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Forse la 24 Ore di Le Mans andava fermata

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LA TRAGEDIA IN FRANCIA

Forse la 24 Ore di Le Mans andava fermata

  • – di Corrado Canali

La morte, tragica e inspiegabile morte di un pilota, il danese Allan Simonsen, ha tragicamente segnato la 24 Ore di Le Mans 2013. Ma a rendere ancora più sconcertante un evento così triste è come è stata gestita la comunicazione dell'incidente che è costato la vita al pilota della Aston Martin. Ma torniamo dalla cronaca: al terzo giro della corsa, dopo 17 minuti dalla partenza della 24 Ore, Simonsen, al volante dell'Aston Martin Vantage V8 numero 95, perde improvvisamente il controllo della vettura alla curva del Tertre Rouge, un tratto molto veloce della pista, reso ancora più insidioso dalla pioggia caduta proprio al via della corsa. La vettura del povero pilota schizza via in direzione del guard rail senza che Simonsen possa tentare una manovra d'emergenza e anzi finisce per sbattere violentemente sulle barriere. La Aston Martin rimane semidistrutta in mezzo alla pista, al punto che entra la safety car per permettere i soccorsi a Simonsen. Dalle immagini televisive, però, altro non si vede, solo un'improvvisa scodata dell'Aston Martin ripresa dal camera car della vettura che lo seguiva. Nessuna comunicazione né dal team inglese né tantomeno dalla direzione gara, anzi Radio Le Mans, canale ufficiale della 24 Ore, informa che Simonsen è indenne, con un tempismo che ha del surreale, se pensiamo a quello che poi si è venuto a sapere. La safety car, nel frattempo, rimane in pista ben 50 minuti, necessari per i soccorsi, anche se l'ambulanza è arrivata subito sul posto e il pilota è stato immediatamente trasportato in ospedale e per completare la riparazione del guard rail, ma si tratta di un'evidente scusa. Rientrata la safety car ai box, la corsa riparte. Alle 18, cioè trascorse quasi tre ore dall'incidente, arriva la comunicazione ufficiale dell'organizzazione. "L'Automobile Club de L'Ouest ci tiene ad esprimere la sua grande tristezza in seguito a questo dramma e presenta le sue più profonde condoglianze alla famiglia e agli amici di Allan Simonsen. Non ci sarà nessun commento circa le circostanze dell'incidente, non ancora verificate". Giusto: prima di commentare, è meglio verificare, ma possibile che la morte di un pilota sia preceduta solo dal silenzio o da un'unica comunicazione, peraltro non ufficiale, che poi si è rivelata completamente fasulla? Senza contare che nel paddock la sensazione che il pilota danese fosse già morto, forse addirittura sul colpo e dunque in pista, circola ben prima del comunicato ufficiale. Per carità, le corse sono uno sport pericoloso e lo sanno tutti, a cominciare dagli stessi piloti, ma senza nulla togliere alla professionalità di chi vive nel mondo delle corse e al prestigio della gara di durata più famosa del mondo, ci pare che questa volta alla Le Mans qualcosa non abbia funzionato. La 24 Ore, nel frattempo, prosegue. "Vogliamo vincere per Allan": questa è la risposta del team Aston Martin a chi voleva il ritiro dalla gara dopo l'incidente di Simonsen. Arriva anche il cordoglio dei due team di punta, Audi e Toyota, che si contendono la vittoria finale di una gara che probabilmente andava fermata subito, dopo la morte in pista dello sfortunato pilota danese. Ma come spesso succede a prevalere sono sempre le ragioni dello show che comunque va portato avanti fino alla fine, succeda quel che succeda. C'è chi fra gli addetti ai lavori sostiene che i francesi sono più cinici di noi italiani. "Fosse successo da noi, la corsa non avrebbe proseguito". O forse, invece, si. Difficile dirlo…

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