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Bmw festeggia cento anni di storia, di auto e di motori

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LA STORIA

Bmw festeggia cento anni di storia, di auto e di motori

  • –di Corrado Canali

7 marzo 1916. Una data importante per l’automobile e i motori. Nasce a Monaco la Bayerische Motoren Werke che tradotto dal tedesco significa “fabbrica bavarese di motori”. Grazie alle commesse della prima guerra mondiale, la piccola azienda cresce rapidamente. Nella fabbrica presso l'aeroporto militare di Oberwiesenfeld a Monaco, produce fino al 1918 motori per aerei militari.


Nell'immediato dopoguerra, inoltre, la Casa bavarese acquista il brand Dixi e l'anno seguente inizia a commercializzare con il proprio marchio l'unico modello realizzato da quella azienda: una Austin 7 assemblata su licenza. La vettura, dotata di un motore 750 a quattro cilindri in linea con una potenza di 15 CV è lunga solo tre metri. Nel 1932 in seguito alla scadenza del contratto con la Austin Bmw lancia il primo modello fatto completamente in “casa”, la 3/20, disponibile anche in versione scoperta, che monta un motore 800 a quattro cilindri. L'anno seguente debutta la più elegante 303, la prima sei cilindri del marchio tedesco, manche quella che lancia la mascherina con il “doppio rene” simbolo ancora oggi della vetture Bmw. Il 1936 è un anno importante per il brand di Monaco: arrivano, infatti, la 326, la prima dotata di porte posteriori e, soprattutto, la sportiva 328 che nel 1940 si aggiudica la Mille Miglia con il pilota tedesco Huschke von Hanstein.

Durante la Seconda Guerra Mondiale la Bmw si ritrova obbligata dal governo nazista ad abbandonare la produzione di auto nel 1940 e di moto nel 1942 per concentrarsi sui motori aeronautici. Al termine del conflitto la fabbrica di Monaco viene requisita dalle forze alleate mentre le tre fabbriche nella parte orientale della Germania finiscono nelle mani dei sovietici. Dal 1946 al 1951 dall'impianto di Eisenach in Germania Est escono modelli Bmw basati su vetture costruite prima della guerra: si tratta dell'elegante berlina 501, svelata al Salone di Francoforte del 1951 e poi commercializzata dal 1952 è la prima “vera” Bmw del dopoguerra. Disponibile anche nelle varianti coupé e cabriolet, ha una gamma motori che comprende due unità a sei cilindri di 2000 e 2100 cc e da un 2600 V8.

Nella seconda metà del decennio debuttano due modelli molto diversi: nel 1955 arriva la piccola Isetta mentre l'anno successivo tocca alla spider 507, considerata ancora oggi una delle auto tedesche più belle della storia. Alla fine degli anni Cinquanta Bmw è attraversata da una crisi profonda, visto che l'unico modello di successo, la Isetta, non genera profitti e si pensa addirittura ad una fusione con Mercedes. La situazione, però cambia quando la famiglia Quandt, ancora oggi proprietaria della Casa bavarese, prende possesso del brand. Nel giro di pochi anni, infatti, Bmw si riprende: nel 1961 lancia la 1500, nel 1963 vengono pagati per la prima volta dal secondo dopoguerra i dividendi agli azionisti e nel 1966 acquista il marchio Glas. Un'operazione finanziaria consente a Bmw di avere accesso ai brevetti della Casa d'auto oltre che dello stabilimento di Dingolfing che ancora oggi è il più grande tra quelli del brand bavarese.

Gli anni settanta sono all'insegna di Eberhard von Kuenheim che nominato amministratore delegato nel 1970, trasforma la Casa tedesca in un'azienda globale, visto che sotto la sua direzione nascono modelli di grande successo: la Serie 5 (1972), la Serie 3 (1975), la Serie 6 (1976) e la Serie 7 (1977). Nella seconda metà del decennio arriva la prima vittoria sportiva: nel 1976 una 3000 CSL guidata dai britannici John Fitzpatrick e Brian Redman e dallo statunitense Peter Gregg conquista la 24 Ore di Daytona. Negli anni ottanta la Bmw rafforza il suo DNA sportivo attraverso il lancio di modelli caratterizzati da un evidente piacere di guida oltre a parecchi successi sportivi.

Nel 1983 il pilota brasiliano Nelson Piquet diventa Campione del Mondodi F1 con una Brabham col motore della Casa bavarese mentre due anni più tardi nascono due vetture di riferimento fra le sportive di razza, la M3 e la M5. La versione più “cattiva” della serie 3 domina nel motorsport tra le vetture Turismo: nel 1987 l'italiano Roberto Ravaglia si aggiudica il campionato del mondo, il belga Eric van de Poele conquista il titolo tedesco DTM e il francese Bernard Beguin trionfa nei rally salendo sul gradino più alto del podio al Tour de Corse. Ma una delle più grandi soddisfazione “racing” del periodo risale al 1999 con la conquista della 24 Ore di Le Mans da parte della V12 LMR realizzata insieme alla Williams, partner storico in F.1 guidata dal francese Yannick Dalmas, dall'italiano Pierluigi Martini e dal tedesco Joachim Winkelhock. Per quanto riguarda la produzione di serie della Casa tedesca negli anni novanta va segnalato l'acquisto del Gruppo Rover nel 1994, ceduto poi nel 2000 conservando solo il brand Mini e il lancio di tre modelli: le spider Z3 (1996) e Z8 (1999) e, sempre nel 1999, la X5.

L'inizio del terzo millennio per la Bmw coincide con il debutto dei primi modelli disegnati di Chris Bangle: lo stile del designer americano contribuisce a svecchiare il marchio e ad incrementare le vendite. Una su tutte fra le sue vetture l'ammiraglia Serie 7 del 2001. L'anno successivo il marchio Rolls-Royce entra a fare parte della grande “famiglia” Bmw, mentre nella seconda metà del decennio la dirigenza decide di tornare nuovamente nel mondo del motorsport.

Dal 2006 al 2010 la Casa di Monaco gareggia in F1 col nome Bmw Sauber, dopo l'acquisizione della scuderia elvetica e tra il 2005 e il 2007 arrivano sei Mondiali Turismo WTCC, tre Piloti e tre marche, con una 320 guidata dall'inglese Andy Priaulx. Gli anni più recenti sono dedicati alla svolta hi-tech oltre che ecologica del brand: nel 2013 debutta, infatti, l'elettrica i3 mentre l'anno successivo è la volta della supercar ibrida plug-in i8. Il resto è storia recente: proprio in questi giorni Bmw festeggia i primi 100 anni di storia con una Concept la Vision Next 100 che anticipa come saranno le future auto e le moto del Gruppo Bmw.

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