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Il Museo Ferrari si apre al sogno americano

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AUTO&CULTURA

Il Museo Ferrari si apre al sogno americano

  • –di Ilaria Vesentini

Non smette di stupire il sogno Ferrari e lo slogan "Live the dream" che accoglie i visitatori nel rinnovato spazio museale di Maranello è solo l'ultima conferma. Il presidente del Cavallino Luca Cordero di Montezemolo, accompagnato dall'ad di Fiat Sergio Marchionne, percorre la lunga striscia rossa che attraversa il piazzale e porta al nuovo grande edificio con l'ufficio informazioni e l'area divertimento open air e anticipa le domande dei giornalisti sui flop in Formula 1: "Non lasceremo nulla d'intentato per essere dove dobbiamo essere. Lavoreremo giorno e notte per migliorarci e prenderemo le decisioni che dobbiamo prendere. Abbiate fede come dobbiamo averne noi e intanto, per tenerci su di morale, godiamoci la visita di questo bellissimo museo che per visitatori, con oltre 320mila accessi nel 2013, è diventato il quinto d'Italia. Ma anche qui vogliamo e dobbiamo fare meglio". Una frase sibillina che lascia intendere possibili cambi al vertice della gestione sportiva che Montezemolo pronuncia all'inaugurazione della nuova ala del Museo Ferrari dedicata al "California Dreaming", in occasione del lancio della nuova California T appena presentata a Ginevra, che coincide con l'anniversario dei 60 anni sul mercato a stelle e strisce della mitica Rossa.


"Parliamo di un milione di euro di investimento cofinanziato da Comune e fondi europei – spiega a margine dell'inaugurazione Antonio Ghini, artefice del museo e del suo ampliamento, neodirettore anche del Mef (Museo Casa Ferrari) di Modena - tra il nuovo ufficio Iat, che cogestiremo assieme all'amministrazione locale, e l'area esterna con autentiche Formula 1 che abbiamo trasformato in simulatori per bambini e ragazzini con la possibilità di cimentarsi nel cambio gomme".
All'interno del museo, invece, da oggi e fino a fine gennaio il sogno rivive nelle cinque sale – ognuna ispirata a una località californiana – che ospitano i miti Ferrari oltreoceano. La prima, al pian terreno, è dedicata alle corse con una particolare citazione della pista di Laguna Seca e della sua vertiginosa curva detta "cavatappi", con Valentino Rossi e Casey Stoner in piedi vicino alle loro autentiche moto Ducati e Yamaha, con le quali furono protagonisti del sorpasso rimasto nella storia motoristica. Si possono poi ammirare la monoposto 312 dell'idolo americano Mario Andretti, la 156 che diede il titolo mondiale all'altro statunitense Phil Hill, la T4 del canadese Gilles Villeneuve e, novità assoluta, la 375 trasformata per la partecipazione di Alberto Ascari alla 500 Miglia di Indianapolis del 1952.

Seguendo un red carpet hollywoodiano si attraversa la sala ispirata a Las Vegas e illuminata da insegne al neon in cui si ripercorrono 60 anni di presenza delle Ferrari nel cinema: tra Rodeo Drive e Beverly Hills sono esposte, una di fronte all'altra, la celebre California anni 50 e la nuova T. La vera sorpresa è la quarta, grande sala del Museo Maranello inaugurato lo scorso anno e trasformata in un campo di golf, dove fanno bella mostra di sè straordinarie classiche come la 500 Superfast, 330 America e 400 Superamerica realizzate per il mercato americano e pezzi sconosciuti prima come la Ferrari-Burano trasformata a misura del film di Kirk Douglas "Destino sull'asfalto" o la Thomassima, una 250 GT ispirata alla P4. L'ultima sala della mostra proietta i visitatori nel mondo della tecnologia di Silicon Valley creata da Ferrari, dai volanti-computer dell'era Schumacher al cambio F1 al volante, dai freni carboceramici ai motori turbo di nuova generazione fino alla supercar LaFerrari con il motore smontato per carpirne tutti i segreti.

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