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L’auto elettrica si potrà ricaricare senza fili, in poco…

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INNOVAZIONE

L’auto elettrica si potrà ricaricare senza fili, in poco tempo, ovunque

  • –di Adriano Tosi

Qualcomm è un marchio poco noto a chi non è appassionato di tecnologia, ma è nelle tasche di tutti noi: sua, infatti, è la stragrande maggioranza dei semi-conduttori sui quali basano il funzionamento gli smartphone. Ebbene, Qualcomm ha l'obiettivo di modificare, anzi rivoluzionare, la mobilità, trasformandola in elettrica, connessa ed autonoma. Nella visione dell'azienda americana, i veicoli ricaricheranno le proprie batterie non solo durante ogni sosta (al supermercato, a casa, in ufficio), ma anche su corsie appositamente attrezzate, in movimento.

Ma andiamo con ordine perché l'approccio è strutturato e pianificato, modellato su quelli che sono i bisogni di una popolazione mondiale che nei prossimi 20 anni sarà per il 70% urbana (oggi siamo al 50%). Una così alta concentrazione di persone in città richiede - secondo le previsioni di Qualcomm - automobili elettrificate per ridurre le emissioni inquinanti e di dimensioni ridotte per evidenti ragioni di spazio; una tecnologia in grado di prevenire gli incidenti (se non di prendere i comandi) e veicoli condivisi e connessi.

Fantascienza? Non per Qualcomm, azienda che tra le altre cose ha portato il WiFi alla diffusione “totale” e che senza fili vuole anche ricaricare le auto elettriche di domani. Dare cioè energia alle batterie dei veicoli mediante delle piastre annegate nel terreno: nei parcheggi dei supermercati e delle scuole, delle abitazioni private e degli uffici pubblici, degli uffici e persino a bordo strada. La soluzione su cui Qualcomm sta lavorando si chiama Halo WEVC Technology ed è pensata per caricare ovunque, in ogni momento e senza fili, il veicolo. “Halo” può lavorare su diversi step di potenza - 3,7, 7,4, 11 e 22 kW - e con una frequenza di 85 kHz.

Nel primo step evolutivo, una piastra quadrata grande circa 80x80 cm e annegata nel terreno si connette senza fili ad un'altra (circa 20x20) montata sotto il pianale del veicolo, che così si ricarica. Ma come si fa a esser certi di essersi posizionati correttamente? Lo dice un'app per smartphone: l'operazione è semplicissima, come abbiamo avuto modo di verificare personalmente. L'evoluzione più affascinante è però quella delle corsie in cui la ricarica si può effettuare in movimento: le batterie “succhiano” energia dal fondo stradale mentre si circola normalmente. Non è certo la prima volta che se ne parla, ma il momento buono arrivato: a breve partiranno i lavori a Parigi. Detto questo, resta da capire se e come si troverà soluzione al problema del fabbisogno energetico di una città piena di zone di ricarica ad alta potenza: il rischio blackout è più che concreto, se l'infrastruttura non viene (notevolmente) irrobustita.

Per il resto, i temi dell'automotive day organizzato da Qualcomm sono i “soliti noti”: l'auto a guida autonoma è il sogno/obiettivo di tutti, ma ci sono ancora troppe questioni tecniche (arrivare cioè all'infallibilità totale dei sistemi) e legali (il riconoscimento e la disciplina, da parte delle varie legislazioni, dei sistemi di guida autonoma) da risolvere prima che le aziende diano anche solo un orizzonte temporale per l'arrivo sul mercato. Strettamente correlata alla guida autonoma c'è la connettività dei veicoli con la rete e fra loro e quella tra veicoli e infrastruttura. Si tratta di aspetti che sono in continua evoluzione e che porteranno a un avvicinamento graduale all'autonomous driving al 100%.

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