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In casa Audi cinquant'anni di classe ed eleganza

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Epoca

In casa Audi cinquant'anni di classe ed eleganza

  • –di Vittorio Falzoni Gallerani

Vogliamo iniziare le commemorazioni del 2015 con il mezzo secolo dalla rinascita del Marchio che è diventato il 'must have' per tutti coloro che possono permettersi di spendere 'qualcosa di più' per la propria automobile.
Noi, pur in presenza di una lieve avversione preconcetta nei confronti dei più eclatanti fenomeni di consumo di massa, non possiamo negare che, in questo caso, il protagonista sia un 'prodotto' che presenta diversi aspetti di eccellenza, primo fra tutti una qualità costruttiva ai massimi livelli mondiali.
L'avventura dell'Audi, per il Gruppo Volkswagen, inizia al Salone di Francoforte del 1965 con la presentazione di quella che allora si chiama semplicemente Audi '1700' dato che si tratta in definitiva di un modello della Auto Union: un insieme di Marchi che il Gruppo aveva acquisito dalla Daimler Benz solo l'anno precedente; e come Mercedes avrebbe dovuto nascere questa vettura se non vi fosse stato il citato passaggio i proprietà.

Tanto è vero che il motore è progettato interamente a Stoccarda: si tratta di un quattro cilindri molto evoluto, inclinato verso destra di 40° e caratterizzato dalla camera di scoppio ricavata nel cielo del pistone, come nei motori Diesel, e con un conseguente rapporto di compressione elevatissimo: 11,2:1. La carrozzeria è quella della DKW (altro Marchio della Auto Union) F102 aggiornata in molti particolari, e soprattutto nel 'muso', tanto da conferirle sicuramente un aspetto più 'importante'.
L'auto, una moderna berlina a trazione anteriore, è molto valida e subito se ne accorgono sia la critica che il pubblico ma nulla lasciava pensare ciò che sarebbe accaduto nei decenni successivi.
Come accennato, l'Audi aveva già avuto vita propria: nasce nel 1910, quando August Horch è costretto a ribattezzare le auto che costruiva dopo essere stato estromesso dalla fabbrica che portava il suo cognome; l'idea è quella di latinizzarlo e così Horch ('ascolta') diventa Audi.

Nel 1932, quando nasce l'Auto Union, entra a farne parte insieme con la ritrovata Horch, la Wanderer e la DKW, e continua a costruire auto fino allo scoppio del conflitto quando l'ultima Audi 'Front' (era a trazione anteriore) lascia le linee di montaggio.
Torniamo al 1965 per dire che l'affermazione di Audi, prima come Marchio a se stante e poi come sinonimo di tecnologia avanzata e di prestigio, è un caso più unico che raro nella storia dell'auto; ed il modo con cui è stato raggiunto questo obiettivo, la lungimiranza e la caparbietà che vi stanno dietro, è un esempio di politica industriale che andrebbe insegnato nelle scuole.
Le Audi del secondo dopoguerra si può dire siano sempre state le Volkswagen di lusso ma il cambio di passo in questo processo si è avuto alla fine degli anni '70, sotto la presidenza di Toni Smücker, quando si decide il programma 'Quattro' che cambia il mondo delle gare su strada e diventa un Marchio registrato che definisce le versioni a trazione integrale dei modelli della gamma.

Un'altra pietra miliare fu la 100 del 1982: una berlina dal Cx record che portò a nuovi livelli silenziosità e consumi su questi tipi di auto; impostazione seguita poi dalla 80 del 1986: liscia come una saponetta ed impeccabilmente rifinita in ogni suo componente.
Il piccolo passo falso della V8 del 1998: troppo simile alla contemporanea 100 e francamente non molto bella, faticò a diffondere il messaggio delle sue eccelse qualità dinamiche e costruttive; fu indubbiamente un passo falso che avrebbe anche potuto smorzare sul nascere le velleità, ormai evidenti, dell'Audi di diventare un Costruttore in grado di rivaleggiare con Mercedes Benz e BMW nel campo delle ammiraglie.

Il Gruppo VW, invece, reagisce con forza e predispone il suo definitivo passaporto per il segmento più alto del mercato: la magnifica A8, nella definizione della quale grande ruolo ebbe Ferdinand Piëch, uno dei più grandi manager che il mondo dell'automobile abbia conosciuto; lo stesso che, nel 1993, un anno prima del debutto della nuova ammiraglia, si siederà sulla poltrona più alta di Wolfsburg per lasciarla solo nel 2008 quando l'Audi era già la regina incontrastata che è oggi.
Le sconfinate ambizioni di Piëch, superiori anche alle sue straordinarie capacità, ne ha portato la gamma ad essere addirittura pletorica, una tendenza che non accenna a diminuire, e con qualche modello meno riuscito di quelli dei diretti concorrenti (un esempio per tutti la spropositata Q7) oppure del tutto superfluo come la R8: una Lamborghini Gallardo sotto mentite spoglie.
Tuttavia siamo i primi a renderci conto di stare cercando il pelo nell'uovo; quanti Gruppi vorrebbero avere in scuderia un marchio in grado di incantare il mondo come Audi!? E quante hanno provato a percorrere la stessa strada della VW impantanandosi dopo pochi tentativi!?
Onore al merito, quindi! E, all'Audi, cento di questi giorni.

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