Rincaro a sorpresa per le tariffe Pra (i cosiddetti emolumenti): circa il 30%, dopo quasi 19 anni in cui erano rimaste invariate. In valore assoluto, sono generalmente pochi euro di aumento che vengono richiesti sia a chi acquista un veicolo o un rimorchio sia a chi deve radiarlo o deve effettuare altre pratiche di competenza del Pra, comprese le visure (per le quali la tariffa diventerà più che doppia). A fronte di questo, ci sono esenzioni come quella per i disabili. Ma l'adeguamento tariffario peserà sui bilanci dei "grandi utenti", che effettuano migliaia di pratiche ogni anno (si pensi alle flotte aziendali).
Infatti, ieri l'Assilea (l'associazione degli operatori del leasing) ha diramato una nota in cui critica soprattutto l'aumento degli oneri burocratici, che va ad aggiungersi ai vari inasprimenti della tassazione imposti negli ultimi due anni. Tra gli addetti ai lavori, inoltre, c'è una perplessità sulla struttura delle tariffe, che non rispecchierebbe le evoluzioni del settore delle pratiche auto.
Il Dm di adeguamento tariffario, emanato il 21 marzo dal ministero dell'Economia di concerto con quello della Giustizia e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale l'altro ieri, avrà effetto da martedì 2 aprile. La circolare DSD/0003450/13 emanata ieri dalla direzione Servizi delegati dell'Aci ha chiarito che i nuovi importi non si applicheranno alle formalità già presentate prima del 2 aprile e ripresentate successivamente (generalmente dopo essere state corrette).
In sintesi, le pratiche che prima costavano 20,92 euro (tra cui l'iscrizione dei veicoli nuovi e i passaggi di proprietà di quelli usati) aumentano a 27 euro; quelle da 7,44 euro passano a 13,50; quelle da 6,20 (di fatto, sono i certificati e gli estratti) passano a 9 euro; ispezioni e visure, infine, rincarano da 2,84 a 6 euro.
In compenso, saranno anche introdotte esenzioni. Per le perdite di possesso (come quelle per furto), le iscrizioni e le cancellazioni dei fermi amministrativi (molto frequenti, a causa delle ganasce fiscali) e le formalità a favore di molti disabili (sostanzialmente con handicap nella deambulazione, nella vista o nell'udito) e per le formalità richieste da pubbliche amministrazioni per finalità di pubblico interesse.
Tra le premesse del Dm del 21 marzo è citato il Dpr 358/00 che istituì lo Sportello telematico dell'automobilista e contemplò la possibilità che le tariffe Pra fossero sdoppiate, per tenere conto del fatto che, quando l'utente si rivolge alla Motorizzazione o a un'agenzia privata abilitata, i costi operativi del Pra si riducono. Ma anche le nuove tariffe sono uniche.
Inoltre, il tariffario continua a prevedere le annotazioni dei cambi di residenza e degli aggiornamenti tecnici al veicolo, da tempo obbligatorie solo alla Motorizzazione. Aggiunta anche l'indicazione del reale utilizzatore del veicolo (nuovo articolo 94, comma 4-bis del Codice della strada), anch'essa obbligatoria solo alla Motorizzazione.
I rincari assorbono i compensi che l'Aci percepiva dalle Province in qualità di esattore dell'Ipt (l'Imposta provinciale di trascrizione, che è la voce di costo di gran lunga più onerosa per i cittadini sulle pratiche di competenza del Pra). È l'attuazione del principio di gratuità stabilito due anni fa dal decreto sul federalismo fiscale (Dlgs 68/11, articolo 17). Ma va considerato che solo una parte delle operazioni di competenza Pra è gravata dall'Ipt, per cui è prevedibile che il maggior incasso degli emolumenti superi il gettito dell'aggio che viene meno.
D'altra parte, fra le premesse del Dm c'è anche la «necessità di garantire l'autonomo equilibrio economico-finanziario del servizio», minacciato dalla crisi del mercato dell'auto, che ha ridotto le pratiche. Quindi si può dedurre che il Dm sia stato calibrato proprio per assicurare un introito complessivo maggiore.
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