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Ripresa legata all’innovazione 4.0

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Mercato e industria

Ripresa legata all’innovazione 4.0

Lo sviluppo tecnologico, l’officina 4.0 e l’internet delle cose sono un’opportunità, più che un motivo di preoccupazione per il settore delle autoattrezzature, che deve ancora fare i conti, almeno parzialmente, con gli effetti della lunga crisi.

«È iniziata la rivoluzione delle macchine – afferma Mauro Severi, presidente dell’Associazione italiana costruttori autoattrezzature – tutto è destinato a cambiare per le nostre imprese, le nostre vite, il nostro lavoro. In questo, piuttosto che preoccupazioni, vedo soprattutto opportunità per le aziende che sapranno comprendere come sfruttare al meglio le prospettive aperte dall’evoluzione tecnologica, che sta dando forma e significato a questa rivoluzione. Si tratta di un’occasione unica per modernizzare tutto il sistema produttivo italiano e continuare il percorso sulla strada della ricerca. Certo, per molti sarà un processo naturale, per i grandi soprattutto. Le realtà più piccole, invece, più legate alla dimensione della manifattura, della subfornitura, dovranno affrontare sforzi maggiori, ma sarà un’opportunità fondamentale anche per loro: avviare il meccanismo virtuoso dell’innovazione in un tessuto di Pmi organizzate in filiere e distretti».

Secondo le stime di Aica, il settore ha chiuso il 2015 con un fatturato complessivo di 2,68 miliardi di euro, in calo del 4,9% rispetto all’anno precedente. Un risultato condizionato pesantemente dal mercato italiano, dove il fatturato è sceso del 19,4%, mentre l’export è rimasto sostanzialmente invariato a 2,12 miliardi (-0,1%). Il fatturato italiano è ancora lontano dai livelli del passato, dato che nel 2009 valeva 932 milioni di euro e l’anno scorso si è fermato a 564, mentre l’export è cresciuto, seppur di poco, in valore assoluto.

I risultati italiani del 2015 secondo Aica sono in linea con l’andamento dell’economia soprattutto per la forte frenata che si è verificata negli ultimi mesi. Nei primi mesi di quest’anno, invece, sembrano esserci segnali positivi, la ripresa della produzione industriale per quanto lenta sta aiutando diversi settori a ripartire. Aica, peraltro, riunisce settore merceologici differenziati, che spaziano dagli apparecchi per diagnostica alle attrezzature assistenza pneumatici e smontagomme, dai compressori ai ponti sollevatori, passando da distillatori, forni per carrozzeria, idropulitrici, macchine utensili, impianti di aspirazione e quelli di lavaggio, nonché sistemi di condizionamento aria.

Comparti che possono avere andamenti diversi dalla media complessiva, come spiega Severi: «La crisi del settore agroalimentare sta penalizzando le aziende che lavorano con le attrezzature e i macchinari agricoli. Dallo scorso anno, invece, hanno ripreso i prodotti più innovativi e con maggiori contenuti tecnologici». In prospettiva si guarda con interesse al fronte della diagnostica, per il controllo delle emissioni.

Quanto all’export negli ultimi anni si è verificata una ripresa dopo il calo della crisi del 2008 che ha bloccato gli ordini. «A livello geografico i mercati asiatici e americani sono rimasti importanti negli ultimi anni - afferma Severi - , alcuni operatori hanno iniziato ad affacciarsi su nuovi Paesi ma nel complesso la mappa delle esportazioni non ha visto sostanziali evoluzioni. Piuttosto la presenza delle nostre aziende sui mercati globali ci vede oggi aggrediti proprio dalla concorrenza di quei Paesi nei quali risulta maggiore la crescita del mercato automobilistico. In tale prospettiva, e soprattutto alla luce delle evoluzioni tecnologiche del settore, l’unica risposta veramente efficace è l’innovazione, per contrastare l’aggressione dei produttori dei Paesi emergenti che, anno dopo anno, imparano a fare e a vendere a minor costo quello che facciamo e vendiamo noi».

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