Responsabile della nascita della M3 è stato il fugace Campionato del Mondo per vetture Turismo, durato un solo anno (ma si sarebbe saputo dopo) e previsto per il 1987; la BMW non poteva assolutamente lasciare campo libero alla Mercedes Benz, allora convinta di essere un gradino sopra i rivali di Monaco di Baviera, e fu così che essa affidò al suo reparto Motorsport, guidato dal geniale Paul Rosche, l'incarico di mettere a punto l'arma perfetta.
Era necessaria una vettura derivata da un modello costruito in almeno 5.000 esemplari in dodici mesi consecutivi e la BMW capisce di avere in Casa la «base» vincente nella serie 3 E30; comincia a lavorarvi su già nel 1985 quando le sue versioni più prestazionali montano motori a sei cilindri in linea. Ritenuti, questi, poco adatti agli alti regimi di rotazione, si ripiega sul magnifico blocco a quattro cilindri M10 che aveva equipaggiato la Brabham BT 52 F1 di Nelson Piquet Campione del Mondo 1983; come si ricorderà questo motore, in configurazione da qualifica e grazie ad un turbo delle dimensioni di una pentola, aveva raggiunto i 1.000 CV con una cilindrata di 1,5 litri. Nessun problema di affidabilità, quindi, per i 200 CV del 2,3 litri destinato ad equipaggiare la nostra protagonista: aspirato, sì, ma con testata a sedici valvole derivata, creandone praticamente una versione 2/3, da quella del motore sei cilindri BMW M88/1 della M1: altro bolide destinato alle competizioni.
La BMW M3 viene presentata in anteprima al Salone di Francoforte 1985 dove mette finalmente in mostra tutte le appendici aerodinamiche, applicate alla rigida scocca della E30 a due porte, che fu ritenuto necessario omologare in funzione delle altissime velocità previste nell'uso in pista; per una volta, lungi dall'involgarirne l'estetica, esse donano alla M3 una sportiva eleganza che subito farà breccia nei cuori dei così detti «trend setter» e sarà uno dei motivi del suo successo commerciale.
Dopo la presentazione alla Stampa al Mugello nella primavera 1986, dove cominciarono a svelarsi le eccelse doti dinamiche di questa regina dei sovrasterzi, prima fra tutte la frenata assistita dall’ABS fornito di serie, iniziarono le consegne. Molte furono quelle effettuate nelle mani dei preparatori per i quali essa costituiva, date le caratteristiche già ricordate, una base estremamente invitante; gli altri esemplari furono acquistati da entusiasti della guida cui non pareva vero di impensierire seriamente le Porsche 911 con una berlina «da famiglia» che aveva consentito loro, oltretutto, di risparmiare l’equivalente di una VW Golf accessoriata per la moglie.
Dopo aver vinto, secondo missione, il Mondiale 1987 con Roberto Ravaglia del Team Schnitzer, la BMW decide di omologare una serie di componenti aggiuntivi e nasce così la M3 Evolution tirata per il mercato nei 500 esemplari necessari all'operazione: si riconosce dai terminali di scarico in acciaio inox verniciati in nero.
“Per una bella M3 si parte da circa 45.000 Euro per arrivare ai 100/110.000 di una Sport Evolution, passando per i 60/70.000 di una Cabrio: sono tutti ottimi investimenti”
Nel giugno 1988, anno in cui la M3 continua la sua cavalcata di successi nel sopravvissuto Euroturismo e negli importantissimi campionati DTM tedesco e BTCC inglese, la BMW ha la luminosa idea di mettere sul mercato la versione Cabriolet: un gioiello raffinatissimo, tirato in soli 783 esemplari costruiti a mano presso la Motorsport, che ancora oggi è ricercatissimo dagli appassionati più raffinati.
Nel frattempo, nello stesso reparto continuavano a pervenire le necessità provenienti dai campi di gara e, per esaudirle, si omologa la M3 Evolution II con 220 CV, nonostante il motore catalizzato, contro i 215 nel frattempo raggiunti dal motore della versione «normale».
Del 1989 la M3 definitiva, la Sport Evolution, con motore portato a 2,5 litri per 238 CV e carrozzeria nera con filetti rossi oppure, più raramente, rossa con filetti neri: una «bestia» perfetta per vedersela, anche su strada, con la Mercedes 190 2.5 Evo II (oltre che con la sempiterna Porsche 911). Le M3 escono di produzione nel 1991, quando è già pronta la successiva Serie 3 E36.
Oggi queste auto sono oggetti da collezione molto ricercati e che hanno visto, recentemente, schizzare in alto le loro valutazioni; sono inoltre estremamente godibili nell'uso quotidiano anche se, onestamente, non è più da consigliare visti i valori in gioco e la conseguente opportunità di conservarne l'integrità il più a lungo possibile; per una bella M3 si parte da circa 45.000 Euro per arrivare ai 100/110.000 di una Sport Evolution, passando per i 60/70.000 di una Cabrio.
Sono tutti ottimi investimenti; quale scegliere è questione di budget, certamente, ma anche della disponibilità sul mercato: gli esemplari in vendita sono pochissimi, in particolare nella rarissima versione decapottabile.
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