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Opel Adam, il gioco delle combinazioni

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Opel Adam, il gioco delle combinazioni

  • –di Massimo Mambretti

La nuova Adam si pone alla base della famiglia Opel con grandi ambizioni. Rientra, infatti, nel filone delle cosiddette urban-car di tendenza e ha il non facile compito di traghettare in questo contesto il marchio tedesco ed è quindi destinata a conquistare nuove schiere di clienti. Gioca la sua partita puntando su lineamenti simpatici, che sono frutto dell'intersezione fra gli attuali canoni stilistici del marchio e l'evoluzione di alcuni di essi ma anche su interpretazioni che, sebbene stemperate un po' da qualche alchimia, richiamano alla mente la Fiat 500, come la conformazione del padiglione e il taglio delle vetrature laterali. L'effetto "vetrina", però, non è il principale fattore su cui punta l'Adam per attirare interesse, poiché un ruolo determinante è ricoperto sia dagli allestimenti (oltre a quello base abbinabile solo alla versione meno potente ci sono il Jam, il Glam e lo Slam) sia da una serie davvero smisurata di abbinamenti cromatici esterni e interni, accessori e pacchetti di personalizzazione. I primi fanno virano il carattere dell'Adam verso i territori più giovanili, sfiziosi o sportivi e offrono dotazioni che aggiungono a quanto già propone la base (6 airbag, Abs, Esp e il servosterzo con funzione City) climatizzatore e impianto hi-fi, insieme ad accessori coerenti con la personalità dell'allestimento. Per esempio, i cerchi in lega piuttosto l'assetto sportivo, il davvero notevole sistema multimediale IntelliLink con il quale si interfacciano gli smartphone e che può integrare una App per la navigazione, i fari a Led o, ancora, il tetto panoramico. I secondi, mediamente proposti a prezzi intriganti e che generano 30mila combinazioni differenti, includono effetti speciali (per esempio, la plancia e il padiglione rivestiti con pellicole retroilluminate o che creano persino cieli luminosi stellati) insieme a proposte di cerchi in lega che arrivano sino a 18 pollici (e si possono personalizzare cromaticamente anch'essi) e a optionals da vetture di categoria superiore alla fine.
Se vista da fuori l'Adam sembra più grande di quanto non sia in realtà (è lunga 3,69 metri) nell'abitacolo, curato stilisticamente a livello di finitura ma meno ergonomicamente tanto da proporre il sistema di infotainment e navigazione Gps fuori dal campo visivo, la sua reale taglia è tradita dall'ambiente in cui lo spazio è adeguato alle esigenze dei passeggeri solo nella zona anteriore. Parimenti, anche la zona di carico non è un punto di riferimento sia per la capacità sia per l'accessibilità, resa poco agevole dalla soglia posta a 80 cm da terra.
Differentemente da altre parti la famiglia italiana della Adam (il cui listino culmina a 15.600 euro) è formata da versioni spinte da due motori a benzina, ma l'anno prossimo arriveranno varianti spinte da una unità a iniezione diretta di benzina abbinata al cambio a 6 anziché a 5 marce e a Gpl.
Inaspettatamente la prima presa di contatto con l'ultima nata di casa Opel è avvenuta con la versione 1.400 da 87 cv, che da noi non è importata. Pertanto più che sul temperamento dell'Adam possiamo soffermarci sul comportamento, anche se a titolo di cronaca si può dire che questa unità offre un certo brio solo oltre i 3.000 giri mentre al disotto di questa soglia non è molto elastica e impone frequentemente il ricorso al cambio, convincente per manovrabilità e innesti. Dinamicamente il comportamento dell'Adam è influenzato dall'assetto che è Confort con i cerchi da16" e Sport con quelli da 17" della Slam utilizzata per il test. Con questa taratura a fronte di un assorbimento non sempre graduale sulle asperità della strada e di uno sterzo poco informativo, l'Adam mette in campo una buona agilità e un comportamento affidabile, grazie anche ai buoni influssi del passo corto e delle carreggiate larghe.

La carta di identità della Opel Adam

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