Per le flotte aziendali il rinvio al primo ottobre dell'aumento dell'aliquota Iva dal 21 al 22% è solo un sollievo temporaneo che arriva in cambio dei rincari, presumibilmente definitivi, di altri balzelli come i bolli sugli atti pubblici (+10%) e gli anticipi dell'Ires (ora al 101%) e dell'Irap (al 110%). Sui conti degli operatori pesano anche i ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione, anche perché il recente decreto sblocca-crediti (Dl 35/2013) non ha alcuna influenza sul settore flotte aziendali.
Iva
A meno che l'aumento non venga poi abolito, converrà fare i conti con il suo arrivo e le organizzazioni di categoria degli operatori del settore flotte aziendali sono già al lavoro per calcolarne l'impatto sulle loro attività. Per esempio, l'Aniasa (che rappresenta le imprese del noleggio ma non trascura di monitorare il mercato nel suo complesso) stima in 140 euro l'incremento medio sul prezzo di listino di ogni vettura nuova acquistata dai privati con l'Iva al 22%, senza contare i rincari di carburanti, polizze assicurative e manutezione. Per tutti i noleggiatori, invece, essendo i veicoli beni strumentali soggetti a Iva totalmente detraibile, l'eventuale aumento non avrebbe alcuna conseguenza sui conti.
Il discorso sarà diverso per la clientela. Quella del noleggio a breve termine sosterrà, secondo Aniasa, un incremento delle tariffe giornaliere di 0,30-0,50 euro, un valore modesto che i noleggiatori stessi potrebbero assorbire senza effetti sui prezzi al pubblico. Sui canoni del noleggio a lungo termine, invece, si ipotizza un rincaro di 5-6 euro al mese; e non è certo che potrebbe essere sostenuto dai noleggiatori, che l'anno scorso, secondo Aniasa, avevano rincarato mediamente i canoni solo dello 0,8% a fronte di un tasso d'inflazione al 3%. Tuttavia, considerata la detraibilità italiana sulle auto aziendali, pari al 40%, il rincaro mensile effettivo per i clienti si ridurrebbe a 3-3,6 euro.
A questo aggravio va aggiunto, e da subito, quello dei bolli, passati da 14,62 a 16 euro, che certo non spariranno il primo ottobre e che nella vita di un veicolo a noleggio si pagano tre volte: all'immatricolazione, all'uscita dalla flotta con minivoltura a un commerciante e in fase di rivendita al cliente finale o di radiazione dal Pra. In pratica, se si considerano i circa 256.600 veicoli immatricolati dai noleggiatori nel 2012, è comunque un altro fardello da oltre un milione di euro.
Ritardi nei pagamenti dalla Pa
Più di questi rincari, preoccupa però il ritardo nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni. «Ogni giorno – dice Pietro Teofilatto, direttore del settore noleggio a lungo termine di Aniasa – circa 2.500 aziende pubbliche utilizzano 45mila nostri veicoli per un importo dei canoni prossimo ai 240 milioni di euro l'anno. Le sofferenze nei pagamenti da parte loro, però, hanno toccato nel 2012 i 40 milioni di euro, con ritardi anche di 18 mesi. E c'è un singolo operatore esposto per oltre 15 milioni». Una situazione della quale il presidente di Aniasa, Paolo Ghinolfi, ha recentemente sottolineato l'insostenibilità minacciando, in caso di mancata soluzione al problema, l'uscita dei noleggiatori dal settore pubblico. Una posizione ribadita anche da Teofilatto. «Il noleggio dovrebbe diventare lo strumento base per il monitoraggio e la riduzione dei costi secondo quanto previsto dal Governo con la legge di stabilità 2013, che vieta l'acquisto o il ricorso al leasing finanziario per le autovetture, permesso solo per particolari esigenze dei servizi sociali e sanitari - dice -. Secondo le valutazioni della Corte dei conti e quelle più recenti di Formez PA, se tutti i veicoli censiti nelle flotte blu fossero a noleggio si risparmierebbero a regime circa 300 milioni di euro l'anno. Ma dover sostenere i costi di acquisto e di manutenzione dei veicoli senza percepire i previsti corrispettivi pone ora le aziende del settore in una posizione molto delicata, tale da far ripensare all'utilità del business».
Le frodi Iva continuano anche con il monitoraggio sull'Import
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