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L'Internet of Things cambierà la mobilità

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Flotte aziendali

L'Internet of Things cambierà la mobilità

  • –di Claudia La Via

Quando si parla di auto è impossibile non pensare alla connettività, diventata ormai un elemento chiave per la gestione di tutto l'ecosistema che gira attorno all'automotive. Un discorso che vale soprattutto per le flotte aziendali, dove la telematica è fondamentale anche per una corretta gestione del parco auto, degli spostamenti e, soprattutto, dei costi.

Oggi le auto sono in grado di interagire con ciò che le circonda, con altri veicoli e, addirittura, con un server: merito della Rete che sta prepotentemente conquistando tutti i veicoli, non solo attraverso i dispositivi mobili (smartphone e tablet) portati a bordo dal guidatore, ma anche grazie a sistemi di connettività integrati in grado di creare un ecosistema che passa sotto il nome di Internet of things (IoT) e che proprio nel mondo dell'automotive trova una delle sue massime applicazioni. Un orizzonte a cui da tempo stanno lavorando aziende di componentistica, produttori di veicoli e, soprattutto, operatori di telecomunicazioni, che forse più di altri potranno beneficiare delle auto connesse. Secondo il recente rapporto «Connected car ecosystem: 2015-2030 opportunities, challenges, strategies & forecasts» realizzato da Sns Research, infatti, il rapporto tra gli operatori di telefonia mobile e il mercato delle connected car, potrebbe generare entro il 2020, ricavi annui per 40 miliardi di dollari. Numeri che diventano ancora più importanti quando si parla di flotte.

Le ultime rilevazioni di Aniasa, l'Associazione nazionale industria dell'autonoleggio e servizi automobilistici di Confindustria, confermano che la connettività e la telematica sono sempre più presenti nelle flotte, sia sulle auto che sui mezzi commerciali. A fine 2015 saranno equipaggiati con dispositivi “intelligenti” oltre 70mila veicoli a noleggio a lungo termine e 30mila a breve termine, circa il 15% del totale, con un trend in crescita del 300% nell'arco degli ultimi quattro anni. In generale, ha spiegato Pietro Teofilatto, direttore Noleggio a lungo termine di Aniasa, «quasi un terzo (il 27%) dei mobility manager è oggi interessato alla gestione via web delle auto condivise o al monitoraggio da remoto della flotta».

La società di analisi di mercato Gartner prevede che entro cinque anni ci saranno 250 milioni di auto connesse e che la connettività diffusa porterà maggiori informazioni all'interno dei veicoli e consentirà loro di dialogare con gli elementi circostanti. Una prospettiva sempre più concreta, come dimostra anche l'annuncio del ministero dei Trasporti britannico di voler riempire le autostrade inglesi di sensori IoT, all'interno del piano da 15 miliardi di sterline per l'aggiornamento infrastrutturale. Negli Usa, poi, la National highway traffic safety administration è già a lavoro per implementare una soluzione per le comunicazioni vehicle-to-vehicle da completare entro il 2020.

Più in generale la connettività a bordo permette di mettere nelle mani di aziende e società di noleggio un sistema per raccogliere (e gestire) in tempo reale i dati provenienti dai veicoli e sviluppare servizi digitali a valore aggiunto. Secondo il Rapporto «M2M Barometer 2015» appena pubblicato da Vodafone, infatti, quando si parla di flotte il valore aggiunto dell'IoT è soprattutto la possibilità di raccogliere informazione strategiche tramite i big data e gli analytics che vengono generati. «I benefici della connettività diffusa sono particolarmente significativi per settori come l'automotive - sottolinea Michele Frassini, Sales & marketing manager di Vodafone Italia -. Quando si parla di flotte, poi, sono soprattutto realtà come la Pubblica amministrazione, che non necessitano di assegnare un veicolo a ciascun dipendente e preferiscono utilizzare soluzioni di car pooling o car sharing, ad avere maggiori vantaggi in termini di efficienza».

La società di tlc ha spiegato come molti produttori stiano progressivamente installando a bordo sim 4G perché questa sarà la connessione mobile predefinita per tutto il ciclo di vita del veicolo. «Il fleet management è stato uno dei primi utilizzi dell'IoT, e rimane oggi uno dei principali; tramite la connettività diffusa è possibile aumentare l'efficienza, ottenere risparmi di tempo, ridurre i costi per il carburante e migliorare la customer experience», precisa Alfonso Correale, managing client partner di Verizon Enterprise. Secondo un recente report sullo stato dell'arte dell'IoT, realizzato proprio dalla società di telecomunicazioni Usa che opera anche in Italia con soluzioni ad hoc per le aziende, grazie a sistemi di diagnostica tempestiva e di analytics predittiva, l'intero settore stima di poter raggiungere risparmi per circa 27 miliardi di dollari a livello globale nei prossimi 15 anni.

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