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La sfida di Fiat in Cina? Vincerla non sarà facile

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ANALISI

La sfida di Fiat in Cina? Vincerla non sarà facile

  • –Di Riccardo Celi

La Fiat Viaggio, la prima berlina prodotta nel nuovissimo stabilimento di Changsha e frutto della joint venture tra Fiat e il costruttore locale Guangzhou Automobile Company (GAC, il sesto in Cina per volumi produttivi), ha debuttato sul mercato cinese il 10 settembre presso l'Italian Pavillon del World Expo di Shanghai. La vettura, basata sul cosiddetto pianale "CUSW" che ha preso a prestito molti elementi della Dodge Dart e dell'Alfa Romeo Giulietta, sembra avere molti assi nella manica per conquistare gli automobilisti locali. Per esempio, lo spazio interno generoso (l'abitacolo, volante a parte, è quello della Dart venduta negli Usa) che in Cina costituisce un plus molto gradito. Tuttavia, nell'affollato mercato della berline "compact" e "medium size" (che nel 2011 ha visto la vendita di 5,3 milioni di vetture sui circa 18,5 milioni del mercato totale cinese), sono presenti ben 40 modelli.

Dunque, l'outsider Viaggio, con una Fiat che arriva sul mercato con grave ritardo, dovrà vedersela con concorrenti del calibro di Chevrolet Cruze, Ford Focus, Honda Civic e le Volkswagen Jetta e Sagitar, presenti e consolidate da tempo sul mercato. Ce la farà a proiettare le vendite di Fiat verso l'ambizioso traguardo (forse troppo, anche se si parla di un nuovo modello Fiat all'anno) di 6 milioni di vetture nel 2014 che costituiscono l'obiettivo dell'ad Sergio Marchionne? La posta è elevata: il presidente di Guangqi, Zheng Xiancong, ha confermato che lo stabilimento di Changsha sarà in grado di produrre, oltre alla Viaggio, altri tre modelli, ma è indubbio che dopo i passati errori in terra cinese, la nuova berlina potrebbe rappresentare l'ultima occasione del Lingotto per non perdere il treno nel gigantesco mercato asiatico nel quale, si vocifera già, la casa intenderebbe consolidarsi aprendo un secondo stabilimento. Gasgoo, un portale cinese che analizza il mercato dell'auto locale, ha condotto un'indagine conoscitiva per esplorare le possibilità di successo della Viaggio e della strategia Fiat, interpellando 1.023 analisti ed esperti dell'automotive locale.

Nella prima domanda, ha chiesto agli intervistati la loro opinione sulle performance che ci si può attendere dalla casa torinese in questo tentativo. La maggioranza, il 52%, ha affermato di vedere per il gruppo scarse prospettive, contro un 27% di ottimisti e un 21% di indecisi. La seconda domanda, che chiedeva al panel a quale aspetto Fiat dovesse prestare più attenzione per rendere concrete le sue possibilità, ha ottenuto risposte diversificate, ma quella più frequente (26%) ha parlato della necessità di mettere a punto piani dettagliati per competere in molti segmenti e di essere molto flessibili e aperti alle nuove idee, due caratteristiche ritenute indispensabili per affermarsi in un mercato che sta dimostrando estrema vitalità, ma anche una tendenza a cambiare rapidamente, cosa che rende rischioso, nell'ottica di ottenere una presenza e una visibilità stabili, puntare su appena uno o due modelli, anche se di successo. Un altro 25% degli intervistati ha individuato nel miglioramento dell'immagine di marca un altro fattore cruciale in un mercato che, secondo J. D. Power, nel 2015 vedrà la presenza di ben 90 costruttori, cioè molti di più di quelli che operano oggi in quelli maturi, e dove la maggioranza dei potenziali clienti deve ancora acquistare la sua prima auto.

Il 19% delle risposte ha indicato che, per sfondare in Cina, nessun costruttore può più permettersi un errore che altre case hanno commesso: quello di commercializzare vetture progettate per altri mercati senza tener conto delle specifice esigenze degli automobilisti cinesi. In questo, però, con la Viaggio, Fiat sembra aver appreso le lezioni del passato, quindi la risposta fornita dagli esperti si può ritenere come un'esortazione alla casa nel proseguire sulla strada già intrapresa. Con l'ultima domanda, al panel di esperti è stato chiesto di focalizzarsi sulle prospettive della Fiat Viaggio in Cina. Il 69% ha mostrato di essere scettico, affermando che il mercato cinese è talmente saturo di modelli da rendere difficile l'affermazione di uno completamente nuovo. Soltanto il 17% s'è dichiarato di parere contrario, mentre il risultato conta anche un 14% di indecisi.

Il sondaggio è stato condotto da Gasgoo prima che Fiat rivelasse un aspetto fondamentale della sua strategia in Cina: il prezzo della Viaggio, che successivamente è stato fissato tra i 108.800 yuan della versione "base" equipaggiata con il propulsore 1.4 T-Jet da 120 CV e i 158.800 della più costosa (in tutto le versioni sono sei), con lo stesso motore in edizione da 150 CV. Il prezzo, cosiderate dotazioni e allestimenti, è più contenuto rispetto a quello delle concorrenti Volkswagen, e mantiene un certo margine di competitività anche sulle rivali di fascia più popolare. Yan Jianming, un manager di Gunagqi, ha affermato che tale prezzo è stato reso possibile dallo "stretto controllo dei costi in fase di progetto, che ha permesso di contenere quello dei componenti del 30% rispetto ai modelli della concorrenza", mentre ulteriori risparmi arriveranno certamente dal prossimo avvio della produzione in loco anche del cambio. Va considerato che il listino competitivo potrebbe in parte derivare anche dal fatto che la Viaggio monta un assale posteriore a elementi rigidi invece del più sofisticato e costoso schema multi-link presente sulla Dodge Dart e sull'Alfa Romeo Giulietta, ma non è escluso che se il sondaggio di Gasgoo fosse stato condotto dopo la comunicazione del listino ufficiale della Viaggio, qualche valutazione nei confronti delle possibilità di successo di Fiat forse sarebbe stata più ottimistica.

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