Buone notizie dal mondo delle auto aziendali. Secondo una recente indagine di Ge Capital International sui trend e le possibili evoluzioni del mercato europeo delle flotte, nei prossimi due anni il settore dovrebbe tornare a crescere. Infatti, tra i risultati più significativi emersi dall'indagine vi è anche che in Europa 8 gestori di flotte su 10 prevedono che il proprio parco auto crescerà o, perlomeno, rimarrà stabile nei prossimi 24 mesi.
La ricerca rivela anche che per contrastare la crisi i fleet manager europei stanno puntando sempre di più a ottimizzare i costi di gestione e a ridurre le emissioni, anche se in cima alle loro preoccupazioni c'è il miglioramento del comportamento dei driver. Obiettivo primario, in ogni caso, è perseguire un equilibrio ottimale tra istanze di sicurezza, sostenibilità ambientale e risparmio economico. Un'aria di ottimismo, dunque, sembra aleggiare sul comparto europeo delle flotte. Ma quanto durerà e, soprattutto, come dovrebbero agire nel frattempo gli operatori di casa nostra per contrastare gli effetti della crisi? «Nonostante le previsioni positive - afferma Alfonso Martinez, managing director di LeasePlan Italia - va considerato che gli effetti della crisi non sono ancora finiti. Occorre capire se il 2014 sia veramente l'anno della definitiva ripresa. Solo in presenza di una crescita della domanda e dei consumi interni potremo infatti assistere a una ripresa dei livelli di fiducia dei consumatori e delle aziende, con effetti positivi anche per il nostro mercato. Auspichiamo che il governo manifesti maggiore sensibilità nei confronti della filiera dell'auto aziendale, la cui fiscalità fortemente penalizzante toglie competitività alle imprese». Secondo Andrea Cardinali, ad di Alphabet, la crisi dell'auto in Italia affonda le radici non solo nella congiuntura economica negativa ma anche in una pressione fiscale, che, specie in un momento difficile come l'attuale, contribuisce ad aggravare la situazione. «La Consulta automotive non ha portato esiti di sorta - dice Cardinali - e anche dal Governo, con i vincoli di bilancio interpretati in modo cronicamente miope, difficilmente potremo aspettarci un supporto. Solo con una maggiore attenzione al comparto da parte delle istituzioni si potranno ricostruire le condizioni per un recupero strutturale del mercato. In un contesto economico dove si punta sempre più al downsizing intelligente e alla riduzione dei consumi – aggiunge – (ne è la riprova l'accresciuta propensione alla scelta di alimentazioni alternative), per gli operatori oggi è fondamentale proporre prodotti innovativi, come ad esempio la mobilità elettrica. Le società di noleggio dovranno inoltre garantire la massima flessibilità nei contratti, recependo i rapidi cambiamenti del mercato». Anche Grégoire Chové, direttore generale di Arval Italia, auspica un'evoluzione favorevole della fiscalità sull'auto aziendale, ma ci sarebbe un altro fattore decisivo. «Consiste - osserva Chové - nella capacità dell'Italia, a livello di imprese, di cogliere l'opportunità della fragile ripresa economica prevista in Europa per il 2014. Anche la qualità dell'offerta proposta dalle aziende di Nlt ai loro clienti sarà determinante, nell'ottica di suscitare un maggiore interesse anche presso quelle imprese che utilizzano formule alternative per le loro flotte, come l'acquisto o il leasing finanziario. In che modo? Valorizzando ad esempio strategie incentrate sulla consulenza per l'ottimizzazione dei costi, sul contenimento delle emissioni di CO2 e sullo sviluppo di soluzioni telematiche». Punta a flessibilità, adattabilità e velocità di risposta da parte delle Pmi di noleggio, unite alla capacità di proporre risparmi al cliente, Giovanni Orlandini (ad di Car Server). Per le grandi flotte, invece - sottolinea – servirebbero maggiori alleanze tra società di noleggio e costruttori. E aggiunge: «In generale oggi gli operatori stanno puntando sulla tecnologia sia per quanto riguarda i prodotti (dai veicoli ibridi o elettrici ai dispositivi telematici come le black box) che per i servizi (dalle soluzioni digitali ai servizi web innovativi per il driver).
Tuttavia, rimane estremamente importante anche la vicinanza fisica al cliente, un fattore che rappresenta un significativo vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti». Un aspetto, quest'ultimo, sottolineato anche da Claudio Manetti, ad e direttore generale di Leasys: «Un nuovo impulso al mercato ci sarà se noi operatori sapremo investire in tecnologia e in una maggiore capacità consulenziale e propositiva, ma soprattutto se sapremo cambiare il nostro modello di business, oggi incentrato principalmente sul prodotto, ricostruendo le nostre aziende intorno al cliente. Ovviamente, bisogna prestare sempre attenzione al rinnovamento della gamma dei prodotti, in particolari ai modelli di prossima uscita, oltre che a nuove prospettive e scenari, come ad esempio il car sharing: una realtà – conclude – ormai sbarcata tra le aziende italiane e che fa considerare nuove opzioni di business».
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