Entro il 2050 più di 6 miliardi di persone, il doppio rispetto a oggi e almeno il 70% della popolazione mondiale, vivrà nelle città e il traffico urbano sarà triplicato. Già nel 2030 potremo contare 41 caotiche megacity nel mondo, mentre l’urbanizzazione crescente porterà con sé un maggior numero di problemi. Tra pochi anni, nel 2025, il costo della congestione del traffico in Europa, secondo lo studio “Roadway Analytics” di Inrix, arriverà fino a 210 miliardi di euro.
Questo è lo scenario prospettato dagli esperti di Bosch durante il Mobility Experience, un summit sulla tecnologia, organizzato a Boxberg, in Germania, che il presidente di Mobility Solutions Business, Rolf Bulander, riassume così: «I nostri sforzi per contribuire a creare un ambiente urbano privo di emissioni, stress e incidenti sono legati a tre sviluppi tecnologici: automazione, elettrificazione e connettività».
Secondo la holding tedesca, per ridurre la congestione urbana e viaggiare rilassati da un punto all’altro di una metropoli trafficata, i trasporti pubblici, privati, il car sharing a guida autonoma e i veicoli preposti alle consegne dovranno essere tutti perfettamente connessi tra loro, per favorire anche la mobilità multimodale che, permettendo agli utenti di prenotare i servizi desiderati con un semplice click, giocherà un ruolo fondamentale nella riduzione del traffico.
Tra le soluzioni pronte a breve c’è un’app di Bosch che consente anche alle vetture più datate di poter “colloquiare” con gli altri utenti della strada, tramite il proprio smartphone, utilizzando app già in uso come Spotify, Votraffic, Radio.net, Infoware, riuscendo a ridurre gli incidenti in gran parte ancora attribuibili a errori umani.
L’aumento dell’automazione del traffico urbano, poi, contribuirà a salvare molte vite soprattutto nei mercati emergenti, dove motociclisti, pedoni e ciclisti sono più a rischio. Per questi ultimi Bosch propone una sorta di Abs per le bici e uno “scudo” digitale per i motociclisti, dotato pure della funzione e-Call per le chiamate d’emergenza in caso di incidente o caduta.
A partire dal 2020, in collaborazione con Daimler, Bosch immetterà nelle strade delle nostre città auto senza guidatore. L’obiettivo include lo sviluppo e l’inizio di una produzione per un sistema di guida autonoma per taxi robot (automazione di livello 5). Sistema che abbiamo testato in anteprima su una Tesla (che, di serie, ha un’automazione di livello 3) opportunamente modificata da Bosch per raggiungere il livello 5, utilizzando 50 nuovi componenti Bosch, 1.400 ore di lavoro, oltre a chilometri di nuovi cablaggi. La Tesla prototipo nel circuito di Boxberg ha saputo riconoscere una moto in arrivo lasciando il passo ed effettuare manovre come seguire autonomamente traiettorie e sorpassi per poi restituire “docilmente” il volante al guidatore quando il percorso adatto era terminato.
Per ovviare alla mancanza di infrastrutture diffuse Bosch sta collaborando con TomTom, che ha annunciato di aver completato il progetto High Definition (Hd) Map, la mappatura in alta definizione dell’intera Europa occidentale, arrivando a 360mila km di copertura in tutto il mondo, il che permetterà alle auto con guida autonoma di determinare la propria posizione con precisione.
L’auto autonoma di Bosch deve sapere cosa rilevano i suoi sensori e lo farà tramite l’intelligenza artificiale, che sarà in grado di identificare auto, camion, pedoni, ciclisti, alberi e altri oggetti. Non solo, sarà pure capace di prevedere cosa accadrà nei secondi successivi: in che direzione andrà il ciclista, il pedone o un veicolo, per poter frenare all’occorrenza. Insomma, nel prossimo decennio Bosch sarà in grado di fornire all’auto un “cervello” dotato di AI, in grado di imparare e svilupparsi, realizzato in collaborazione con Nvidia.
L’auto del futuro sarà dunque connessa, con guida autonoma e più elettrica di oggi; tuttavia, sempre secondo Bosch, i motori a combustione e i motori elettrici coesisteranno ancora per molti anni. La riduzione della CO2 non potrà essere lasciata unicamente all’uso dei veicoli elettrici. I motori a combustione interna possono diventare sistemi di trasmissione alternativi se alimentati con carburanti sintetici, prodotti a partire da fonti di energia rinnovabili. Questo li renderebbe in grado di conservare le risorse e neutri dal punto di vista della produzione di CO2.
A fine anno sarà pronta la prima certificazione di modelli diesel conformi allo standard di emissioni Euro6 in reali condizioni di guida, grazie a uno speciale dispositivo realizzato da Bosch, che misura gli inquinanti in tempo reale durante un normale percorso di guida (RDE, Real-driving emissions). Infine Bosch ha promesso di non progettare più in Europa nessuna soluzione per motori a benzina che non siano dotati di un filtro anti-particolato, visti i risultati ottenuti finora sui diesel.
Nel campo dell’elettrificazione, oltre ai vari sistemi di ibridazione, anche plug-in, che Bosch ha già installato in oltre mezzo milione di veicoli in tutto il mondo, biciclette e scooter elettrici giocheranno un ruolo fondamentale per perseguire l’obiettivo zero emissioni prefissato dal colosso tedesco. Tra questi spicca la piccola auto “e.Go Life”, prodotta in serie dal 2018 con un prezzo di circa 16mila euro e con un’autonomia di 130 km, che nei prossimi anni arriverà a 270 km.
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