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Dossier Come è fatta e dove nasce la macchina del rilancio

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Dossier | N. 3 articoliAlfa Romeo Giulia, tutto quello che c’è da sapere sull’italiana che sfida le tedesche

Come è fatta e dove nasce la macchina del rilancio

Come è nata la Giulia? Da un foglio bianco e da un team di ingegneri che hanno accettato una sfida che sembrava impossibile. Così importante e bella da convincere anche Roberto Fedeli, ingegnere ex ferrarista, strappato dall’Alfa Romeo dove ora è Cto che sta Chief technical officer di Alfa e Maserati al punto da lasciare Bmw nel febbraio di quest’anno. Lui in due anni i tedeschi li ha davvero conosciuti da vicino, ne ha apprezzato le qualità e il rigore, ma alla chiamata per la Giulia non ha esitato e ha detto subito sì. Punto di partenza nella progettazione della Giulia i motori della nuova berlina sportiva del Biscione che per quanto riguarda i benzina sono prodotti dall’impianto di Termoli (Campobasso): un quattro cilindri a benzina con tecnologie avanzate e potenza elevata e un 6 cilindri di derivazione Ferrari. Termoli è attrezzata per una capacità produttiva annua di oltre 200mila motori, in grado, dunque, di soddisfare circa la metà dei volumi previsti nel piano Alfa Romeo.

E veniamo ai motori diesel, costruiti a Pratola Serra . Diciamo subito che il motore 2.200 Diesel dell’Alfa Romeo Giulia non ha nulla a che vedere con il 2.2 litri che equipaggia le Jeep. Si tratta, infatti, del primo motore diesel nella storia dell’Alfa Romeo costruito interamente in alluminio, mentre l’unità Jeep ha il basamento in ghisa, testata completamente diversa ed è realizzato per applicazioni trasversali. Il 4 cilindri in linea, sistemato longitudinalmente come tutte le altre unità della Giulia, è caratterizzato dal sistema d’iniezione di ultima generazione MultiJet II, con Injection Rate Shaping (IRS) e pressioni d’esercizio di 2.000 bar. Il turbocompressore a geometria variabile ad attuazione elettrica costituisce attualmente lo stato dell’arte della meccanica e, inoltre, minimizza i tempi di risposta e avvantaggia l’efficienza. Il 2.200 diesel Alfa Romeo è disponibile in due versioni con potenze rispettivamente di 180 cv a 3.750 giri e una coppia massima di 450 Nm a 1.750 giri o 150 cv a 4.000 giri per 380 Nm a 1.500 giri. Per entrambe le configurazioni, abbinate alla trazione posteriore, sono disponibili il nuovo cambio automatico a 8 marce e, in alternativa, la trasmissione manuale a sei marce. Un packaging, insomma, ideale per le nuove Alfa Romeo in arrivo che non a caso puntano decisamente a competere coi corrispondenti modelli premium dei brand “made in Germany” rispetto ai quali, tuttavia, possono vantare il fascino di una tradizione che ha fatto la storia dell’automobilismo internazionale. La stessa ragione per cui è stato scelto lo stabilimento produttivo di Cassino come il principale delle nuove Alfa Romeo. Perchè è un fiore all’occhiello di tutto il Gruppo Fca. Oltre alla Giulia, infatti, a Cassino sarà prodotto anche il primo suv nella storia del brand Alfa Romeo. Il suo debutto potrebbe arrivare nel prossimo autunno, forse al Salone dell’auto di Parigi (1-16 ottobre). Sempre a Cassino nei prossimi anni dovrebbero arrivare anche la Giulia Coupé.

Oltre a Cassino un altro luogo simbolo del rilancio di Alfa Romeo potrebbe diventare Pomigliano. Qui, infatti, in futuro potrebbero venire realizzati alcuni dei nuovi modelli della Casa del Biscione. Tra questi la nuova generazione della Giulietta e un piccolo suv probabilmente realizzato sulla stessa base della nuova Giulietta, utilizzando una versione accorciata dell’ormai nota piattaforma Giorgio, la stessa utilizzata per la Giulia. Per quanto riguarda, infine, l’Alfa Spider e l’Alfa Coupè, dovrebbero uscire dalle “storiche” line produttive Mirafiori al pari del primo suv di Maserati, la Levante. Le differenze nell’approccio ad un progetto così fondamentale rispetto tedeschi? A sentire Roberto Fedeli loro sviluppano le vetture prestazionali come un business separato, quasi come se fosse un’alternativa alla loro offerta centrale. Prima si focalizzano sulla versione base, poi un altro gruppo totalmente differente dal primo sviluppa l’auto prestazionale, sia essa marchiata Amg, Rs o M. Ciò ha sicuramente dei lati positivi, due gruppi distinti hanno un maggior numero di idee e di creatività, ma anche negativi, perché entrambe le vetture nascono dalla stessa linea di montaggio, quindi ci sono dei vincoli enormi da rispettare”. All’Alfa Romeo, invece, non succede. Tutti lavorano su tutto e la squadra è quello che conta. È successo anche per la Giulia.

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