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Delta Wing, l'«aeroplano» con le ruote di Nissan

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AUTO DA CORSA

Delta Wing, l'«aeroplano» con le ruote di Nissan

  • –di Nicola Desiderio

Un aeroplano con le ruote, un'astronave o la nuova batmobile? Sbagliato: è un'auto da corsa, e lo ha dimostrato sul campo. È la Nissan DeltaWing, il prototipo che la casa giapponese ha schierato alla 24 Ore di Le Mans per dimostrare che le competizioni possono essere ancora interessanti sviluppando temi tecnici che riguardano da vicino la produzione di serie, l'efficienza in primis. Il motore infatti è lo stesso 1,6 litri turbo a iniezione diretta montato sulla Juke Nismo presentata proprio in occasione della corsa francese, ma potenziato a 300 cv e accoppiato a un cambio sequenziale a 5 rapporti. La scocca poi è in fibra di carbonio contribuendo a ridurre il peso fino a 575 kg che è ripartito nettamente sull'assale posteriore per avere le migliori prestazioni in frenata e più agilità. Ma la parte più interessante è lo stile degno dell'X-Wing di Guerre Stellari con un muso stretto – nel quale le ruote anteriori sono larghe solo 10 cm su cerchi da 14 pollici e sono distanti tra loro poco di più – pance laterali a freccia e un'enorme pinna posteriore, il tutto per dimezzare la resistenza aerodinamica attraverso la riduzione drastica delle superficie frontale e un cx di 0,31, incredibile per un'auto da corsa. Il risultato è che con metà della potenza, la DeltaWing ha dapprima guadagnato il 29° tempo in prova e, con un serbatoio di soli 40 litri, in gara è riuscita a tenere il ritmo dei prototipi della categoria LMP2 viaggiando molto più forte delle GTE Pro tra le quali il dominio è stato delle Ferrari 458 Italia dotate, nella versione di serie, di un V8 4.5 da 570 cv. Si tratta dunque di una scommessa vinta prima sul piano della comunicazione e poi su quello sportivo, che avrebbe visto la bandiera a scacchi se un contatto con la Toyota TS 030 guidata da Satoru Nakajima non l'avesse costretta al ritiro dopo un'uscita di strada. Merito dell'ACO (Automobile Club de l'Ouest) che ha compreso la carica innovativa del prototipo Nissan ammettendolo alla 24 Ore di Le Mans con il numero 0 non rispondendo a nessuna delle 4 categorie previste dal regolamento. Eppure la corsa francese era stata per la DeltaWing la seconda scelta essendosi proposta per prima alla IndyCar americana, invano nonostante mentori del progetto siano personaggi del calibro di Don Panoz, ex pilota di Formula 1 e costruttore di auto da corsa, e di Dan Gurney, ricordato per aver vinto a Le Mans nel 1967 con la Ford GT40, ma anche per aver inventato il Gurney lip, quel piccolo labbro alla fine dell'ala che aggiunge deportanza senza aumentare la resistenza. Downsizing dei motori, aerodinamica, peso ridotto e anche pneumatici ottimizzati rappresentano i campi individuati da tutte le case automobilistiche per aumentare l'efficienza delle auto di serie. La DeltaWing li abbraccia tutti ed è dunque un laboratorio che può restituire nuovi elementi per diminuire i consumi e le emissioni, ma anche migliorare le prestazioni ristabilendo quel doppio filo tra competizioni e vita di tutti i giorni, troppo spesso dimenticato da molte discipline motoristiche sportive.

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