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Giorgetto Giugiaro diventa Maestro dell’Istituto d’Arte Applicata e Design

  • –di Silvia Baruffaldi

«Bozzetti e belle illustrazioni per visualizzare un'auto che stavo ideando? Non ne ho mai fatti, non ne avevo il tempo». E' un'esperienza unica, sotto ogni punto di vista, quella che Giorgetto Giugiaro testimonia ogni volta che viene chiamato a raccontare pubblicamente la sua carriera. Ed è quanto ha fatto anche in occasione della conferenza stampa della sua investitura ufficiale a Presidente e Maestro del dipartimento di Transportation Design dello IAAD (Istituto d'Arte Applicata e Design, con sede a Torino), uno dei maggiori centri formativi del settore a livello europeo. Un incontro che si è svolto al Mauto il 28 gennaio, cui ha partecipato anche il sindaco di Torino, Piero Fassino, sempre attento agli eventi che vedono la città protagonista nel settore delle quattro ruote.

Da mesi il modo dell'automotive attende di sapere quando e per chi, dopo aver lasciato l'estate scorsa la sua Italdesign tutta in mano a Volkswagen, Giugiaro disegnerà nuovamente automobili. Lui non dà indicazioni, ma intanto con questa collaborazione con lo IAAD conferma il suo legame con il territorio e con la cultura del disegno industriale. Non farà lezione, spiega subito Laura Milani, direttore IAAD, il suo ruolo di Maestro è inteso come condivisione di «una visione che ha fatto la storia del car design e ha saputo evolvere in maniera unica, straordinaria».

Lui a scuola di car design non ci è mai andato, «ma erano altri tempi, oggi non sarebbe possibile apprendere sul campo, ci sono design center molto strutturati, non basta il talento per emergere», spiega Giugiaro. «Non c'erano scuole ai miei tempi, però c'erano ingegneri che facevano ottimi design, come Dante Giacosa», prosegue raccontando i suoi esordi, appena diciassettenne, come progettista in Fiat, «la mia prima università, lì ho imparato la disciplina indispensabile per realizzare i progetti». Proprio in virtù di questa formazione, disegnerà sempre «in modo matematico, nell'ottica della fattibilità», pur essendo nel tempo libero, e per talento, anche pittore e artista figurativo.

Il travaso di esperienza dal maestro ai designer in erba si preannuncia quindi nell'ottica del pragmatismo: «Apprezzo molto la capacità espressiva, sarò critico però sugli aspetti di concretezza e fattibilità», dice, ma poi rassicura subito la platea: «I giovani devono sognare, non vanno scoraggiati, semmai resi consapevoli che questo lavoro richiede moltissimo impegno».

Già, proprio quei giovani che sembrano essere meno interessati alle automobili: «E' vero, ma l'auto continua ad essere necessaria, e la si sceglie sempre con un'estetica che piace», osserva ancora Giugiaro, denunciando però gli eccessi di un design che oggi troppo spesso perde le sue valenze funzionali inseguendo l'originalità ad ogni costo. La colpa, spiega, «è anche di molti brand chiusi in se stessi, che non si confrontano con creatività esterne né fanno crescere veri talenti al loro interno». Ma c'è anche chi lavora bene e come esempio cita le Range Rover: «Sono riusciti a fare qualcosa che si è ben inserito nei gusti del pubblico, con una personalità definita, che viene dalla loro storia».

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