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I segmenti A e B conquistano punti nelle scelte

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I segmenti A e B conquistano punti nelle scelte

  • –di Pier Luigi del Viscovo

Chi nel pensare alle flotte si immagina persone opulente che vanno in giro con macchinoni farebbe bene a ricredersi: il 43% delle immatricolazioni a società e noleggiatori, nel primo trimestre dell'anno, sono utilitarie di segmento A e B. Statistica solo in parte influenzata dalla concentrazione di vetture piccole immatricolate per il noleggio a breve e per i km 0, visto che anche l'Nlt mostra valori simili.


Le vetture di fascia A e B in questo campo sono passate dal 25% al 36% delle immatricolazioni, dal 2010 al 2013. In pratica, negli ultimi anni c'è stato un graduale scivolamento verso vetture di fascia inferiore: chi guidava un'auto di segmento D ora ne utilizza una di segmento C, e così via. Secondo Giovanni Tortorici, presidente di Aiaga (associazione che riunisce i fleet manager di prestigiose aziende) «i dati indicano chiaramente che le aziende italiane chiedono ancora robusti saving, diminuendo le cilindrate, e scegliendo alimentazioni tradizionali (diesel) ed alternative (metano) che aiutino a raggiungere questi obiettivi». Ma non si tratta solo di risparmiare. Le aziende quando scelgono le auto sarebbero anche attente all'impatto ambientale, secondo Massimo Macciocchi di GE Capital: «Dal nostro studio "The state of car policies in Europe and key fleet challenges" emerge che il 61% delle aziende ha stabilito limiti alle emissioni di CO2, mentre nel 2008 questa percentuale era ferma al 38 per cento». Sensibilità confermata pure da Claudio Manetti, ad di Leasys, all'evento La capitale automobile. «I dati di immatricolato per tipologia di alimentazione e i loro trend dimostrano ampiamente come, nella testa dei clienti dell'Nlt, c'è più consapevolezza circa i reali impatti ambientali delle loro scelte - ha detto -: la crescita del peso dei nuovi veicoli a benzina dimostra la vocazione green dei nuovi motori benzina, coniugata con il downsizing di cilindrata che ne abbatte ulteriormente i consumi. Inoltre, le crescite significative del peso di metano e Gpl a scapito dell'elettrico stanno a testimoniare come quest'ultimo, nella testa degli automobilisti, non sembri una soluzione percorribile ancor prima che economica. Diversa prospettiva pare invece avere l'ibrido, sul quale molti stanno investendo: insomma, scelte basate sulla concretezza e non sulla moda o la demagogia».
Insomma, un Nlt che conferma una validità sociale oltre che economica, come spiega Giovanni Orlandini, ad di Car Server, operatore interamente italiano in un sistema di grandi multinazionali: «Il noleggio da almeno 10 anni è un fattore di sostituzione del parco auto circolante in Italia, in grado di perseguire anche tutti gli obiettivi utili e condivisi dai cittadini: auto più economiche nel costo di acquisto, ma anche nei costi di mantenimento e consumo. Confermato anche l'obiettivo di rispetto dell'ambiente, attraverso alimentazioni via via più green».



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