Fu nel 1980 che la Toyota, preso atto del perdurante successo di Range Rover e Jeep Wagoneer, decise di proporre una versione della propria ormai collaudatissima Land Cruiser dedicata allo stesso pubblico di facoltosi signori dediti alle più svariate attività a contatto con la natura a patto di non rinunciare ad alcuna comodità.
Nasce così la Serie 60: una spaziosa station wagon rialzata dall'aspetto molto civilizzato e dall'abitacolo convenientemente rifinito ed accogliente.
Molto più 'rude' la meccanica sottostante; l'idea di dotare questo nuovo veicolo con sospensioni indipendenti dura, infatti, lo spazio di un paio di riunioni della squadra dei progettisti: il desiderio di mantenere capacità fuoristradistiche di prim'ordine suggerisce il mantenimento dei ponti rigidi e, a quel punto, tanto valeva, ahinoi, mantenere anche le molle a balestre semiellittiche già presenti nella banca organi della Casa.
Questa soluzione, è intuitivo, inficia avvertibilmente le doti di confort di questa ammiraglia rialzata ma, per il resto, essa appare del tutto all'altezza del compito affidatole grazie anche ai tranquilli e robusti sei cilindri a benzina da quattro litri di cilindrata; la Diesel, come sempre la più interessante per il nostro mercato, può invece contare, all'inizio, solo su un meno morbido quattro cilindri per quanto di cilindrata e potenza adeguatamente generose: tre litri e mezzo e 95 CV.
Il Diesel giusto arriva con il moderato restyling del 1982: sei cilindri in linea e quattro litri anche per lui accompagnano l'innalzamento del padiglione, l'adozione di tetto apribile e specchi ad azionamento elettrico ed un generale ulteriore innalzamento del livello del lusso della vettura; da non dimenticare l'adozione del cambio a cinque marce per una migliore marcia autostradale.
Nel 1985 diviene disponibile la versione turbocompressa della Diesel che innalza la potenza da 103 a 136 CV così che il nostro 'gippone' arriva a 'filare' a 165 km orari, sbaragliando qualsiasi concorrente alimentato con umile gasolio, ed a trainare, volendo, la propria casa; il tutto con le comodità richieste dai soggetti citati in apertura di articolo.
Dopo quasi un decennio di servizio impeccabile la nostra 'Toyotona' lascia il posto, nel dicembre 1989, alla sua erede: stessa impostazione vincente, nuovo stile ed ancora più lusso; stiamo parlando della serie 80: l'ammiraglia tra le Land Cruiser fino quasi alle soglie del nuovo millennio (1997).
La macchina venne infatti rivista proprio per essere all'avanguardia nella tecnologia e nel lusso in un segmento di mercato che stava guadagnando spazio su spazio; le modifiche stilistiche, in particolare il nuovo frontale, vanno inequivocabilmente nella direzione voluta così come gli interni ormai di una comodità difficilmente superabile; le modifiche più importanti rispetto alla '60' sono, tuttavia, di ordine meccanico ed ormai improcrastinabili.
Finalmente le molle elicoidali prendono il posto delle balestre e la trazione integrale diventa permanente con differenziale centrale bloccabile; i motori sono ancora più prestanti ed il nuovo Turbodiesel ad iniezione diretta raggiunge i 165 CV di potenza per poi, nel 1992, arrotondarli a 170 con la nuova testata a quattro valvole per cilindro. Per dovere di cronaca segnaliamo che, accanto ai Diesel, sempre sono stati disponibili eccellenti motori a benzina anche se non hanno mai interessato, e mai crediamo lo faranno, gli utenti italiani; salvo forse, in qualche caso, la loro ultima evoluzione del 1995: un 4,5 litri, sempre sei cilindri in linea, da 215 CV la cui modernità di progettazione ne rende i consumi sopportabili in caso di uso non frequente.
Non è comunque la versione che consigliamo per l'acquisto; essa rimane la '80' Turbodiesel, due o quattro valvole poco importa, nell'allestimento più lussuoso VX con interno in pelle, che veramente non lascia rimpianti anche all'automobilista più esigente; ultimamente ci siamo imbattuti proprio in una VX con cambio automatico (unico componente che ha avuto bisogno di revisione) che ha percorso poco meno di 500.000 km ed è tuttora in perfette condizioni, perfino a livello di allestimenti interni, ad ulteriore testimonianza (se ce ne fosse bisogno) della qualità costruttiva Toyota anni '90 che era, semplicemente, senza rivali.
Esemplari con 250.000 km ben tenuti non devono quindi farvi rinunciare all'acquisto: oggi, quando viaggiare su veicoli rialzati sembra diventato irrinunciabile, le Toyota J60 e J80 sono una proposta non scontata e foriera di tutte le qualità di 'glamour', sicurezza passiva e robustezza richieste a questo tipo di automobili. Nella ricerca tenete conto che più la versione è lussuosa e meglio è, se il cambio è manuale una revisione in meno è da mettere in conto, è meglio evitare gli esemplari preparati per il fuori strada e siate pronti a spendere attorno ai quindicimila Euro per quella che sarà la vostra compagna per i prossimi venti anni almeno.
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