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Auto aziendali, ecco i modelli da scegliere

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FLOTTE

Auto aziendali, ecco i modelli da scegliere

  • –di Pier Luigi del Viscovo

A inizio anno alcuni costruttori hanno lanciato una forte offensiva nelle flotte destinate al noleggio a breve (rent-a-car). Rispetto allo stesso periodo del 2013, Opel ha guadagnato oltre 5 punti percentuali, Audi 4,5, e 2,5 Ford e Mercedes (con Smart).

Fiat, dal canto suo, lungi dall'arrendersi al prevedibile declino di Lancia e Alfa Romeo, ha recuperato quei volumi con il suo marchio, cresciuto di oltre 5,5 punti. Una crescita, quella dei principali marchi occidentali, avvenuta in un mercato in fortissima espansione, che già nel primo trimestre 2013 aveva visto oltre 5mila vetture immatricolate in piú rispetto allo stesso periodo 2012. Certo, i giochi sono ancora aperti, visto che è nel secondo trimestre che il Rac targa oltre la metà dei volumi annuali, in previsione della stagione turistica, ed è lecito chiedersi se fosse il caso di essere tanto aggressivi. Inoltre, si dice sempre che quelle al Rac siano vendite costose, con le quali un brand si compra quote di mercato a forza di sconti. Forse sta proprio qui una delle motivazioni di questa campagna d'inverno, nella volontà di affermare una presenza, in un modo che non fosse equivocabile. Quasi un messaggio, insomma. Ma a chi? In cima alla fila ci sono proprio quei brand che hanno dovuto cedere quanto avevano raccolto nel primo trimestre di un anno fa: Nissan e Hyunday.

Nel primo trimestre 2013, infatti, Nissan aveva una quota del 7,4%, grazie a oltre 1.150 Qashqai e 550 Juke messi in flotta soprattutto da Avis, Hertz e Sicily by Car, che nei primi mesi di quest'anno mancano all'appello (Qashqai) o sono dimezzati (Juke), facendo scendere la quota a 1,2 per cento. Hyunday nel primo trimestre 2013 aveva già immatricolato oltre 1.100 autovetture, soprattutto i30 ma anche ix20, i20 e i40; destinate per oltre il 70% alla flotta Hertz, ma anche Avis e Europcar. Nel 2014 quegli acquisti non si sono più visti. In entrambi i casi, è probabile che si tratti di un cambio di strategia, come se quei brand avessero voluto spingere sul Rac per far provare i prodotti (e con, magari, anche esigenze di volumi in chiusura di anno fiscale a marzo).

Una chiave di lettura che potrebbe essere valida anche per Opel, in grande spolvero nel primo trimestre 2014: Adam e Mokka hanno superato insieme le 500 immatricolazioni a noleggiatori a breve. Ma la pressione del brand non si è limitata a questi due modelli, che nello stesso periodo del 2013 erano assenti dal Rac, e ha riguardato soprattutto Corsa, Astra e Meriva. Tutti i grandi noleggiatori a breve (salvo Europcar) hanno incrementato l'offerta di Opel nelle loro flotte, ma va anche notato che in questo primo scorcio d'anno i primi acquirenti sono stati Sicily by Car e Goldcar (un nuovo operatore di matrice spagnola), che nello stesso periodo del 2013 non avevano ancora immatricolato nulla di Opel. Pure Audi è stata particolarmente efficace nelle politiche verso il Rac di inizio anno, ottenendo grandi risultati soprattutto con A3 passata da alcune decine a circa mille immatricolazioni (ma pure A1 e A4 hanno dato il loro contributo), crescendo nelle flotte di Avis e Europcar e, in specie, entrando prepotentemente in quella di Hertz, dove un anno prima non c'era. Quanto a Smart, sarebbe facile attribuire a Car2go il risultato di aver triplicato le immatricolazioni nel canale Rac, ma non sarebbe del tutto vero: anche Avis e Sixt hanno incrementato la disponibilità di Smart nelle loro flotte.

Nel noleggio a lungo termine (Nlt) non ci sono nel primo trimestre oscillazioni così significative tra i brand, a parte Fiat, perché in questo canale il modello d'acquisto è diverso. L'interesse e la capacità dei noleggiatori di influenzare le scelte delle imprese sono piuttosto limitati, e le aziende dal canto loro sono alquanto lente a modificare la composizione delle loro flotte, passando da un brand all'altro. Per non parlare del fatto che un modello difficilmente viene preso in considerazione, per quanto attrattivo e di successo possa essere, se il brand (o il costruttore, ma questo dipende dall'organizzazione commerciale) non è in grado di assicurare un portafoglio di modelli che soddisfi tutte o quasi le fasce di dipendenti, dal tecnico al dirigente. Questo perché un'azienda che ha una flotta consistente non punta ad acquisire il miglior modello, ma a comporre la migliore "car policy".

Fiat, nell'Nlt, ha guadagnato 4 punti di quota immatricolando oltre 4mila macchine in più. Panda e Punto hanno dato una forte spinta, pur se un contributo straordinario è venuto dalla 500, passata da meno di 400 unità del primo trimestre 2013 a circa 2.900 del 2014: Leasys ha praticamente decuplicato gli acquisti di questo modello, in parte per fornire le auto al car sharing di Enjoy.

Dall'analisi dei modelli più acquistati dall'Nlt nel primo trimestre 2014 emerge una crescita straordinaria di vetture piccole. Le vetture di segmento A e B, che pesavano il 39% nello stesso periodo del 2013, quest'anno sono arrivate a coprire oltre la metà delle immatricolazioni. Un altro segnale a dimostrare che le aziende stanno spostando la composizione delle loro flotte verso modelli di segmento inferiore.

Claudio Manetti, ad di Leasys, ha spiegato così il fenomeno, intervenendo a La Capitale Automobile Fleet: «Il downsizing è provato dalla distribuzione delle immatricolazioni Nlt per cilindrata. La crescita significativa di tutte le classi di cilindrata sotto i 1.700 cc è il risultato di due tendenze: da un lato la ricerca di costi di esercizio inferiori al passato attraverso un risparmio su consumi, tasse ed assicurazioni, dall'altro, la necessità, soprattutto delle aziende multinazionali, di soddisfare car policy più rispettose dell'ambiente».

Andrea Badolati, invece, ad di Ald Automotive, fornisce una motivazione fondata sul prodotto: «Oggi una vettura di segmento B è dimensionalmente pari a un segmento C di qualche anno fa. Inoltre, già una vettura di segmento A o B dispone oggi di tutta l'ultima tecnologia. Per non parlare poi di motorizzazione: si hanno 3 cilindri 1.2 e 1.4 che equivalgono a motorizzazioni ben più alte di qualche anno fa. Possiamo dire quindi che lo stesso lavoro, che qualche anno fa veniva svolto da una vettura di segmento C, oggi viene svolto molto meglio da una di segmento B. Tutto questo è accompagnato, da una parte, dall'incremento notevolissimo della capacità di informazione dei clienti, che grazie al Web si rendono conto delle molteplicità di offerte che esistono sul mercato, e, dall'altra, dalla crisi economica che ha inciso sulla capacità di spesa delle aziende».



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