Motori24

Auto 2013, un mercato da 24 miliardi che perde quota

  • Abbonati
  • Accedi
ANALISI

Auto 2013, un mercato da 24 miliardi che perde quota

  • –di Pier Luigi del Viscovo

Nel 2013 gli Italiani hanno speso 24 miliardi di euro per acquistare auto nuove, secondo le elaborazioni del Centro Studi Fleet&Mobility. Circa 2 miliardi meno del 2012, ma quasi 21 meno del 2007, anno di massimo picco storico, che viene preso a riferimento - un po' forzato, vista la presenza di incentivi - per misurare la contrazione di questi anni.
Ma il 2013 lascia alcune indicazioni significative. La prima è che ha fissato il punto base della necessità/capacità degli Italiani di ricambiare il parco circolante. Chi sosteneva che non si potesse scendere sotto i 2 milioni ha scoperto il significato di "libero mercato". Cominciato in forte flessione, il 2013 ha chiuso addirittura in lieve apprezzamento rispetto al 2012. Pur nell'anno di minima disponibilità per le spese importanti, 1.310.000 scelte di acquisto sono state fatte. Salvo traumi socio-economici attualmente non prevedibili, questa sembra la soglia minima della domanda. Nei prossimi anni, se e quando gli Italiani decideranno di riprendersi (avallando riforme di sistema che non si vedono all'orizzonte), si tratterà di capire quale sia la soglia massima, che molti indicano intorno a 30 miliardi (circa 1,6/1,7 milioni di targhe).
La seconda è la selezione della rete distributiva, che sta facendo emergere i concessionari più solidi, per risorse e per cultura. Quelli che già da anni hanno scelto di gestire l'impresa, dialogando alla pari con le Case ma senza esserne diretti. Non a caso, l'evento più eclatante di dicembre è stato il servizio su Plinio Vanini, senza dubbio uno dei campioni del settore. Se nel 2012 - incontrando i concessionari - si avvertiva un clima di smarrimento e depressione, nel 2013 quegli stessi imprenditori mostravano la consapevolezza di chi ha preso le misure e sta facendo gli aggiustamenti necessari per continuare. Se non insieme, corporativamente, almeno singolarmente stanno resistendo alla buriana, ognuno per sé e Dio per tutti, come ogni piccola o media impresa di questo Paese. Nulla di nuovo sotto il cielo italiano, anche il Rapporto del Censis lo ribadisce.
La terza, purtroppo meno positiva delle altre, è che i costruttori non hanno ancora elaborato un modello alternativo di distribuzione. Si sono per lo più limitati a prendere atto che l'Italia non vale più quei 41/42 miliardi all'anno (la media del decennio in cui ogni anno si immatricolavano 2,3 milioni di pezzi), ma poco più della metà. Per ora gli va ancora bene, con le aree del Mondo meno mature assetate di macchine. Un giorno anche queste si esauriranno e allora, forse, qualcuno rimpiangerà di non aver sperimentato nel "laboratorio Italia".

Immatricolazioni autovetture per marca e gruppo in Italia

Top ten immatricolazioni autovetture in Italia

Auto, la composizione del mercato italiano

Auto Italia, in dicembre torna il segno positivo (+1,4%)

© Riproduzione riservata