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INDUSTRIA AUTO

Volkswagen, la lotta per il potere si combatte a Stoccarda (alla Porsche). Quale sarà la prossima mossa di Piech?

Ferdinand Piech ha ancora troppi assi nella manica perché si possa pensare che la storia del patriarca del Gruppo VW si sia conclusa sabato scorso con le sue dimissioni da Presidente del Consiglio di Sorveglianza. Da quel giorno a Wolfsburg, a Stoccarda e a Salisburgo non si fa altro che pensare a quale potrebbe essere la prossima mossa di Piech.

Grande azionista del gruppo Volkswagen, di cui è stato il Ceo per dieci anni fino al 2002 e in seguito Chairman del suo Consiglio di Sorveglianza nei seguenti ultimi tredici anni, fino a sabato scorso, Ferdinand Piech ha sempre dato prova di essere un geniale manager. Lunedì e martedì della prossima settimana a Hannover, prima alla riunione del Consiglio di Sorveglianza e il giorno seguente all'assemblea degli azionisti Volkswagen, molti altri particolari sulla sua vicenda emergeranno. Piech non sarà presente, ma parteciperà invece il 13 maggio a Stoccarda all'assemblea della Porsche Holding SE, che controlla il 50,07% del Gruppo Volkswagen, dove egli affronterà suo cugino Wolfgang, capo del clan dei Porsche.

A Stoccarda Piech avrà modo di giocare più di qualche asso che ha ancora nella manica. Non soltanto in relazione al suo braccio di ferro con l'amministratore delegato Martin Winterkorn, ma anche in vista del processo contro la Porsche (31 luglio) nella vicenda delle presunte manipolazioni del titolo Volkswagen. Soprattutto, però, Piech potrebbe decidere di giocare la carta di un'eventuale revisione dell'accordo che impegna i Porsche e i Piech a votare con una voce sola nelle decisioni della Porsche Holding SE, dopo che nelle ultime due settimane i due clan sono venuti meno agli accordi sottoscritti, ragion per cui Piech potrebbe ritenere di essere ora libero di vendere le sue azioni a terzi. Si dice che già si sarebbero fatti avanti diversi fondi pronti ad acquistare una parte delle azioni che Piech possiede alla Porsche Holding SE. Apriti cielo! Una simile eventualità trasformerebbe la Volkswagen in una “normale impresa” nella quale i Porsche e naturalmente anche i Piech avrebbero molto meno da dire.

Una prospettiva molto preoccupante per gli operai e per i sindacati della Volkswagen, ultimamente forse un po' troppo pieni di sé. È a simile situazione alla quale evidentemente pensava Berthold Huber, ex Presidente del potentissimo sindacato IG-Metall e da sabato Presidente ad interim del Consiglio di Sorveglianza Volkswagen, quando nel corso dell'intervista in televisione subito dopo la drammatica riunione di sabato dichiarò di “partire dal presupposto che il grande patriarca Ferdinand Piech con la sua quota azionaria non intenda danneggiare la Volkswagen, che è l'opera di tutta la sua vita”. Ora chi sta cercando di portargliela via dovrà fare i conti con un Piech molto agguerrito e pronto a tutto.

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