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Mobilità a ioni di litio: il futuro è senza fili

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TECNOLOGIA

Mobilità a ioni di litio: il futuro è senza fili

  • –di Carlo Iacovini

Il World Economic Forum l'ha definita una delle prime 10 tecnologie emergenti del 2012. Di quelle che impatteranno nella vita quotidiana di tutti noi, semplificandola. È la ricarica senza fili, un'applicazione che si troverà in quasi tutti i dispositivi comuni come telefoni, computer, palmari e tablet. Ma anche sulle auto elettriche. Mentre il mercato attende flotte di veicoli a zero emissioni (che purtroppo la gente ancora non compra), c'è chi vede già come obsolete colonnine, cavi elettrici e prese di varie specie da tenere nel bagagliaio dell'auto. Oggi i tecnici trovano soluzioni per rendere semplice e veloce la ricarica dei veicoli: colonnine per abitazioni collegate alle bollette, sistemi di "fast charging" distribuiti nei parcheggi o nei centri commerciali, punti pubblici dislocati nelle città. Diciamo che le soluzioni esistono già, mentre occorrono investimenti per sostenere un business che globalmente vale oltre 7,7 milioni di euro nei prossimi 5 anni. Uno standard di prese non esiste ancora e difficilmente si raggiungerà un accordo in tempi brevi, costringendo gli utenti a convivere con infrastrutture di ricarica multi-servizio. Ma il futuro, quello vero, sarà il "wireless charging", la ricarica senza fili che sfrutta il fenomeno (alla base della nostra civilta tecnologica) dell'induzione elettromagnetica scoperta nel 1831 dal fisico inglese Michael Faraday.

Chi lo dice è la Qualcomm, una multinazionale delle telecomunicazioni, con 26 anni di esperienza, un fatturato di 15 miliardi di dollari di cui 2,9 destinati alla ricerca e sviluppo. Per dare concretezza alla tecnologia, l'azienda sta già utilizzando in Inghilterra 2 Citroen CZero con ricarica a induzione, oltre ad avere realizzato un prototipo del sistema "fast charging" per l'auto da corsa Lola-Dryson B12 in grado di fornire fino a 20kw di potenza. Anche la prima Rolls Royce Phantom 102EX Elettrica, sfidando l'opulenza e la leggerezza tanto ricercata nelle auto, può vantare l'impianto sperimentale di ricarica a induzione studiato dalla HaloIPT (azienda specializzata del settore, recentemente acquisita da Qualcomm per sbaragliare il settore). Entro i prossimi 2 anni di sperimentazione sono previsti anche i primi taxi pubblici e diverse installazioni a Londra. Il sistema promette un'estrema facilità d'uso. Si parcheggia il veicolo nel posto auto riservato e dotato di una piastra di ricarica a terra, doverosamente alimentata con energia da fonti rinnovabili. Senza ansie di perfezionismo, il collegamento avviene con ampi margini di tolleranza in caso di "disallineamento" verticale del veicolo rispetto alla base; i distratti del parcheggio potranno stare tranquilli. Il sistema di bordo dell'auto entra in collegamento con la base e, dopo la conferma di attivazione (da parte dell'utente), la ricarica inizia a trasferirsi dalla base alla piastra di accumulo appoggiata al pianale dell'auto. Il sistema è compatibile con tutti i modelli di autovetture esistenti nel mercato perché si occupa solo di trasferire l'energia alla batteria installata, con una garanzia di efficienza del 90% nei test realizzati, anche in caso di neve, maltempo e sporco. Con potenze di ricarica variabili dai 3kw ai 20 kw, il prodotto consente le più diverse applicazioni, come il mercato richiederà in futuro.

La collaborazione con il mondo dell'auto è attiva da anni, dicono alla Qualcomm, già con diversi brand. Solo con la diffusione di massa degli applicativi sarà possibile raggiungere le economie di scala che garantiscono costi bassi e profitti per tutti. Compreso alla Qualcomm che punta a vendere su licenza i propri brevetti e guadagnare sulle vendite future. All'Univiersità di Aukland dove ha sede il centro ricerca della multinazionale, c'è chi guarda al futuro: energia in movimento dove i veicoli si ricaricano con sistemi di induzione integrati nel manto stradale. Immaginiamo punti di ricarica alle fermate dell'autobus, ai semafori, agli incroci e in situazioni che consentono una breve sosta. Il primo "pilota" è già in corso, in un'area di 15 km dove le auto percorrono brevi tragitti senza scaricarsi. Ma è un test e questo futuro è lontano anche per loro.

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