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Omicidio stradale? Una norma tutta da rivedere...

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Norme

Omicidio stradale? Una norma tutta da rivedere...

Sulla legge sull'omicidio stradale arrivano le prime perplessità, perché oltre che poco efficace si sta rivelando addirittura controproducente. La norma è finita nel mirino anche del presidente dell'Automobile Club d'Italia Angelo Sticchi Damiani che non a caso ha denunciato il rischio di un possibile “boom delle omissioni di soccorso”. Il commento dell'esponente dell'Aci arriva subito dopo i primi dati diffusi relativi ai primi tre mesi dopo dall'entrata in vigore del nuovo provvedimento. I numeri sono piuttosto chiari: nei mesi di aprile, maggio e giugno, gli episodi gravi di pirateria stradale sono stati 294, contro i 245 dello stesso trimestre del 2015, 20% in più. I feriti, invece, sono aumentati del 16,9% fino a 366 rispetto ai 313 dello stesso periodo del 2015, mentre i morti sono rimasti stabili a 33. Con il debutto della norma il vantaggio sia pure accumulato nei primi tre mesi di quest'anno è stato addirittura vanificato.

L'omicidio stradale viene contestato a chi provoca la morte di una persona guidando in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di stupefacenti, oppure per comportamenti particolarmente pericolosi: il reato, in particolare, prevede la reclusione fino a 12 anni, 18 nei casi più gravi di omicidio plurimo o per fuga, con la sanzione accessoria del ritiro della patente che nel caso di condanna per il nuovo reato va da 5 a 30 anni. La revoca dell'attestato di idoneità alla guida è prevista anche nel caso di lesioni stradali gravi dovute a comportamenti pericolosi alla guida: in sostanza a rischiare la patente per 5 anni sono anche i sobri. Sticchi Damiani, in particolare, si è soffermato sulle fughe “…troppe per paura delle conseguenze – ha sottolineato il presidente dell'Aci – visto che non è pensabile che per chi si ferma a prestare soccorso scattino in automatico le manette. Il rischio è che non si fermi più nessuno e che le omissioni alla fine invece di diminuire aumentino”. Così, secondo l'ACI, a questo punto non resta che rimettere mano alla legge. “È fondamentale – ha poi concluso Sticchi Damiani - intervenire sulla norma prima che le criticità rischino di comprometterne le ragioni, valide, che hanno guidato la mano del legislatore”.

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