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Lancia F&M Special, la Fulvia barchetta firmata Fiorio-Maglioli

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Epoca

Lancia F&M Special, la Fulvia barchetta firmata Fiorio-Maglioli

  • –di Vittorio Falzoni Gallerani

Dietro questo nome criptico si cela una Lancia Fulvia Rally 1,3 HF del 1969 a cui è stato segato via il tetto; detto così non ci si capaciterebbe del perché una di esse sia stata battuta ad un'asta Coys a Birmingham per circa 227.000 Sterline (poco meno di 275.000 Euro). E noi, invece, proveremo a spiegare i motivi per cui questo prezzo ci pare, addirittura, basso e perché pensiamo che il collezionista italiano che lo ha sborsato abbia fatto un ottimo investimento. La spiegazione, ovviamente, sta nella storia: l'idea che porta alla creazione di questa macchina è figlia della memorabile prestazione della Fulvia Sport alla 24 Ore di Daytona nel 1969; tornato a casa dopo avere vinto la propria categoria ottenendo l'undicesimo posto assoluto, Claudio Maglioli si lamenta con il direttore sportivo della Squadra Lancia HF Cesare Fiorio del caldo asfissiante patito durante la gara e propone, quale rimedio per le gare future, l'allestimento di una versione scoperta. La risposta non è incoraggiante: non ci sono soldi; se vuole provare lui, provetto meccanico, a crearne una, il 'budget' è di un milione di Lire: pochissimi anche allora.
Ha a disposizione un esemplare di Rally 1,3 HF tipo 818.340, targato TO 953012, con già montato il motore 1600 e, convinto della bontà del suo progetto, Maglioli va per le spicce: taglio della coda per 28 cm.; eliminazione di tetto, parabrezza e finestrini; interno totalmente spogliato, salvo il sedile di guida, con il serbatoio del carburante al posto della panchetta posteriore: alla fine di questo 'processo' l'incredibile risparmio di peso, rispetto alla Coupé di partenza, è di 200 chili. Accelerazione, maneggevolezza e frenata aumentano considerevolmente e fanno della nuova barchetta F&M (Florio & Maglioli) un mezzo, molto adatto alle gare su strada e sulle piste più tortuose, che viene approvato dalla Lancia: ne viene allestito immediatamente anche un altro esemplare (questo di cui si parla) ed il debutto in gara avviene alla Targa Florio del quattro maggio dove la coppia Claudio Maglioli/Raffaele Pinto (la stessa di Daytona) è costretta al ritiro, causa un surriscaldamento provocato da un quotidiano che si era andato a posizionare davanti al radiatore, mentre un brillantissimo nono posto assoluto viene centrato da Sandro Munari e Rauno Aaltonen. Alla 1000 km del Nurburgring un ottimo risultato di squadra si sostanzia nel ventisettesimo posto assoluto e primo di classe di Munari/Aaltonen e nel ventinovesimo e secondo di classe di Maglioli/Pinto.
Straordinario poi il quinto posto assoluto di Munari al Gran Premio del Mugello a conferma dell'eccellenza di macchina e pilota quando le curve si fanno incalzanti; e veniamo, infine, al Rally di Corsica in novembre dove la macchina viene pesantemente modificata per affrontare le pessime condizioni atmosferiche e per poter accomodare anche il navigatore: vengono ripescati parabrezza, tergicristalli e sedile per il passeggero della HF donatrice e si adeguano le dimensioni del roll bar alla presenza del navigatore; due gli equipaggi partenti: Sandro Munari/John Davenport (tredicesimi all'arrivo) e Timo Makinen/Paul Easter (undicesimi) che impongono sul loro esemplare il montaggio di una lamiera provvisoria sopra le loro teste per ripararsi dalla pioggia incessante.
La macchina dell'asta è quest'ultima: telaio 818.340*002000 e targa TOA63484, la stessa del Nurburgring, della Targa Florio e del Mugello con Munari, la seconda di tre costruite (ne esisteva un'altra targata TOB49177 che corse nel 1970 e viene considerata una 'seconda serie') e l'unica sopravvissuta; riportata in configurazione monoposto, dopo avere rimosso le ancor più brutte aggiunte imposte dal Rally autunnale, rimane comunque non particolarmente bella se si pensa alla vettura d'origine. Ma, e ci ricolleghiamo alla quotazione spuntata, continuiamo a pensare che per un'auto ormai unica al mondo, che ha corso e vinto in una sola stagione (1969), dal Marchio leggendario quando si parla di corse su strada e dalla storia così limpida, si poteva anche spendere molto di più senza timore di sbagliare.

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