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Al via il Rally dei Campioni. Una festa che non dimentica i grandi che ci…

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AUTOMOBILISMO

Al via il Rally dei Campioni. Una festa che non dimentica i grandi che ci hanno lasciato

  • –di Mattia Losi

Ormai ci siamo. Il prossimo 5 giugno prende il via il Rally dei Campioni. La maiuscola è d'obbligo, perché lungo il percorso che si snoda per settanta chilometri davanti a 200 Ville Venete, da Noventa Padovana a Camponogara, di Campioni ne sfileranno davvero tanti. La Storia del rallysmo mondiale, un raduno di uomini straordinari che sono entrati e resteranno per sempre nel cuore di tutti gli appassionati.

Settanta chilometri da Noventa a Camponogara attraverso Vigonovo, Fossò, Campolongo Maggiore, Campagna Lupia, Malcontenta, Mira, Dolo, Fiesso D'Artico e Strà.

Settanta chilometri di anima e cuore, come nella tradizione più pura della grande famiglia dei Rally, perché il Comitato Organizzatore ha deciso di destinare i proventi della manifestazione ai bambini africani orfani a causa della recente epidemia di Ebola, affidando il ricavato ai Missionari del Cuamm.

Settanta chilometri di gioia nel rivedere piloti, navigatori e automobili come ormai non se fanno più. Hanno gettato lo stampo, purtroppo. O magari per fortuna, perché i miti è meglio se vengono lasciati in pace, senza doverli sottoporre continuamente a sciocchi confronti attraverso le barriere del tempo.

Settanta chilometri per festeggiare i 75 anni di Sandro Munari e gli 80 di Amilcare Ballestrieri. Per rivedere il feroce e temuto Drago dal leggendario carattere intrattabile, che in realtà è l'uomo più disponibile che si sia mai visto. E che ancora oggi guida con la leggerezza di chi, con un volante tra le mani, ci è nato per un dono del cielo: coltivandolo giorno dopo giorno con impegno e volontà per non sprecarlo, quel dono. Con loro Cavallari, Lampinen, Rohrl, Fassina, Biasion, Ormezzano, Cerrato, Carello, Pregliasco, Bernacchini, Sodano, Maiga, Ceccato, Donatella Tomiz e “Biche”, la navigatrice di Jean Claude Andruet. Per chi ama questo sport è come entrare nel libro dei sogni.

Settanta chilometri per non dimenticare chi non c'è più, ma in realtà continua a esserci perché nessuno muore davvero, se è vivo nel cuore di chi lo ha amato.
Settanta chilometri per ricordare Luciano Lombardini, grande navigatore scomparso il 20 gennaio 1968 durante una tappa di trasferimento del Rally di Montecarlo: aveva da poco preso la guida per lasciar riposare Sandro Munari. Il destino, e una maledetta macchina che aveva sorpassato un camion dove non avrebbe dovuto farlo…
Settanta chilometri per ripensare a Mario Mannucci, che di Lombardini aveva raccolto il testimone scrivendo in coppia con il Drago le pagine più belle di questo sport. Il Maestro, a cui mandiamo un affettuoso augurio per il suo compleanno (31 maggio) quei settanta chilometri li farà ancora, insieme a tutti noi, attraverso la presenza di Ariella, la compagna di una vita che ne custodisce il ricordo con una dolcezza infinita.

Settanta chilometri per ripensare a Björn Waldegård, stroncato da un male incurabile alla fine di agosto dello scorso anno. All'ormai tradizionale Messa in ricordo dei piloti e navigatori scomparsi, celebrata il 20 gennaio dal grande appassionato di Rally don Piero, Munari lo ha ricordato dicendo: “Quando ci rivedremo, mi darai la rivincita”. C'è tempo Sandro, c'è tanto tempo.

Settanta chilometri che passeranno in un attimo, come se fosse questione di pochi minuti. Perché tutti vorrebbero che non finissero mai. Che come in meraviglioso replay sulla linea del traguardo ci fosse una nuova partenza per continuare a vedere, rivedere e rivedere ancora gli amici, i campioni, gli idoli che hanno segnato per sempre una parte delle nostre vite.

Settanta chilometri imperdibili. Ed è inutile aggiungere altro.

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