Motori24

La mobilità aziendale scopre un'anima green

  • Abbonati
  • Accedi
Le policy ecologiche delle flotte

La mobilità aziendale scopre un'anima green

  • –di Nicola Giardino

La sostenibilità ambientale - e più in generale la Csr (Corporate social resposibility) - è ormai un dovere per qualunque impresa. Non è imposta dalla legge. Non è una scelta opzionale di carattere filantropico. In qualche modo, è prevista nella nostra Costituzione, all'articolo 41: «L'iniziativa economica non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana». Il rapporto annuale della RobecoSam, società specializzata negli investimenti sostenibili, ha di recente classificato Pirelli campione mondiale per la sostenibilità nella componentistica auto e assegnato una medaglia d'oro a CNH Industrial, nel machinery. La sostenibilità conviene, a livello di immagine e perché spesso si persegue attraverso l'ottimizzazione delle risorse.

Scelte green possono guidare anche le politiche per la mobilità attuate dalle imprese. Esempi virtuosi non mancano. Technogym si è da tempo dotata di un codice etico in cui riconosce che la sostenibilità rappresenta un patrimonio essenziale per la comunità. Nel parcheggio aziendale sono presenti colonnine per la ricarica di auto elettriche plug-in, per agevolare i dipendenti nell'acquisto di veicoli non inquinanti. La sostenibilità ambientale può essere un faro anche nella scelta delle policy relative alle auto aziendali (e dei modelli). La riduzione delle cilindrate, la razionalizzazione delle necessità di spostamento per esigenze aziendali (telelavoro e videoconferenze al posto di qualche trasferta dei pendolari o del personale viaggiante), la propensione verso auto a basso impatto ambientale (trazione ibrida, elettrica plug-in, Gpl, metano) sono solo alcuni esempi. Invece spesso le policy aziendali di fatto ostacolano la scelta di auto ibride o elettriche o a metano, rivelando una visione datata. Eppure, la mobilità sostenibile propone sempre più opzioni. Come il servizio di trasporto con navette aziendali da e per la sede aziendale e il centro città, proposto da alcune grandi aziende per scoraggiare l'uso della propria auto.

Oltre al corporate car sharing (la condivisione di auto aziendali), avanza il nuovo strumento del corporate car pooling , come Alphacity. Creato da Alphabet, società del gruppo Bmw, consente alle aziende di offrire in noleggio ai dipendenti le auto aziendali che restano inutilizzate nei parcheggi alla sera o nei week-end. Un servizio che offre una gradita opzione addizionale ai dipendenti e che permette all'azienda il parziale recupero dei costi di gestione della flotta. Alphabet, inoltre, offre alle imprese interessate alla sostenibilità ambientale il programma Alphaelectric per assistere la conversione del parco auto in elettrico. Analisi del potenziale di elettrificazione, selezione dei veicoli, soluzioni di ricarica e consigli di eMobility sono alcuni dei servizi offerti.

All'insegna della sostenibilità nei piccoli spostamenti cittadini, a Milano si va affermando il servizio Globix degli storici taxi 8585. Grazie a un abbonamento, i cellulari aziendali sono abilitati a un numero telefonico riservato. Dopo la richiesta di taxi alla centrale, il cliente riceve via Sms il codice numerico di apertura corsa e quello di chiusura. A destinazione, il tassista immette nel sistema il codice di chiusura e il cliente riceve un sms dalla centrale con la conferma del prezzo della corsa da controllare sul tassametro. Segue fattura.

La più grande conquista della sostenibilità in ufficio è però la contrattualizzazione del telelavoro, che permette l'esecuzione del lavoro a domicilio o, comunque, all'esterno dell'azienda. Contratti di questo genere sono in vigore, tra gli altri, in Hp Italia e Birra Peroni. Il risultato? Riduzione degli spostamenti e dell'inquinamento e maggior tempo da dedicare al proprio benessere e agli interessi familiari. In altre parole, Csr allo stato puro e potenziali risparmi per la sanità pubblica. Per le aziende, spesso, maggiore produttività dei dipendenti.

In un recente libro di un gruppo di clinici coordinati da Aldo Ferrara, «Fisiologia clinica alla guida», editore Piccin di Padova, si scoprono importanti spunti sulla qualità di vita all'interno dell'abitacolo soprattutto per chi, per motivi di lavoro, trascorre gran parte del tempo alla guida. Il benessere del personale nelle auto aziendali dovrebbe essere tenuto in maggiore considerazione, perché innesca responsabilità del datore di lavoro. Due le maggiori criticità rilevate: «Le conseguenze del fumo in auto sul driver e particolarmente sui bambini trasportati (bandito solo in pochi Paesi) e i danni per la colonna vertebrale a causa del deficit ergonomico di molti sedili in uso». Senza criminalizzare le auto, tanto si può fare per realizzare una svolta più sostenibile delle flotte aziendali. L'ambiente, la salute e il conto economico ringrazieranno.

© Riproduzione riservata