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Dossier Il suv Maserati cambia il volto del Tridente

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Dossier | N. 69 articoliAuto, tutte le novità dell'estate

Il suv Maserati cambia il volto del Tridente

Maserati Quattroporte
Maserati Quattroporte

L’impegno riservato allo sviluppo della Levante, il primo suv Maserati che ha traghettato la casa del Tridente in un contesto strategico e in forte crescita in cui non era mai stata presente, non ha distolto l’attenzione dagli altri modelli del Tridente. Nei mesi scorsi, sulla scia di quanto portato alla ribalta proprio dalla Levante, la Ghibli ha beneficiato di un upgrading della potenza dei motori V6 biturbo a benzina e, proprio in questi giorni, viene alla ribalta l’aggiornamento della Quattroporte. Ovvero, il modello che a tutti gli effetti va considerato il capostipite dell’attuale offerta del marchio modenese.

Infatti, ha aperto un nuovo capitolo nella storia della casa emiliana poiché ha introdotto un’architettura che hanno poi ereditato le consanguinee e perché si è presentata con una personalità formata dal giusto mixa fra eleganza, sportività ed esclusività, che ha poi guidato lo sviluppo dei modelli che sarebbero apparsi in seguito. In sostanza, la più compatta berlina Ghibli e la Levante. Per quanto concerne quest’ultima va subito detto che, sebbene la Maserati non rilasci ancora numeri ufficiali, abbia ricevuto una buona accoglienza.

L’ipotesi è sostenuta dal fatto che a Mirafiori la linea produttiva è passata, nel volgere di poche settimane, a operare su due turni con un totale di 1.200 addetti, 550 dei quali richiamati dalla cassa integrazione. Una situazione che non solo testimonia il positivo interesse riscosso dal primo suv del Tridente ma che si rivela anche favorevole per l’andamento generale della Maserati che fra quale mese sospenderà la produzione della GranTurismo e della GranCabrio e che, negli ultimi tempi, al pari di altri marchi Premium ha risentito della contrazione della domanda del mercato cinese che ha interessato, soprattutto, le vendite della Quattroporte.

Ecco, quindi, che l’effetto Levante unitamente alla necessità di aggiornare la Quattroporte, che però prescinde dalla contrazione della richiesta poiché rientra nella normalità per un’auto in vendita da oltre tre anni, origina l’inevitabile maquillage-arricchimento di una vettura che è giunta a metà della sua carriera, almeno stando ai canoni del settore automotive. Il facelift della Quattroporte si caratterizza per la rinnovata linea dei paraurti, per le minigonne laterali di color nero opaco e per la mascherina ispirata da quella portata allo scoperto dalla concept-car Alfieri, che tra l’altro ha già fatto valere i suoi effetti su quella inalberata dal frontale della Levante, e che integra l’Air Shutter a regolazione elettrica, che consente di gestire il raffreddamento del vano motore e di ottimizzare, insieme all’ottimizzazione della forma degli scudi paraurti e dei convogliatori nonché del fondo piatto, la resistenza aerodinamica del 10 per cento.

L’intervento è accompagnato dal debutto di numerosi cambiamenti nell’abitacolo per enfatizzare l’esclusività e la qualità della vita a bordo, oltre che dalla introduzione pacchetti di supporto alla guida dei quali era sembrata fuori luogo l’assenza al momento del debutto della prima generazione della Quattroporte del 21esimo secolo. All’interno spicca la plancia ridisegnata e che accoglie un display capacitivo ad alta risoluzione da 8,4 pollici con funzione multitouch. Rivista anche la parte inferiore della console centrale che ora prevede due selettori rotanti: uno per la regolazione del volume e uno per gestire il sistema di infotainment che, tra l’altro, supporta le funzioni di mirroring per smartphone Apple Car Play e Android.

Insieme al restyling arriva una nuova articolazione della gamma. È dovuto all’avvento degli allestimenti GranLusso, caratterizzato dalle finiture dell’abitacolo firmate Ermenegildo Zegna, e GranSport che si riconosce esteticamente, soprattutto, per i cerchi da 21” e le pinze freno di colore rosso. Entrambi sono disponibili per le Quattroporte con motore V6 di 3 litri, ovvero la turbodiesel con 275 cv (in Italia offerta anche con 250 cv per non incorrere nel superbollo e nei balzelli fiscali che ne conseguono) e il biturbo a iniezione diretta di benzina, sviluppato con la Ferrari e prodotto dal Cavallino, che mette in campo 410 cv e che sulla variante Sq4 si abbina anche alla trazione integrale, nonché la Gts mossa invece da un V8 di 3,8 litri, che nasce anch’esso a Maranello, con 530 cavalli.

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