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«Così saranno auto e mobilità del futuro»

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Intervista: Mark Fields «I piani del presidente e amministratore delegato di Ford Motor Company

«Così saranno auto e mobilità del futuro»

  • –di Adriano Tosi

Barcellona - Il numero uno di Ford, Mark Fields, ha le idee chiare e una convinzione ferrea: «Non basta più costruire auto». Aziende come la Ford devono allargare il raggio d'azione ai servizi e alle nuove tecnologie. Non dev'essere un caso, del resto, se la sua carriera inizia in Ibm e, proprio Ibm, l'ha appena eletto come nuovo membro del board; carica che ricoprirà a partire da domani. Il doppio ruolo - ceo e presidente Ford da una parte; membro del board Ibm dall'altra - di Mark Fields è una sorta di sigillo alle sue convinzioni e di nuovo inizio per il marchio dell'Ovale blu. E se pensate che si tratti di temi ormai scontati, sappiate che, qui al Mobile World Congress 2016, la “fiera della connettività” di Barcellona, Ford è l'unica Casa automobilistica presente in forze.


In un mondo dell'auto in grande fermento per l'imminente Salone di Ginevra, Ford esce dal coro e lancia uno dei modelli che compete in un segmento chiave del mercato - quello dei Suv medi - in una fiera di tecnologia. Perché? La risposta di Fields è molto chiara: «Ci sono più di 15 milioni di veicoli nel mondo che utilizzano il sistema Sync. In ottica di lungo termine stiamo lavorando sui sistemi di guida autonoma (vogliamo triplicare le attuali 30 auto sperimentali che stanno macinando chilometri e accumulando esperienza) e già oggi offriamo numerosi dispositivi di ausilio alla guida che prevengono gli incidenti in autonomia, allertano il guidatore nel caso in cui non si stia rendendo conto di un pericolo e, in ogni caso, sono in grado di ridurre le conseguenze di un impatto. Siamo qui per comunicarlo». In altre parole, il messaggio di Ford è questo: stiamo lavorando tanto, in termini qualitativi e quantitativi, sull'auto del futuro ed è il caso di farlo sapere anche a chi di auto si interessa poco o per nulla.


Altro tema caldo quando si parla di mobilità del futuro è quello del ruolo del guidatore: secondo Google, per esempio, dovranno essere eliminati lo sterzo e i pedali di freno e acceleratore, al fine di scongiurare pericolose intromissioni dell'uomo nell'algoritmo di gestione del sistema. Una posizione che Ford non condivide. Anche se tutto ciò che riguarda la Silicon Valley viene sempre anticipato dalla premessa «Di Google, Apple e tutte le altre aziende non parliamo», le parole di Fields non lasciano dubbi: «Il nostro lavoro e la nostra storia sono legati indissolubilmente all'auto. Non rinneghiamo minimamente quello che siamo sempre stati e che vogliamo continuare a essere. Il piacere di guidare rimarrà anche in futuro uno dei valori su cui si fonda il nostro brand. Lo dimostrano prodotti come la Focus Rs, la Mustang e la Gt».
Quando si parla di auto connessa non si può non pensare alla questione dei dati sensibili, della privacy degli utenti e della possibilità di “profilare” gli automobilisti a fini commerciali. Anche in questo caso, forte delle sue competenze hi-tech, Fields è categorico: «La privacy dei nostri clienti è “sacra” e noi la tuteleremo sempre. Non ci sfiora nemmeno l'idea di vendere dati sensibili ad aziende terze».


Proiettati verso il futuro e “inebriati” da prodotti emozionali come quelli sopra citati, i modelli storici di Ford, come Fiesta e Focus in Europa e F-150 negli Usa, non rischiano di passare in secondo piano? Sbagliato: «La forte tradizione di Ford nel campo delle auto di volume verrà consolidata. Non ci possiamo permettere di dimenticarci ciò che siamo, ma non possiamo nemmeno rimanere ancorati a vecchi schemi. Penso, per esempio, alle aree urbane: qui la richiesta, anzi la pressione, per nuove forme di mobilità è fortissima. Sia dal punto di vista dell'energia utilizzata sia da quello della forma di utilizzo del mezzo di trasporto: si va sempre più verso il motore elettrico e la condivisione della vettura e del viaggio. E noi vogliamo essere pronti a queste sfide».

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