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Alfa Romeo 1600 Spider, in Duetto lungo cinquant'anni

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GRANDI MITI

Alfa Romeo 1600 Spider, in Duetto lungo cinquant'anni

  • –di Vittorio Falzoni Gallerani

Il nome, già depositato, di una merendina ormai dimenticata da tutti ha impedito, per amara ironia della sorte, che questa deliziosa automobile continuasse ad essere chiamata ufficialmente con il nome che le spetta e che, fortunatamente, tutti gli appassionati hanno continuato ad usare.

Nata nella primavera del 1966 come Alfa Romeo 1600 Spider venne ribattezzata subito dopo in seguito ad un concorso attraverso il quale si chiedeva di trovarle il nome; buona idea che ne partorì uno, a nostro parere, indovinatissimo per quanto ben presto risultato inutilizzabile.

Ma è ora di archiviare la questione anagrafica per dire che sotto la seducente pelle disegnata da Franco Martinengo, attingendo a piene mani da una sua 'concept' (come si direbbe oggi) allestita nel 1961 su telaio Giulietta SS, la 'Duetto' presenta una meccanica praticamente identica a quella, efficacissima, della Giulia Spider Veloce con l'alimentazione a due carburatori; solo dopo qualche tempo si penserà che, forse, nel 1967, un servofreno non ci sarebbe stato male.

Molto veloce e scattante, la 'Duetto, ripone, tuttavia, il suo fascino in altri aspetti quali la piacevolezza di guida nel misto, prerogativa particolarmente importante per una decapottabile, e l'attrattiva estetica della carrozzeria e dell'abitacolo; una seduzione che ebbe successo anche sul mercato USA ove Mike Nichols fu indotto a sceglierla quale regalo di laurea per Benjamin Braddok: il protagonista del suo film 'Il Laureato' interpretato da Dustin Hoffmann; la sua corsa a rompicollo, con finale a piedi causa esaurimento benzina, per evitare che la sua Elaine Robinson sposasse un altro è rimasta nel cuore di tutti coloro che allora erano in età da 'Duetto'.

Per motivi che ancora oggi paiono incomprensibili, al Salone di Torino del 1969, poco dopo avere ereditato sia il motore 1.3, per una vendutissima versione 'Junior', che 1.8, per la prima Spider Veloce, la nostra protagonista si vide amputare la coda; da quel momento, oltre a non chiamarsi più 'Duetto' per il motivo detto all'inizio, la prima versione venne omaggiata di un bellissimo soprannome, 'Osso di Seppia', che la distingue ancora oggi dalla più banali, per quanto sempre bellissime, eredi a coda tronca.

Nel 1971, nell'ambito della seconda serie della Spider Alfa Romeo nacque un altro gioiello di primaria valenza collezionistica: la 2000 Spider Veloce; su di una macchina così leggera il due litri delle '2000' berlina e GTV, con 132 CV veri, la fa letteralmente volare per la gioia degli 'Alfisti' più sportivi accolti, tra l'altro, in un abitacolo ancora più accattivante del solito, con strumentazione ridisegnata e quadranti principali posti, in un inedito 'binocolo' nero opaco e di pregevole disegno, davanti al guidatore e dietro un volante 'Hellebore' con corona in legno, serio pretendente del titolo: 'il più bel volante della storia'.

La terza serie, prodotta nel periodo 1983 – 1989, e battezzata pietosamente 'Aerodinamica', rappresenta il tentativo, riuscito solo in parte, di rovinare l'estetica di questa macchina; sembra che su di lei sia intervenuto uno dei chirurghi i cui 'capolavori' vediamo su tanti volti di donne dello spettacolo: una serie di elementi 'plastici' totalmente fuori posto attentano gravemente alla bellezza della Duetto; che non scompare ma rimane, questo sì, un po' nascosta fino alla sua piena riscoperta in occasione del MY 1990 quanto una strepitosa operazione di 'pulizia' formale, accompagnata dall'adozione di alcuni stilemi di derivazione Alfa Romeo 164 (una delle più belle berline mai concepite), le ridona la grazia dei suoi anni giovanili.

Appare inoltre, in questa occasione, un parimenti strepitoso motore due litri con accensione ed iniezione elettroniche integrate che elimina qualsiasi necessità di messa a punto della carburazione e regala consumi da utilitaria (anche 14 km/litro andando tranquilli) senza penalizzare le prestazioni; da non trascurare anche l'adozione del servosterzo ormai indispensabile in seguito alla presenza di pneumatici da 195 mm; volendo, è ancora disponibile anche la 1,6 a carburatori e senza servosterzo ma sarà la scelta di pochissimi vista l'eccellenza della sorella maggiore.

Dal primo gennaio 1993 rimane solo la 2000 iniezione, facilmente catalizzabile, che tiene il mercato ancora un paio di annetti in attesa della nuova Spider a trazione anteriore.

Superfluo consigliarne l'acquisto visto che tutti quelli che ne erano intenzionati lo hanno già fatto o lo stanno facendo e lo si nota dal continuo lievitare delle quotazioni (oggi anche più di quarantamila Euro per una 1750 'Osso di Seppia'); esprimiamo un paio di pareri: non spendete neanche un cent in più per il tetto rigido in quanto si tratta di un manufatto ingombrante, pesantissimo, poco efficace (gli spifferi rimangono) e superfluo visto che la capote, se ben mantenuta, tiene molto bene acqua e aria. Evitate, infine, le catalizzate, tanto sono Euro 1 e non vi danno alcun vantaggio: sono più lente e 'calde' a causa del convertitore non isolato in maniera totalmente efficace.

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