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Nuova Mini, come è fatta e quanto costa l'inglesina

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Nuova Mini, come è fatta e quanto costa l'inglesina

  • –Dal nostro inviato Mario Cianflone

OXFORD - È tutta nuova. Inedita da cima a fondo: dal telaio ai motori, fino alla tecnologia per ridurre i consumi e a quella di bordo, fortemente orientata alla rete e alla condivisione online. Ma è inconfondibilmente lei: la Mini che oggi debutta a casa sua, a Oxford. Ecco la quarta generazione di un modello che, inventato con un colpo di genio da Sir Alec Issigonis nel 1957, ha fatto la storia dell'automobile come poche altre: il Maggiolino, la 500 o la 127. È la terza serie dell'era Bmw, da quando, nel 2001, Mini è diventato un marchio della casa di Monaco.

E sotto la gestione tedesca è rinato il mito dell'auto che si guida come un go-kart. Mini ha superato gli ambiti dell'automobile per diventare un fenomeno di moda e di costume. Non solo, la picola inglese è diventata una vera marca, articolata in una gamma di modelli che comprende anche un suv compatto, la Countryman.

La nuova edizione esibisce un design fedele dentro e fuori agli stilemi originari, alle proporzioni e al Dna del marchio, ma tutto è stato rivisto, aggiornato, ridisegnato, pensato ex novo come per esempio la struttura dell'indicatore laterale di direzione, noto come Side Scuttle che è uno degli elementi distintivi del modello e del marchio. Inconfondibile il suo volto, con la calandra anteriore esagonale e i gruppi ottici anteriori e posteriori, ora con luci Led. Insomma sotto il profilo del design nessun stravolgimento ma una riedizione che reinterpreta linee retrò. Ed è giusto così.

La "tre porte" britannica ora è più lunga di 10 centimetri, ma resta abbondantemente sotto i quattro metri, 3.821 mm per la precisone, così da non tradire la sua vocazione cittadina. È anche più larga di 4.4 centimetri e più alta a vantaggio dell'abitabilità.
Sotto il cofano, una rivoluzione. Il lancio della nuova mini coincide, infatti, con un cambio generazionale dei motori dove, per la prima volta appaiono non solo unità a quattro cilindri, ma anche (diesel e benzina) a tre cilindri. E questo è un tipo di frazionamento (Ford Ecoboost docet), che nell'era del "downsizing" va molto di moda visto che permette di abbattere i consumi senza pregiudicare le prestazioni. E il divertimento di guida è uno dei punti fermi della Mini in tutte le sue generazioni.

I motori
Tre i motori al lancio per tre versioni: Cooper S, Cooper e Cooper D. Sarà disponibile dal 15 marzo 2014. Al vertice troviamo un duemila quattro cilindri benzina da 192 cavalli e sono disponibili due tre cilindri da 1.500 cc: un ciclo otto da 136 cv e un diesel da 116 cavalli. Sono tutti sovralimentati (i benzina hanno l'iniezione diretta). Infatti, il comune denominatore dei nuovi propulsori è la tecnologia TwinPower Turbo ideata dal gruppo Bmw per incrementare le performance e ridurre i consumi e i benzina hanno anche le valvole a controllo elettronico variabile. Nuovi anche i cambi a sei marce, dove si può scegliere tra manuale e automatico.

I consumi dichiarati dalla casa sono da primato (ma andranno verificati in condizioni reali). Il diesel si accontenta nel ciclo combinato di 28 km con un litro (3.5 l./100 Km), in pratica "beve" quanto uno scooter di taglia medio-piccola. Il millecinque benzina viaggia oltre quota "venti con un litro" (il dato dichiarato parla di 4,5-4,8 l./100 km a seconda dei penumatici e del tipo di cambio), e il duemila, nonostante i suoi 200 cavalli, dichiara 5.2-5.8 l./100 km cioè 18/19 km con un litro di verde.

La tecnica
Questi dati sono il frutto di un approccio progettuale teso alla riduzione delle masse, alle quali non è estraneo il nuovo pianale Ukl (Unter klasse level in tedesco, cioè per macchine piccole) che darà vita a modelli Bmw con la "sacrilega" a trazione anteriore. Basse emissioni, consumi ridotti e piacere di guida sono i capisaldi di una tecnologia battezzata eloquentemente "Minimalism", si tratta di un insieme di accorgimenti costruttivi (star & stop compreso) che permettono di ridurre la sete di carburante.

La tecnologia
nuova Mini introduce come optional i "driving modes" (Sport o Green): agendo su una manopola posta vicino al cambio si possono cambiare i parametri del comportamento della vettura per privilegiare la dinamica e il piacere di guida oppure l'economia di marcia. E tra le chicche della modalità Green spicca la funzione "sailing" che permette di far "veleggiare" la vettura con il motore al regime del minimo separando tutta la catena cinematica.

Insomma tecnologia tedesca per una vettura inglese. E di hi-tech nella nuova Mini c'è ne è tanto: optional e di serie. È una macchina pensata per i nativi digitali: si spazia da soluzioni di visualizzazione come l'head up display tipiche dei segmenti superiori fino a un'offerta di infotaniment che fa leva sui rinnovati sistemi battezzati "Mini Connected" i quali, grazie a una sim-card dati optional integrata, permettono l'accesso anche servizi di teleassistenza (emergenza o la prenotazione di un tagliando).

La Mini è un'auto interconnessa e nella ridisegnata plancia resta il classico quadro strumenti centrale, ma adesso è disponibile in opzione anche un display Lcd a colori da 8.8 pollici che però è touch: Mini non ha ceduto alla moda degli schermi che si comandano con il polpastrello (belli, moderni e modaioli ma spesso difficili da usare con l'auto in movimento). Il costruttore ha dunque preferito la manopola multifunzione Mini Controller. Forse si poteva azzardare l'abbinamento tra le due soluzioni.

Sul versante della telefonia la nuova Mini ha finalmente scoperto che non esiste solo Apple e il suo iPhone, ma che il mondo Android è più vasto e sa essere anche molto cool. Ora i sistemi Mini Connected, disponibili in due versioni (normale e XL) sono compatibili con gli smartphone dotati del sistema operativo made in Google. E così ci saranno tante Mini App sviluppate da terze parti che andranno a completare l'attuale offerta di software che comprende funzioni per gestire la vettura (Minimalism Analyser per esempio tiene sotto controllo i consumi) o per accedere a servizi online che spaziano dalle web radio e streaming musicale con Audible, Aupeo!, Deezer, Stitcher, Napster/Rhapsody e TuneIn (manca curiosamente Spotify) fino all'utilizzo a bordo dei social network con Facebook, Twitter, Foursquare e Glympse.

I prezzi
Per la versione base (Cooper) è previsto un listino che partirà da 20.700 euro, al netto degli optional. La Cooper S, la variante più sportiva, costerà 24.950 euro, mentre la Cooper D diesel costerà 21.900 euro

Tutti i dati tecnici della nuova Mini

I motori della nuova Mini a confronto

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