Che la famiglia sia il centro di (quasi) tutto è cosa nota. Punto di rifermento non solo quando si tratta di vendere automobili, ma garanzia quando sia necessario attingere “materiale” di natura tecnica. Due argomentazioni distinte per introdurre la nuova Opel Zafira. La prima ovviamente rimanda alle politiche di marketing, che puntano su spazio e praticità d'uso per dare maggiore valore ad una monovolume come Zafira. La seconda riguarda invece la parte ingegneristica che tocca la vettura tedesca. Dato che buona parte dei dispositivi di cui è dotata, sono stati presi in prestito dal modello Astra. Tante chiacchere, quando in realtà si tratta di un semplice facelift che, per quanto corposo possa essere, non muta i valori in campo di Zafira. Perché in materia di restyling la discussione verte praticamente sempre e solo sugli stessi punti: frontale e più nello specifico i gruppi ottici.
Così non c'è da stupirsi se la monovolume tedesca promuova una nuova calandra, dei paraurti modificati e naturalmente dei fari alternativi. Se non altro la “nuova” Zafira avrà la possibilità di essere equipaggiata con lo stesso sistema di illuminazione che ha debuttato su Astra, meglio noto come Led Adaptive forward lightning. Si tratta di un dispositivo composto da una “matrice” di led, che variano il proprio fascio luminoso in funzione della specifica condizione di traffico. Per farla breve ciascun “segmento” di led si spegne e si accende in virtù del fatto che dalla parte opposta ci sia o meno un veicolo, oppure che la zona di passaggio sia già illuminata. In questo modo è possibile viaggiare sempre ad abbaglianti accesi, lasciando al sistema il compito di interagire con la strada.
Confermate sia le versione a cinque sia quelle a sette posti, che fanno della versatilità il loro punto di forza. Versatilità dettata dalla possibilità di far “sparire” le sedute lungo il pianale della vettura, conformando in modo diverso l'abitacolo con poche semplici “mosse”. Abitacolo che non è stato esente dal restyling, migliorato (forse) sotto il profilo dell'ergonomia, nonostante il numero di tasti a disposizione rasenti talvolta l'infinito. Poco male, perché la difficoltà di fruizione è alla base del moderno infotaiment. Multimedialità di bordo che, nell'edizione più ricca di quella disponibile nel prossimo listino, attingerà nuovamente da Astra. Una scelta ovvia, ma assolutamente efficace.
La Zafira model year 2016 sarà infatti equipaggiata con il sistema Opel IntelliLink di ultima generazione. Sistema in grado di interfacciarsi sia con smartphone Apple grazie al protocollo CarPlay, sia a quelli Android, grazie invece ad Android Auto. Senza contare la presenza del “programma” Opel OnStar. Dotato di hotspot Wi-Fi 4G/Lte, sarà disponibile in Italia da fine 2016. Si tratta, giusto per diritto di cronaca, di un dispositivo mutuato nuovamente da Astra, che vi porta il concierge a bordo. Perché? Perché mette a disposizione una serie di servizi che passano via centralino, degni del migliore portiere d'albergo. Battute a parte, si tratta di un servizio che offre una gamma di possibilità che, sino a poco tempo fa, non potevano vantare nemmeno tutte le vetture alto di gamma. È inoltre inedita l'opzione delle sospensioni a controllo elettronico Flexride, che permettono di ottimizzare il confort in ogni condizione di marcia.
Peccato solo che al momento non siano state rilasciate informazioni relativamente alla gamma motori. Ma senza dover fare troppo gli investigatori, pare più che normale che saranno le più recenti unità Opel a motorizzare la monovolume tedesca. Resta da capire se di questa partita farà parte anche il piccolo turbo benzina di un litro di cilindrata. E se da un lato non si può discutere che la nuova Zafira catalizzerà l'attenzione sulla casa tedesca, dall'altro c'è da capire quali saranno le mosse degli uomini Opel; tenendo presente che la gamma è sufficientemente recente per celebrare una serie di facelift importanti. Come ad esempio quello di Mokka, il suv compatto con ambizioni urbane, che si presta al cosiddetto restyling di metà carriera.
Chi invece non ha alcuna ambizione sotto questo punto di vista, è ovviamente la Karl. Vuoi perché è uno dei modelli più recenti della gamma e vuoi perché al momento l'unica novità rilevante riguardi l'adozione dell'alimentazione bi-fuel benzina-gpl sul motore da 1.000 centimetri cubici. Considerato che la potenza si attesti a quota 75 cv e che nell'opzione Gpl diventano 73, le emissioni di CO2 sono solamente di 93 g/km di CO2. Ma l'essere virtuosa non si limita solo a questo dato. Perché anche in fatto di consumi il “mille” della Karl palesa un dato più che positivo: 5,7 litri di Gpl ogni 100 km. Senza contare l'autonomia che, con la doppia opzione benzina e Gpl, supera i 1.000 km. La parte razionale di Opel prosegue con Meriva che, dalla prossima generazione, abbandonerà l'apertura delle portiere a libro. Mentre il lato irrazionale di Rüsselsheim è tutto nel concept Gt. (Ce.Ca.)
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