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Il futuro di Termini appeso a un filo

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Mercato e industria

Il futuro di Termini appeso a un filo

  • –di Nino Amadore

PALERMO - Doveva essere una giornata decisiva per il futuro dell'area industriale di Termini Imerese. Ma così non è stato. Ieri scadeva l'ultimatum per Massimo Di Risio, il patron della molisana Dr Motor che nella piana dell'Imera dovrebbe prendere il posto della Fiat ma che è in grande difficoltà finanziaria ed è in cerca di un partner per ricapitalizzare l'azienda. Lo stesso Di Risio aveva anticipato ai giornalisti prima dell'incontro al ministero per lo Sviluppo che avrebbe chiesto una proroga. Così è stato: se ne riparlerà il 20 giugno. «È stato un incontro interlocutorio – dice l'assessore regionale alle Attività produttive Marco Venturi – ma abbiamo preso atto delle difficoltà di Di Risio e deciso di avviare una nuova selezione». Ieri Di Risio si sarebbe difeso sostenendo di aver fatto investimenti in ricerca finalizzati alla produzione di 4 nuovi modelli e che un po' di problemi finanziari sarebbero da attribuire a questa attività.
Questa volta non c'è solo un rinvio a beneficio della Dr poiché al termine dell'incontro, presieduto dal sottosegretario Claudio De Vincenti (il ministro Corrado Passera era impegnato ai funerali delle vittime del terremoto in Emilia) e dal presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo, è stato stilato un verbale in cui si certifica che «verranno riavviate le procedure per ricercare nuove iniziative atte a concorrere alla soluzione del problema della riconversione del sito industriale di Termini Imerese» e «qualora Dr avrà provveduto alla richiesta di capitalizzazione provvederà tempestivamente a comunicarlo all'advisor Invitalia». Un punto, quello che riguarda la capitalizzazione di Dr, che impensierisce non poco i sindacati: «È necessario sapere – dice Antonio D'Anolfo dell'Ugl metalmeccanici – se c'è un partner industriale o finanziario per la capitalizzazione di Dr Motor, perché il tempo passa e i lavoratori hanno bisogno di certezze». Il segretario provinciale della Cisl Mimmo Milazzo dice: «Ci auguriamo che il governo in attesa dei chiarimenti di Di Risio vada avanti nella ricerca di una soluzione». Mentre per la Cgil il segretario confederale Elena Lattuada dice: «Si riaprono i giochi, siamo al gioco dell'oca e torniamo alla casella numero uno. Serve un impegno straordinario da parte del governo e della stessa Fiat».
Fim, Fiom e Uilm che hanno convocato per oggi un'assemblea con i lavoratori e il primo cittadino di Termini Totò Burrafato (il quale ha usato toni duri e minacciato di occupare il ministero) sono «moderatamente» soddisfatti per l'impegno preso dai rappresentanti del governo sul fronte dei lavoratori. Ci sono i 640 esodati rimasti fuori dai recenti provvedimenti e ci sono i circa 1.312 in cassa integrazione e che rischiano di rimanere senza reddito nel 2013. Il verbale attesta che «il governo si impegna a risolvere la questione relativa ai 640 lavoratori» e si «adopererà per favorire il buon esito delle procedure per la concessione del sostegno al reddito per il 2013». L'ultimo punto del verbale affronta l'ipotesi che la trattativa possa ricominciare daccapo: «Qualora la soluzione complessiva fin qui individuata non dovesse concretizzarsi – si legge – la conseguente revisione degli accordi fin qui sottoscritti dovrà coinvolgere tutti i soggetti firmatari». Ovvero si ricomincia di nuovo a parlare con tutti. Anche con la Fiat. Tra i più agguerriti, ieri, i deputati siciliani Salvino Caputo e Pino Apprendi: «Chiederò al presidente dell'Assemblea siciliana – ha detto Caputo – di nominare una commissione di inchiesta parlamentare per accertare l'operato di Invitalia».

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