dai vari stemmi e bandierine di sapore anglosassone agli specchi retrovisori cromati, dal già citato, irrinunciabile portapacchi a vari tipi di fendinebbia.
Sembra non vi siano lati negativi; non è esatto, qualcosa c'è e lo scriviamo per completezza: oltre ad essere la vettura molto bassa, le sue portiere si aprono poco e lo sali scendi a capote chiusa è decisamente scomodo per non dire proibitivo per chi non possiede la forma dei vent'anni; una volta seduti si sta incredibilmente comodi anche se si è molto alti ma raggiungere il proprio posto può essere difficile in caso di pancetta grave.

Ad alta velocità, poi, il motore si fa sentire troppo e questo limita la lunghezza delle tappe dei vostri viaggi molto più del molleggio sorprendentemente clemente (considerando di che tipo di auto si tratta) con la schiena; come tutte le auto inglesi essa produce anche molto caldo nell'abitacolo provocato soprattutto dalla trasmissione; la nostra Triumphina però ha un asso nella manica: il lunotto della capote apribile che consente di viaggiare, abbassando anche i cristalli laterali, come se si fosse su uno scooter con l'ombrello parasole sulla testa; impagabile!
Ci pare, tutto sommato, che i pregi superino di gran lunga i difetti ancor prima di prendere in considerazione la quantità di denaro necessaria per assicurarsene un ottimo esemplare: molto bassa, mai superiore ai diecimila Euro.
Una quotazione incapace di creare preoccupazione e protetta, per di più, da qualsiasi deprezzamento.

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