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Aston Martin, da Jaguar una lezione per Bonomi

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ANALISI

Aston Martin, da Jaguar una lezione per Bonomi

  • –di Mario Cianflone

Aston Martin, un nome leggendario che però dimostra come non basta il blasone per avere successo e che i miti possono appannarsi fino a scomparire se mancano vera innovazione, idee e prodotti concorrenziali. Per la Casa di Gaydon inizia una nuova era e Investindustrial (e Andrea Bonomi) hanno di fronte una partita difficile: rimettere in piedi un costruttore di supercar in vita con il sondino nasogastrico. In stato comatoso per le difficoltà economiche e congiunturali ma che vive di una costante riproposizione di modelli noti in varianti che sanno di zuppa riscaldata. Una casa che è riuscita a offrire vetture improbabili al limite dell'assurdo come la Cygnet, edizione glamour-chic della Toyota iQ: una valida e forse poco capita Citycar che ha una sua dignità fintanto che ha il marchio giapponese sul cofano ma se la si traveste da Aston Martin sfiora il ridicolo e il kitch. E, infatti, il successo non è mai arrivato.
Aston Martin può adesso ingranare una nuova marcia e voltare pagina. Magari prendendo spunto da Jaguar Land Rover, che guarda caso era anch'essa nell'orbita Ford e del suo Premier auto group fino a 5 anni fa e che ora, nelle mani di Tata, è diventata un vero caso di successo e un simbolo di come si possono risollevare le sorti di un costruttore puntando sull'innovazione, magari inventando un nuovo stile come ha fatto Gerry McGovern, il capo del design di Jlr che con la Xf prima e la Xj ha cambiato l'identità della marca. Jlr ha lasciato perdere l'idea tutta Ford di travestire una Mondeo da vecchio giaguaro (la molto dimenticabile X-Type) o di giaguarizzare stile sixties una Lincoln Continental puntando sul design retrò, la radica e la pelle. E poi ha acceso la rivoluzione della Evoque: la baby Range che è diventata in un anno e mezzo una vettura culto nel segmento lusso-premium con oltre 70mila unità vendute. Jlr adesso vede le vendite crescere a due cifre e punta con la quarta serie della Range a dare sostegno a all'espansione del gruppo che prima dell'arrivo dei padroni indiani doveva chiudere una delle sue tre fabbriche (quella di Castle Bromwich) e ora invece si appresta ad avviare una fabbrica in Cina, vicino Shahnghai, con il partner Chery e un'altra nel regno unito, a Wolverhampton, dove saranno prodotti nuovi motori ecologici e sportivi nel segno, ancora una volta, dell'innovazione.

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