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Mobilità e Tech

Schillaci (Nissan): «Ecco il futuro della mobilità elettrica intelligente»

TOKYO - “Non chiamatela auto elettrica: e’ molto dei più. E' l'icona della mobilita' intelligente Nissan”. Daniele Schillaci, responsabile globale del marketing Nissan, raccomanda definizioni più’ ampie per la nuova Leaf, il modello con cui la Casa giapponese conta finalmente di far decollare nel mondo un mercato di massa per le vetture a emissioni zero grazie a una autonomia maggiore, a un design più accattivante, alla presenza di tecnologie di guida assistita e a un prezzo non aumentato rispetto al modello di prima generazione.

La nuova Nissan Leaf: elettrica & intelligente

La vettura’ - da 110 kW (150 CV), con coppia innalzata a 320 Nm  - inizierà a essere commercializzata in Giappone il 2 ottobre e da gennaio in Europa e negli Stati Uniti. Con una sola ricarica, e’ in grado di percorrere 400 chilometri (secondo gli standard giapponesi, 378 km secondo quelli europei), avvicinandosi quindi a coprire le esigenze di gran parte degli automobilisti. Un risultato conseguito grazie a una batteria più potente, prodotta dalla joint venture con NEC che una societa’ finanziaria cinese, GSR Capital, intende acquisire. La Cina, del resto, rappresenta uno dei mercati su cui il gruppo punta di più per il mercato a emissioni zero (non a caso l’alleanza Renault-Nissan ha appena firmato un accordo con Dongfeng per la produzione di un mini-Suv elettrico). Con una certa audacia, il Ceo Hiroto Saikawa ha annunciato ieri che gia’ alla fine dell' anno prossimo arriverà una batteria ancora più’ potente come conferira’ alla Leaf una autonomia con singola ricarica decisamente maggiore (altri, magari, avrebbero aspettato sei mesi). Ora Nissan intende almeno raddoppiare le vendite di Leaf rispetto alle quasi 50mila dello scorso anno  e quasi triplicarle in Giappone.

“Quando la Leaf fu introdotta (nel 2010), i concorrenti dicevano che Nissan era pazza. Ora quasi tutti i costruttori si stanno mettendo sulla nostra strada”, ha detto Schillaci. E’ un fatto, pero’, che la scommessa di Carlos Ghosn sull’auto elettrica si e’ rivelata troppo ottimista nella tempistica: il capo dell’alleanza Renault-Nissan prevedeva che nel 2020 le vetture a emissioni zero avrebbero contato per il 10% delle vendite globali della Casa giapponese e ora, nel 2017, rappresentano ancora meno dell’’1% delle circa 5,6 milioni di consegne annuali. Il modello originale ha venduto in totale nel mondo circa 300mila unita’: numeri da leadership mondiale del settore, ma ancora modesti, mentre a livello di immagine il primato di Nissan e’ nel frattempo stato messo in ombra dalle vetture sportive di Tesla. Cumulativamente con Renault, le vendite sono rimaste sotto il mezzo milione, rispetto ai piani iniziali da 1,5 milioni entro il 2016.

Prezzo e autonomia restano svantaggi competitivi rispetto alle vetture tradizionali, ma con il rapido calo del costo delle batterie e il miglioramento delle prestazioni molti analisti ritengono che le vetture elettriche potranno presto diventare “mainstream”, nel quadro della moltiplicazione delle Case che cominciano a puntare sul settore (da ultimo, Toyota) e delle più rigide regolamentazioni pubbliche sulle emissioni nocive. In questo senso la nuova Leaf finira’ per mettere sotto pressione altri costruttori per una accelerazione dei loro piani. 

Una delle chiavi per accelerare il successo di mercato sta nel cambiamento della percezione dell’auto elettrica presso i consumatori: per questo Nissan enfatizza, oltre al design più sportiveggiante, le innovazioni tecnologiche della nuova Leaf, in particolare la disponibilità di un pacchetto  di guida autonoma: Pro-Pilot (per la guida autonoma su singola corsia, anche con traffico intenso) e Pro-PILOT Park (con cui l’auto parcheggia da sola) e il Safety Shield (per il miglioramento automatico della sicurezza). Sottolineato anche l’innovativo sistema e-Pedal offerto come equipaggiamento standard, che consente al guidatore di accelerare, decelerare, frenare e fermarsi utilizzando un solo pedale: si potrà usare solo l’acceleratore, insomma, per oltre il 90’ del tempo che si passa alla guida.

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