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Il problema di Marchionne si chiama Dodge Dart

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ANALISI

Il problema di Marchionne si chiama Dodge Dart

  • –di Riccardo Celi


Nei piani dell'ad Fiat-Chrysler, Sergio Marchionne, la Dodge Dart, che ha debuttato nel 2012 al salone di Detroit, doveva diventare una specie di oggetto del desiderio per l'automobilista americano, almeno di quello interessato a una vettura "mid-size", cioè del segmento medio.
Le cose, però, non stanno andando come previsto e le scarse vendite finora registrate dalla Dart offuscano i successi dei marchi Chrysler oltreoceano (33 mesi consecutivi di vendite in crescita) e turbano i sonni del manager italo-canadese. Negli ultimi quattro mesi del 2012, e a dispetto dell'effetto novità che spesso aiuta, la Dart ha venduto appena un quinto degli esemplari di Civic piazzati dalla concorrente Honda e un quarto delle Chevrolet Cruze. Insomma, per ora la nuova vettura ha fallito nell'obiettivo di convincere gli acquirenti che Chrysler oggi non significa solo pick-up, minivan, Suv e grandi berline (cioè i segmenti che valgono il 70% delle sue vendite e che nel 2012 le hanno fatte aumentare), ma anche modelli agili e compatti.
Eppure, erano state proprio le grandi auto assetate di carburante ad aver attirato negli anni scorsi il giudizio negativo del presidente Barack Obama quando, di fronte al grande disastro economico dei grandi gruppi automobilistici americani, ne aveva disposto il salvataggio (Chrysler compresa) grazie a massicce iniezione di denaro pubblico, subordinate però a pesanti ristrutturazioni che dovevano riguardare anche le gamme di modelli. Steven Rattner, il manager che a suo tempo Obama mise a capo della task force incaricata di aiutare le "Big Three" a togliersi dai guai, oggi si dichiara ancora ottimista su
Chrysler: "Sarebbe meglio se Chrysler vendesse più auto piccole ha dichiarato recentemente Rattner - però il mio giudizio positivo sulla casa e sulle sue prospettive sostanzialmente non cambia nemmeno di fronte ai risultati della Dodge Dart". Ma alle sue parole hanno fanno eco quelle di un accreditato analista del mondo dell'auto, Joe Langley di LMC Automotive, il quale ha fotografato così la situazione: "Fiat è una casa europea che ha grande esperienza nelle vetture piccole e medio-piccole, e c'erano molte aspettative sulla Dart, ma oggi Chrysler oggi sta giocando su un terreno dove deve conquistare una clientela abituata a comprare ciò che conosce e di cui si fida".
Ma quali sono i motivi delle vendite insoddisfacenti della Dart?
Secondo alcuni analisti, una delle ragioni principali è da attribuire al fatto che i primi 5mila esemplari della vettura sono arrivati negli autosaloni già lo scorso giugno, e quindi in anticipo rispetto all'inizio della produzione previsto per il secondo trimestre dell'anno, dotati di cambio manuale, un tipo di trasmissione che gli automobilisti americani non gradiscono. E i numeri lo dimostrano: nel segmento della compatte al quale appartiene la Dart, solo il 15% delle vetture vendute ne è dotato. Questa stima è di Reid Bigland, il capo del marchio Dodge, il quale ha anche dichiarato: "Sapevamo che per questo motivo l'avvio di commercializzazione della Dart sarebbe stato lento, ma non avevamo abbastanza vetture per soddisfare le richieste iniziali della rete di vendita". In realtà, la Dart è stata presentata anche con il cambio automatico a doppia frizione come optional, ma anche in questo caso si tratta di un tipo di trasmissione con il quale gli americani non hanno alcuna familiarità. E Sergio Marchionne ha sostanzialmente ammesso il passo falso: "Chi non fornisce ciò che il cliente si aspetta, è destinato a pagare un prezzo – ha dichiarato – e noi lo stiamo pagando".
Lo stesso Marchionne ha anche dichiarato che la trasmissione "giusta"
per la Dart, quella automatica a nove rapporti sviluppata dalla ZF e destinata anche ad altri modelli del gruppo, sarà disponibile non prima della seconda metà dell'anno. Per cercare di sostenere le vendite della Dart fino a quella data, Chrysler sta moltiplicando le iniziative di marketing. Per esempio, ha preso il via un programma che permette a parenti e amici di una coppia che sta per sposarsi di regalare la vettura ai novelli sposi pagandone una quota come parte della lista nozze. Ma anche così, Reid Bigland ha ammesso che probabilmente la Dart non raggiungerà quest'anno le 100mila vendite.
Un risultato, comunque, ben al di sotto delle quasi 318mila Civic delle oltre 290mila Toyota Corolla piazzate da Honda e Toyota nel 2012.

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