Un grande scudetto Alfa Romeo che dichiara la determinazione a vincere la sfida della sportività, un cofano lungo, ampie prese d'aria inferiori che con la calandra triangolare vanno a comporre il “trilobo”, stilema identitario del marchio. E ancora, passaggi aria e appendici aerodinamiche a intagliare e scolpire la lamiera. Giulia entra in scena con forza, ma non si spaventino i cultori delle forme più discrete: siamo di fronte alla versione Quadrifoglio, la berlina “normale” sarà connotata anzitutto dal modellato accattivante dei suoi tre volumi e dalle proporzioni ben bilanciate, rese insolite dall'adozione della trazione posteriore (e che ne avvicinano di fatto l'immagine ai modelli della concorrenza).
Il pianale del tutto nuovo ha regalato ai designer guidati da Lorenzo Ramaciotti - nello specifico, il team di Marco Tencone - un foglio bianco su cui impostare soluzioni prima non concesse come le ruote spinte in fuori, a filo dell'arco del parafango per una presenza su strada molto più marcata. L'unico vincolo, spiegano, è stato sul frontale che in pianta non risulta a “V” come d'abitudine: ecco allora un disegno giocato su due livelli, con i fari più diagonali per affinare gli angoli. Insolita è anche la vista di coda per effetto della targa spostata al centro del baule anziché trovarsi come d'abitudine sulla fascia paraurti, perché avrebbe allungato di alcuni centimetri un corpo vettura giocato invece sulla compattezza (è sotto i 4,7 m).
Gli interni, intravisti dai finestrini e nelle immagini, promettono però tanta sportività interpretata secondo i canoni dello stile italiano, con un posto di guida tagliato sul pilota come un abito.
La plancia è minimalista con un cluster strumenti che vede contagiri e tachimetro racchiusi in un “cannocchiale”, tipico Alfa Romeo. I comandi sono pochi per favorire l'ergonomia e due sono quelli principali: controllo Dna e Infotainment.
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