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Da «Easy Rider» a «Terminator 2», quando il cinema sceglie la moto

  • –di Andrea Chimento

Non solo automobili (http://www.motori24.ilsole24ore.com/Passioni/2013/05/top-15-film-automobilistici.php): il mondo del "cinema a motore" ha spesso puntato sulle due ruote per raccontare storie di ogni genere, dall'avventura alla fantascienza.
Vi proponiamo una classifica delle migliori dieci pellicole, in ordine cronologico dalla metà del novecento ai giorni nostri, i cui protagonisti preferiscono la moto.

Il selvaggio di László Benedek (1953) – Il precursore della moda dei biker movie diffusasi negli anni ‘60: «Il selvaggio» è uno dei cult del cinema americano del periodo, con protagonista Marlon Brando a capo di una banda di teppisti in motocicletta. Più volte citato nei decenni successivi (basti pensare a «Scorpio Rising» di Kenneth Anger del 1963) è, insieme a «Gioventù bruciata» di Nicholas Ray, il manifesto della ribellione giovanile sul grande schermo. Memorabile l'incipit in cui il gruppo di motociclisti avanza minacciosamente come uno squadrone di guerrieri teutonici.

La grande fuga di John Sturges (1963) – In ogni classifica motoristica che si rispetti, non può mancare almeno un titolo con protagonista Steve McQueen. Ambientato durante la seconda guerra mondiale, «La grande fuga» racconta l'evasione di un gruppo di prigionieri angloamericani da un campo di lavoro tedesco. McQueen scappa a bordo di una leggendaria Triumph TT 650. Ispirato a una storia vera, fu uno dei massimi successi di John Sturges, regista legato soprattutto al genere western per film come «Sfida all'O.K. Corral» e «I magnifici sette».

I selvaggi di Roger Corman (1966) – Prima di diventare una leggenda con «Easy Rider», Peter Fonda vestì i panni del capo di una banda di motociclisti californiani ne «I selvaggi»: film tutto da riscoprire che annovera nel cast anche Nancy Sinatra, Bruce Dern e Diane Ladd.
Realizzato a basso costo, il film dimostra il grande talento di Roger Corman, il più importante autore di b-movie del periodo e regista di diverse pellicole ispirate ai racconti di Edgar Allan Poe, da «Il pozzo e il pendolo» a «La maschera della morte rossa». Al montaggio Monte Hellman, futuro regista cult e autore di un celebre road movie come «Strada a doppia corsia» del 1971.

Nuda sotto la pelle di Jack Cardiff (1968) – Tratto dal romanzo «La motocyclette» di André Pieyre de Mandiargues, il film si apre con la neosposa Rebecca che lascia il marito per andare dall'amante. Come mezzo di trasporto utilizza una Harley Davidson Electra Gilde. Protagonisti Marianne Faithfull e Alain Delon in un film icona degli anni '60, oggi purtroppo caduto nel dimenticatoio. Il titolo «Nuda sotto la pelle» fa riferimento all'abbigliamento della protagonista che, sotto la tuta da motociclista, non indossa nulla. Sarebbe stato in cartellone al Festival di Cannes se il Maggio Francese non avesse interrotto la manifestazione.

Easy Rider di Dennis Hopper (1969) – Uno dei capolavori della New Hollywood, «Easy Rider» è il film più celebre con protagoniste le due ruote.
Dennis Hopper (attore e regista) e Peter Fonda guidano i loro chopper dalla California a New Orleans per andare a vedere il carnevale. Lungo il tragitto incontreranno il bizzarro George Hanson, interpretato da Jack Nicholson.
Da sempre considerato uno dei film simbolo della controcultura post-68, «Easy Rider» è un grande inno alla libertà che ha inventato un nuovo modo di fare cinema ed è diventato negli anni il road movie per eccellenza. Costato 360.000 dollari ne ha guadagnati ben 41 milioni.

Interceptor di George Miller (1979) – Uno dei cult per tutti gli amanti dei motori sul grande schermo è indubbiamente «Interceptor», primo capitolo della trilogia di «Mad Max». Protagonista è Mel Gibson nei panni di un agente che tenta di mantenere l'ordine nelle lande postatomiche di un'Australia abbandonata a se stessa e alla mercé di motociclisti violenti e criminali.
Diverse le automobili usate (in primis la Ford Falcon XB GT Coupé del 1973) ma ancor più rilevanti sono le splendide moto: dalla Kawasaki Z100 alla Honda CB750 passando per la Honda CB900.
George Mille diresse anche i seguiti: «Interceptor-Il guerriero della strada» (1981) e «Mad Max oltre la sfera del tuono» (1985).

Quadrophenia di Franc Roddam (1979) – Film tratto dall'omonimo album degli Who del 1973 e che ne ripercorre tutte le canzoni. Ambientato nel 1965 e diretto da Franc Roddam ha come protagonista Jimmy, ragazzo appartenente a un gruppo di mods, giovani benvestiti che guidano scooter italiani come la Lambretta o la Vespa. La musica la fa da padrona in un film che è stato un punto di riferimento per intere generazioni. Il titolo «Quadrophenia» è una variazione lessicale del termine "schizofrenia" e si riferisce alle quattro diverse personalità del protagonista.

Akira di Katsuhiro Otomo (1988) – Tra i più noti film della storia dell'animazione giapponese, «Akira» racconta un ipotetico futuro post terza guerra mondiale (siamo nel 2019) dove la nuova città di Tokyo è in preda al caos: giovani motociclisti si sfidano in corse spesso fatali tra i grattacieli di una metropoli che è stata privata della propria anima. Il film di Katsuhiro Otomo ha ispirato numerose pellicole (d'animazione e non) cyberpunk e fantascientifiche degli anni '90 e 2000.

Terminator 2 – Il giorno del giudizio di James Cameron (1991) – Sequel del fortunatissimo «Terminator» del 1984, vede il ritorno di Arnold Schwarzenegger nei panni di un cyborg, questa volta buono e pronto a tutto pur di proteggere il piccolo John Connor. Schwarzy viaggia a bordo di una Harley Davidson Fat Boy e pronuncia diverse battute rimaste nella storia come «Hasta la vista, baby». Straordinario successo di pubblico, guadagnò 205 milioni di dollari soltanto sul suolo americano.

I diari della motocicletta di Walter Salles (2004) – Le disavventure del giovane Ernesto Guevara, ispirate ai suoi stessi diari di viaggio: il brasiliano Walter Salles racconta la lunga traversata dell'America Latina realizzata da Guevara insieme all'amico Alberto Granado. Il mezzo di trasporto? Una motocicletta Norton 500 M18 del 1939. Presentato in concorso al 57° Festival di Cannes, «I diari della motocicletta» è un film toccante e profondo che ha consacrato il talento dell'attore messicano Gael García Bernal.

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