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Nissan DeltaWing, la strana auto da corsa con la tecnologia del futuro

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LE MANS

Nissan DeltaWing, la strana auto da corsa con la tecnologia del futuro

  • –di Cesare Cappa

Chissà quante volte avrete sentito dire che le corse sono per il mondo dell'auto l'equivalente del laboratorio di un chimico. Il banco di prova ideale per sperimentare le tecnologie del futuro. Certamente in passato è stato così, ma la storia ci insegna che oggi le cose sono decisamente cambiate e le competizioni hanno perso quel gusto romantico dove i pionieri dell'ingegneria davano libero sfogo alla loro creatività. Ma a volte la realtà può riprendere il passato, soprattutto quando una casa come Nissan decide di realizzare una concept car per partecipare alla prossima 24 Ore di Le Mans.

La gara più famosa del mondo sarà il palcoscenico internazionale che farà da vetrina alla tecnologia nipponica nell'ambito dei propulsori a benzina. Il progetto avveniristico prende il nome di DeltaWing, una vettura barchetta che sfilerà lungo la corsa francese con il numero zero, perché come dice il famoso proverbio "l'importante è partecipare". A dire il vero il numero assegnatoli indica il fatto che la vettura è fuori dalla competizione, anche se i piloti designati (al momento sono solo due), l'inglese Marino Franchitti e il tedesco Michael Krumm, campione mondiale del FIA GT1, non mancheranno di "pestare" sul pedale dell'acceleratore. Ma la DeltaWing oltre a vantare una linea che ricorda da vicino una freccia, è sotto il cofano che rivela la tecnologia sperimentata da Nissan. Il propulsore quattro cilindri di soli 1,6 litri di cilindrata è in grado di sfoderare 300 cavalli di potenza. Fa parte della famiglia DIG-T (acronimo inglese che significa "Direct Injection Gasoline - Turbocharged") e adopera parte della tecnica che definisce i veicoli della gamma stradale di Nissan, come la Juke DIG-T. Le prestazioni dovrebbero essere simili a quelle delle vetture che corrono in classe LMP1.

Nonostante abbiamo il doppio dei cavalli, la DeltaWing può contare su peso e resistenza aerodinamica dimezzati. Un progetto così ambizioso non poteva che annoverare delle partnership di alto livello: il designer inglese Ben Bowlby, l'imprenditore americano del motorsport Don Panoz, l'ex-pilota di Formula 1 e fondatore di All-American Racers Dan Gurney, il team Highcroft Racing di Duncan Dayton e Michelin Tyres Nord America. Il colosso francese ha realizzato specificatamente le ruote anteriori, caratterizzate da una sezione molto piccola in relazione alla tipologia di vettura. L'abitacolo è sistemato in posizione arretrata e come il motore (posteriore), favorisce la distribuzione del peso a favore del retrotreno. A questo punto non ci resta che attendere Le Mans per vedere se la piccola DeltaWing riuscirà a "suonarle" ai più grandi.

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