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Vespa, il mito di Piaggio compie i 70 anni

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Vespa, il mito di Piaggio compie i 70 anni

Non conosce pause il successo di Vespa nel mondo: non bastassero i 18 milioni di esemplari finora prodotti a dimostrarlo, si potrebbe prenderne in considerazione la crescita recente. Infatti, dalle 58mila unità del 2004 si è passati alle 100mila del 2006 per arrivare a quasi 170mila nel 2015: Vespa ha dunque triplicato la sua produzione nel giro di un decennio durante i quali un milione e mezzo di nuove Vespa hanno iniziato a percorrere le strade del mondo. Oggi sono tre i siti produttivi delle Vespa: Pontedera, dove viene costruita ininterrottamente dal 1946 (per Europa e mercati occidentali, Americhe comprese), Vinh Phuc in Vietnam (per mercato locale e Paesi del Far East); e, dal 2012, Baramati in India (per il mercato interno).

UN MEZZO ALLEGRO
Probabilmente tra i motivi del successo figura anche la ragione della nascita della Vespa, colma di speranza e di volontà di uscire dall'orrore della Seconda guerra mondiale, in un misto di allegria e spensieratezza che da sempre sono presenti alla voce “tratti particolari” della carta d'identità di Vespa. L'azienda fondata dal ventenne Rinaldo Piaggio nel 1884, infatti, si occupò di aerei durante la guerra, ma il 23 aprile 1946 depositò il brevetto di un veicolo con cui i figli di Rinaldo – Enrico e Armando – intendevano rimettere in moto (letteralmente) il Paese. E per farlo cercavano un mezzo a basso costo e di largo consumo: partirono da un “motorscooter” sul modello delle piccole motociclette per paracadutisti (Paperino, il nome del prototipo MP5): non piacque a Enrico che incaricò Corradino D'Ascanio, ingegnere aeronautico, di rivedere il progetto. L'ingegnere non amava le moto: le reputava scomode, ingombranti, con gomme troppo difficili da cambiare in caso di foratura, evento non certo raro con le strade dell'epoca, disastrate dai bombardamenti. D'Ascanio dunque rivoluzionò il progetto, e, con l'aiuto di Mario D'Este, suo disegnatore di fiducia, arrivò al primo progetto della Vespa, prodotto a Pontedera nell'aprile del 1946. Curiosità: il nome del veicolo si deve a Enrico Piaggio che, davanti al prototipo MP6, dalla parte centrale molto ampia per accogliere il guidatore e dalla “vita” stretta, esclamò “Sembra una vespa!”. E Vespa fu: la prima aveva un motore di 98 cc, andava a 60 km/h ed era proposta in due versioni: normale (55.000 lire) e lusso (61.000 lire), con optional come contachilometri, stampella laterale e pneumatici con fianco bianco. Nel 1946 Piaggio costruì 2.484 scooter, che diventarono 10.535 l'anno seguente, e 19.822 mezzi nel 1948. E la crescita non si è fermata da allora, attraverso oltre 150 versioni. Qualche tappa importante: la nascita del “Vespino” 50 (1963), ultima creatura di D'Ascanio per fare a meno della targa quando diventa obbligatoria per le cilindrate superiori a 50 cc; nel 1984 arriva il cambio automatico con la PK 125 automatica; l'ET4 125 del 1996 è il primo modello a 4 tempi; nel 2003 Roberto Colaninno approda alla guida di Piaggio, che torna italiana dopo i tempi bui del passaggio, a fine millennio, al fondo tedesco Morgan Greenfell.

LA GAMMA ATTUALE
Oggi Vespa è proposta in diverse versioni. Vespa Primavera, presentata nel 2013, è disponibile nelle cilindrate 50, 125 e 150 cc, riprende il nome di un modello storico per il marchio. Stesse motorizzazioni anche per Vespa Sprint che ha la scocca tutta in acciaio ed è caratterizzata da una linea giovane, su cui domina il fanale anteriore rettangolare; monta ruote da 12”, con cerchi in lega di alluminio e Abs. Ancora in produzione è la longeva Vespa Px 150, il “Vespone”, modello che vanta il primato di singolo modello più venduto con 3 milioni di unità dal 1977. La più grande della famiglia è la Vespa Gts: monta motori 4T da 125 e 300 cc, raffreddati a liquido, ed è declinata negli allestimenti Gts, Gts Super, Gts SuperSport e Touring. Per tutte la dotazione di serie comprende Abs e controllo della trazione Asr. E poi il modello più alla moda (non a caso è firmato da Giorgio Armani): è la Vespa 946 (modello lanicato nel 2012) nell'allestimento Emporio Armani e monta un motore quattro tempi a iniezione progettato per il contenere consumi ed emissioni; ha poi doppio freno a disco, sistema di frenata Abs a doppio canale e ruote da 12 pollici. Infine, per celebrare il 70°, Piaggio ha lanciato la versione celebrativa di Primavera, Px e Gts, caratterizzata da cromie speciali.

UNA MOSTRA PER FESTEGGIARE
“Un'avventura lunga 70 anni” è la mostra fotografica dedicata alle più suggestive immagini di viaggio in Vespa; sarà inaugurata venerdì 22 aprile alle ore 21, nelle sale del museo Piaggio di Pontedera e resterà aperta fino a sabato 4 giugno 2016. Il percorso della mostra parte dall'esposizione di una selezione di Vespa protagoniste di alcuni delle più grandi imprese di viaggio compiute da Vespa. Tra i gioielli in mostra, la Vespa protagonista del “giro del mondo in 79 giorni” degli studenti spagnoli Antonio Veciana e Santiago Guillén, firmata a Cadaques da Salvador Dalì nel 1962, la Vespa 150 con cui il giornalista Roberto Patrignani compì, nel 1964, il raid Milano-Tokyo in occasione delle Olimpiadi in Giappone e le PX protagoniste delle avventure dello scrittore Giorgio Bettinelli che, tra gli anni 90 e l'inizio del nuovo millennio fu protagonista di viaggi incredibili in Vespa: dalla Alaska alla Terra del Fuoco, dal continente australiano al Sudafrica, fino al viaggio dei viaggi, il giro del Mondo overland con partenza da Capo Horn e arrivo in Tasmania. Parte importante della mostra è frutto della raccolta delle testimonianze di viaggio lanciata dalla Fondazione Piaggio attraverso i canali social; la raccolta avviene attraverso il sito del museo Piaggio .

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