Da alcuni anni, ad ogni uscita di un nuovo modello Audi, i guidatori più esigenti attendono la versione RS che, in quasi tutte le serie in cui si articola la gamma, segue di qualche mese la già generosa 'S' esasperandone i contenuti.
Tanto per fare un esempio ricordiamo la recente TT RS che porta il suo due litri al limite dei 340 CV dai già consistenti 272 della TT S.
Non tutti ricordano che questa magica sigla Renn Sport (Sport Corsa) debutta in casa Audi giusto venti anni fa, e, inopinatamente, nei panni di una compatta station wagon: la 80 Avant.
Anche allora era già in produzione l'Audi 80 S2, con la sua bella trasmissione 'Quattro' e motorizzata da un solido cinque cilindri in linea sovralimentato da 2,2 litri e 230 CV: una vettura media fuori del comune e disponibile in configurazione berlina, SW (Avant) e coupé.
Come detto suscitò meraviglia la scelta, mai spiegata ufficialmente, della famigliare quale versione da affidare alla Porsche per gli interventi, compresi quelli estetici, che avrebbero trasformato la 'S' in 'RS' secondo vecchia tradizione di Stoccarda Zuffenhausen.
Fa ridere oggi leggere i commenti sconcertati della stampa dell'epoca, ...una sw della Porsche?! Chissà come commenterebbero le mostruosità attuali presenti sotto la stessa bandiera; e almeno, allora, il Marchio della cavallina non compariva da nessuna parte.
Come, peraltro, la sigla '80' del modello di derivazione a sottolineare l'esclusività del prodotto; veniamo quindi a descrivere in cosa esso differiva dalla Avant S2: turbocompressore rivisto, intercooler maggiorato, condotti di aspirazione e di scarico ottimizzati e gestione elettronica dedicata sono gli interventi che portano il motore a sviluppare 315 CV per prestazioni al fulmicotone: oltre 260 km/h e sotto i sei secondi nello 0-100 km/h.
Il cambio a sei marce viene irrobustito ed i freni sono i Brembo della Porsche 968 con le pinze verniciate di rosso; dalla 993, invece, vengono presi i cerchi ruota, gli specchi retrovisori, la piccola fanaleria anteriore e l'ispirazione per la fascia rifrangente che unisce le luci di coda.
Internamente i sedili Recaro anatomici, il volante sportivo in pelle, le finiture in simil fibra di carbonio e la completissima strumentazione a fondo bianco regalano la giusta atmosfera per coloro i quali, oltre ad avere stanziato oltre 121.000.000 di vecchie Lire per l'acquisto, si sobbarcavano, grazie al combinato disposto delle quattro ruote motrici e del cambio a sei marce, il pagamento del 'superbollo' riservato alle 'fuoristrada': una delle ricorrenti follie del fisco italico.
Di questo capolavoro firmato Porsche ne vengono 'tirati' 2891 multipli che, immediatamente, entrano di diritto nel novero delle 'instant classic'; al netto di un qualche incidente stradale, quindi, è probabile che siano tutti sopravvissuti consentendo, sul mercato amatoriale, una certa possibilità di scelta. Purtroppo, essendo difficilissimo resistere alla tentazione di usarle il più spesso possibile, le Avant RS2 sono spesso molto 'chilometrate'; tuttavia, attorno ai tredicimila Euro rimane un acquisto intelligente e passibile di rivalutazione; attorno ai trecentomila chilometri si 'ripasserà' il motore, il costo sostenuto verrà in buona parte assorbito dall'aumento di valore, ci si continuerà a divertire e si farà sempre un'ottima figura pur se direttamente proporzionale alla competenza automobilistica degli astanti.
Se poi, miracolosamente, dovreste trovarne una con poca strada non fatevela sfuggire neanche se la cifra richiesta dovesse essere doppia: dal punto di vista del piacere di guida è una delle Audi meglio riuscite di sempre; se poi vi aggiungiamo tutta la qualità che ci si può aspettare da Audi e Porsche che 'suonano' a quattro mani, si capisce che il rischio di spendere male i propri soldi non esiste.
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