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Torna la leggenda dell'auto ad aria. Ecco perché non è detto…

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AUTO IMPROBABILI

Torna la leggenda dell'auto ad aria. Ecco perché non è detto che funzioni (e non si tratta di un complotto)

  • –di Cesare Cappa

Bisogna trovare un'alternativa, perché i combustibili tradizionali costano troppo, i motori alimentati a benzina e gasolio inquinano e le risorse offerte dal pianeta Terra dovrebbero essere oramai agli sgoccioli. Si, ma quale? Da tempo sentiamo parlare di propulsori elettrici, di colonnette di ricarica, qualcuno addirittura azzarda il tema dell'idrogeno, ma poi alla fine benzina e gasolio sono ancora a dettare legge. Le case non stanno certo ferme al palo e investono milioni di euro nella ricerca, con la consapevolezza che se un litro di carburante costa intorno ai due euro (almeno in Italia), la colpa non è certo del mondo automobilistico.

Ma in un clima di confusione, sia tecnologica che finanziaria, spesso la ribalta offre soluzioni che potrebbero sembrare rivoluzionarie, addirittura epocali. Veloci a comparire e altrettanto rapide a sparire. Ma, volenti o nolenti, in questi casi il "partito del complotto" è sempre pronto a darci una spiegazione, dove spie e controspionaggio sono sempre all'ordine del giorno. Solo che in un mondo governato dalle leggi della fisica, basterebbe porre maggiore attenzione sul contenuto e meno sul contenitore.

È di questi giorni la notizia che, dalla metà (forse) del prossimo anno, sarà in vendita la ormai famosa vettura ad aria compressa - in Italia denominata Eolo - ideata dall'ingegnere Guy Négre, un passato in Formula1 con la Williams. Un'auto, che secondo le dichiarazioni del suo inventore avrebbe un motore con un'efficienza pari al 70%. Un valore che supera il doppio se paragonato a quello di un "tradizionale" propulsore a benzina o gasolio. Ovviamente emissioni inquinanti pari a zero e costi di esercizio praticamente azzerati. Ma come dice un proverbio, "tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare". Sono dieci anni infatti che non si è mosso quasi nulla. A dire il vero nel 2007 il colosso Tata è entrato nel progetto e forse a metà del prossimo anno la city car di cui tanto si è parlato dovrebbe prendere forma. Le prospettive sono importanti, perché nascerà una vera famiglia di veicoli alimentati mediante l'aria compressa.

Un'invenzione però che non convince del tutto il mondo della fisica, perché le dichiarazioni dell'ing. Négre oltre a non avere un riscontro istituzionale, andrebbero a cozzare con le più elementari leggi che governano i gas. Diverse sono le tematiche messe in campo, ma due sono probabilmente le più significative. Quando un gas compresso come l'aria espande, in condizioni normali, si raffredda a temperature molto basse (nell'ordine dei -40° gradi centigradi). Ciò potrebbe generare la formazione di ghiaccio all'interno dei condotti che portano l'aria al motore, con l'evidente rischio di bloccare le parti in movimento. Un'eventualità che si realizza quando si apre la valvola che permette all'aria compressa di alimentare l'unità dell'ing. Négre. Anche utilizzando aria secca non si è in grado di eliminare totalmente la presenza di condensa. Ma la questione più importante è quella relativa al contenuto energetico dell'aria compressa, che per non essere "disperso" deve essere "estratto" nella fase di espansione a temperatura costante (ma sappiamo che l'aria raffredda!).

Quindi per realizzare un processo così complesso, bisognerebbe fornire calore all'aria espansa in modo tale da evitare sbalzi di temperatura. Ma come? Négre avrebbe realizzato un piccolo motore a combustione interna (alimentato a benzina o diesel) con il solo compito di scaldare l'aria in uscita dalle bombole. Ma ciò non è sufficiente ai fini di mantenere un efficienza così alta (70%), perché per estrarre il massimo dell'energia disponibile dall'aria compressa bisognerebbe eseguire una serie di trasformazioni a volume costante e senza scambio di calore con l'esterno. Una situazione non in linea con l'architettura dell'intero sistema. Ora Négre parla solo di una microcar destinata alla vita urbana, potenzialmente adatta (poco peso e poca autonomia) alla sua idea, me nel caso di una vettura normale avreste bisogno di un carrello di bombole ad aria compressa per avere un quantitativo di energia sufficiente per muoversi (e non solo per 30 km).

Di sicuro il web è pieno di corsi e ricorsi storici, ma è altrettanto sicuro il fatto che né il mondo dell'auto né tanto meno quello dei gruppi petroliferi sono dietro ad un eventuale disfatta della vettura ad aria compressa. Intanto bisognerebbe chiedere che cosa pensano i dirigenti di Eolo Auto Italia che nel 2005 hanno dovuto licenziare i loro dipendenti e hanno fatto causa alla MDI società di proprietà dell'ing. Nègre.

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